Anche dal premier russo arrivano prime ammissioni sulla sciagura aerea. Il ministro della Difesa di Israele: quasi certo sia stata una bomba. Intanto da Sharm el Sheikh continuano a rientrare i turisti
Mentre sul Mar Rosso proseguono i rimpatri dei turisti, si fa sempre più probabile l'ipotesi che sia stato un ordigno a provocare la sciagura aerea nel Sinai in cui sono morte 224 persone. Per la prima volta, anche le autorità russe parlano di attentato: "La possibilità di un attacco terroristico rimane naturalmente una delle cause di quanto è successo", afferma il primo ministro Dmitry Medvedev.
Mentre il ministro della Difesa di Israele, Moshè Yaalon, dice che la causa è stata quasi certamente una bomba piazzata a bordo. Intanto la stampa britannica oggi sottolinea le presunte carenze dello scalo di Sharm el-Sheikh, da cui il volo è partito. I problemi dell'aeroporto riguarderebbero soprattutto il circuito di telecamere.
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L'Egitto da parte sua ribatte che la sicurezza nello scalo sul Mar Rosso funziona e che finora le prime indagini non hanno rivelato anomalie. Intanto sul posto è atteso un team di esperti italiani che dovrà esaminare e completare le misure di sicurezza adottate per i vettori italiani.