Gli investigatori hanno scoperto un blog legato a Dylann Roof, il giovane autore della strage nella Chiesa in South Carolina: immagini e scritti che inneggano alla "supremazia bianca". Obama intanto chiede una stretta sulle armi
Un vero e proprio manifesto razzista, un inno alla "supremazia bianca", è quello che hanno trovato in rete gli inquirenti americani e che sarebbe attribuibile a Dylann Roof, il giovane killer che ha Charleston ha ucciso in una chiesa frequentata da afroamericani nove persone (FOTO). Nel blog, che si chiama "The Last Rhodesian", in onore della defunta Rhodesia, stato africano che fu baluardo dell'apartheid e della segregazione razziale, si trovano decine di immagini di Dylann Roof con la bandiera Confederata o sui luoghi simbolo degli stati sudisti.
Autenticità sito al vaglio degli inquirenti - Un vero e proprio proclama in favore della supremazia bianca nel quale questo ventunenne emerso da una specie di tunnel dell'America profonda si ritrae in foto con in pugno un'arma da fuoco, mentre brucia una bandiera americane o scrive sulla sabbia "1488", un numero che unisce due simboli da incubo: "88" sta infatti per 'Heil Hitler' e '14' per lo slogan delle '14 parole', ovvero 'Dobbiamo assicurare l'esistenza della nostra gente e dei nostri bambini bianchi'. Le autorità americane e l'Fbi indagano ora sull'autenticità del sito per verificare se Dylann abbia scritto di propria mano questo testo che inneggia ai bianchi e liquida i neri alla stregua di nemici "violenti" da cui difendersi, oltre che di una "razza" dotata di un "quoziente intellettivo più basso" al pari degli ispanici.
Obama chiede stretta sulle armi - Barack Obama vorrebbe di più delle solite parole: quello che è accaduto a Charleston non può essere la nuova normalita' degli Stati Uniti, dice, dopo sette anni alla Casa Bianca del suo primo presidente afroamericano. Rilanciando il dibattito sulle armi, il presidente cerca a Hollywood alleati per portare avanti la sua battaglia per un qualche giro di vite, consapevole del potere del piccolo e grande schermo. "L'apparente motivazione del killer ci ricorda che il razzismo resta una piaga che dobbiamo combattere insieme" insiste, invitando il Congresso ad agire finalmente per una riforma sul possesso delle armi. Queste stragi - mette in evidenza Obama - accadono anche in altri paesi, ma in modo più sporadico perché altrove, per 21enne come Dylann Roof, è più difficile entrare in possesso di uno strumento di morte rispetto a quanto accade negli Usa.
La sorella di Dylann ha aiutato la polizia a individuarlo - Di fronte all'atroce eccidio commesso da Dylan, la sua famiglia del killer chiede invece il rispetto della privacy. Lo zio di Dylann è l'unico che, secondo quanto riportato dalla stampa americana, si sbilancia: se verrà condannato a morte "vorrei" premere "io stesso" il pulsante. E' stata del resto proprio la famiglia a contattare le autorità dopo le prime immagini della tragedia nella chiesa. Amber, la sorella di Dylann, avrebbe dovuto sposarsi domani ma ha rimandato il fatidico sì: ed è stata lei, in particolare, ad aiutare la polizia a identificare il fratello come responsabile dell'attacco.
Una vita famigliare violenta alle spalle - Amber e Dylann hanno avuto un passato difficile comune, con un padre violento che si scagliava contro la moglie, Paige Mann. Abusi ripetuti e sopportati da Mann fino al 2008, quando la donna trovò il coraggio di chiedere il divorzio, lasciando tuttavia in balia di un padre violento i suoi due figliastri. Dà lì - secondo alcuni documenti - sarebbero emersi i primi problemi di Dylann: avrebbe iniziato a saltare la scuola, preferendo videogiochi e droghe. Un isolamento accentuatosi negli ultimi tempi, fino a fare del ragazzo un fanatico lupo solitario che - ricostruisce un amico - progettava l'attacco alla chiesa da sei mesi: "Nessuno gli dava credito, fino a pochi giorni fa". Ora è un'altra storia.
Autenticità sito al vaglio degli inquirenti - Un vero e proprio proclama in favore della supremazia bianca nel quale questo ventunenne emerso da una specie di tunnel dell'America profonda si ritrae in foto con in pugno un'arma da fuoco, mentre brucia una bandiera americane o scrive sulla sabbia "1488", un numero che unisce due simboli da incubo: "88" sta infatti per 'Heil Hitler' e '14' per lo slogan delle '14 parole', ovvero 'Dobbiamo assicurare l'esistenza della nostra gente e dei nostri bambini bianchi'. Le autorità americane e l'Fbi indagano ora sull'autenticità del sito per verificare se Dylann abbia scritto di propria mano questo testo che inneggia ai bianchi e liquida i neri alla stregua di nemici "violenti" da cui difendersi, oltre che di una "razza" dotata di un "quoziente intellettivo più basso" al pari degli ispanici.
Obama chiede stretta sulle armi - Barack Obama vorrebbe di più delle solite parole: quello che è accaduto a Charleston non può essere la nuova normalita' degli Stati Uniti, dice, dopo sette anni alla Casa Bianca del suo primo presidente afroamericano. Rilanciando il dibattito sulle armi, il presidente cerca a Hollywood alleati per portare avanti la sua battaglia per un qualche giro di vite, consapevole del potere del piccolo e grande schermo. "L'apparente motivazione del killer ci ricorda che il razzismo resta una piaga che dobbiamo combattere insieme" insiste, invitando il Congresso ad agire finalmente per una riforma sul possesso delle armi. Queste stragi - mette in evidenza Obama - accadono anche in altri paesi, ma in modo più sporadico perché altrove, per 21enne come Dylann Roof, è più difficile entrare in possesso di uno strumento di morte rispetto a quanto accade negli Usa.
La sorella di Dylann ha aiutato la polizia a individuarlo - Di fronte all'atroce eccidio commesso da Dylan, la sua famiglia del killer chiede invece il rispetto della privacy. Lo zio di Dylann è l'unico che, secondo quanto riportato dalla stampa americana, si sbilancia: se verrà condannato a morte "vorrei" premere "io stesso" il pulsante. E' stata del resto proprio la famiglia a contattare le autorità dopo le prime immagini della tragedia nella chiesa. Amber, la sorella di Dylann, avrebbe dovuto sposarsi domani ma ha rimandato il fatidico sì: ed è stata lei, in particolare, ad aiutare la polizia a identificare il fratello come responsabile dell'attacco.
Una vita famigliare violenta alle spalle - Amber e Dylann hanno avuto un passato difficile comune, con un padre violento che si scagliava contro la moglie, Paige Mann. Abusi ripetuti e sopportati da Mann fino al 2008, quando la donna trovò il coraggio di chiedere il divorzio, lasciando tuttavia in balia di un padre violento i suoi due figliastri. Dà lì - secondo alcuni documenti - sarebbero emersi i primi problemi di Dylann: avrebbe iniziato a saltare la scuola, preferendo videogiochi e droghe. Un isolamento accentuatosi negli ultimi tempi, fino a fare del ragazzo un fanatico lupo solitario che - ricostruisce un amico - progettava l'attacco alla chiesa da sei mesi: "Nessuno gli dava credito, fino a pochi giorni fa". Ora è un'altra storia.