Decine di migliaia di persone cercano di lasciare la capitale. Disordini alla stazione delle corriere: contestato il premier. Intanto, scende a tre il numero degli italiani irreperibili. E si continua a scavare: estratti vivi un neonato e un ragazzo
Farnesina: scesi a 3 italiani irreperibili - Intanto, la Farnesina annuncia che è sceso a tre il numero di italiani che l'Unità di Crisi sta ancora cercando di rintracciare in Nepal e cominciano a rientrare i primi italiani scampati al disastro.
#Terremoto #Nepal: continua il lavoro dell’Unità di Crisi della #Farnesina per il rimpatrio dei connazionali http://t.co/QhfPsGAFXa
— Farnesina (@FarnesinaPress) 29 Aprile 2015
Task force sanitaria e tecnica italiana - Nel primo pomeriggio, invece, è partito da Pratica di Mare un velivolo da trasporto dell'Aeronautica militare con a bordo la task force di assistenza sanitaria e di supporto tecnico-operativo inviata dal governo italiano per assistere la popolazione. Il Boeing atterrerà a Kathmandu nelle prime ore di domani mattina. L'Onu ha quantificato in 425 mln di dlr per i prossimi tre mesi gli aiuti più urgenti, mentre il governo di Kathmandu ha chiesto circa mezzo milione di tende per i senzatetto. Il bilancio ufficiale delle vittime, intanto, ha superato i 5mila ma il governo stima che i morti potrebbero salire a oltre 10mila, come ha ipotizzato il premier Sushil Koirala.
Esplode la rabbia a Kathmandu - Quattro giorni dopo il sisma, Kathmandu è però una polveriera di rabbia e tensioni: nella notte tra il 28 e 29 aprile a migliaia si erano radunati vicino alla stazione delle corriere e quando si sono accorti che non c'era traccia delle 250 corse supplementari promesse dal governo per favorire gli spostamenti, ci sono stati scontri con la polizia. Anche il premier, Sushil Koiral, in visita a un ospedale di Kathmandu, è stato contestato. Tra gli errori rimproverati al governo, anche aver chiesto ai Paesi che si erano offerti di non inviare più team di soccorritori e medici.
I soccorsi - Le scosse, intanto, sono diminuite in modo significativo, ma centinaia di migliaia di persone continuano a dormire in strada, perché le loro case sono distrutte o gravemente danneggiate. E non si ferma l'esodo dalla valle di Kathmandu, la più a rischio: per paura di nuove scosse, 340.000 persone hanno già abbandonato la zona (66mila solo oggi). Il governo ha ammesso di essere stato travolto dall'enormità della catastrofe: "Ci sono stati alcuni punti deboli, ma il disastro è stato enorme e senza precedenti", ha detto il ministro delle Comunicazioni, Minendra Rijal Kantipur. I primi elicotteri dei soccorsi sono riusciti ad atterrare nelle più remote zone di montagna; e in altre zone, dove neanche gli elicotteri riescono ad atterrare, l'esercito ha cominciato a farsi strada via terra, prima in autobus, poi a piedi, inerpicandosi lungo sentieri sassosi, minacciati da frane e colpi di detriti.
Unicef: 1,7 milioni i piccoli che hanno urgente bisogno d'aiuto - E cresce l'allarme perché ci sono sempre più segnalazioni di casi di bambini soli o separati dalle famiglie: l'Unicef ha quantificato in 1,7 i piccoli che hanno urgente bisogno di aiuto.
Around 1.7m children are now in urgent need of aid in areas worst-hit by #NepalEarthquake http://t.co/fHw3l3mLe2 pic.twitter.com/UmuJSbjAi6
— UNICEF (@UNICEF) 29 Aprile 2015
Unica nota positiva, il fatto che ancora si trovi qualcuno vivo sotto le macerie: estratti vivi un neonato di 4 mesi e un ragazzo di 27 anni sopravvissuto per 82 ore sotto le macerie di un hotel. Nel video qui sotto la sua testimonianza.