Dai video dei bombardamenti ripresi con il cellulare alle foto che documentano la difficile situazione umanitaria, passando per le campagne per dire “basta” al conflitto, ecco come la società civile yemenita fa sentire la propria voce online
Yemen: 551 civilians killed, including at least 115 children, & 1,185 wounded since 26 March http://t.co/fKhSwDfk8o via @UNRightsWire
— United Nations (@UN) April 24, 2015
Come segnalato dall’Unicef, rimane particolarmente problematica la situazione per i bambini. #Yemen: children are paying a devastating price in the conflict now entering its fifth week http://t.co/Xay1qBXWW0 pic.twitter.com/Q3iiuprjOp
— UNICEF (@UNICEF) April 26, 2015
Proprio nelle scorse settimane, poi, l’organizzazione Human Rights Watch ha fornito le prove dell’utilizzo di bombe a grappolo da parte dell’Arabia Saudita: secondo l’ONG, queste armi sarebbero state fornite dagli Stati Uniti (che in questo conflitto appoggiano i sauditi, mentre gli Houthi sono sostenute dall’Iran). Yemen: Saudi-Led Airstrikes Used Cluster Munitions http://t.co/L9jmWwdOuK
— Human Rights Watch (@hrw) May 3, 2015
Mentre si fa sempre più difficile la copertura giornalistica di questo conflitto, molti cittadini yemeniti si preoccupano di tenere alti i riflettori: in tanti negli ultimi mesi hanno fatto ricorso ai social media per condividere testimonianze di prima mano dei bombardamenti e degli attentati nel paese, spesso utilizzando l’hashtag #KefayaWar (“Kefaya” in arabo vuol dire “basta” nel senso di “ne abbiamo abbastanza"). #OurYemen #KefayaWar from #Taiz #ResoluteStorm pic.twitter.com/rfSPB9tS19
— S a l a #KefayaWar (@Not_Sala) March 31, 2015
Life ain't easy in Yemen they cant sleep. Morning to find some money at night listening to the bombing. #KefayaWar pic.twitter.com/YM5SrmpXhO
— Hussein M. Ba'ashen (@Husseinbaashen) April 12, 2015
I social media vengono utilizzati anche per documentare in presa diretta gli episodi di violenza. E, così, quando lo scorso lunedì 20 Aprile le forze saudite hanno bombardato una sospetta base militare Houthi a Sana’a, l’esplosione che ne è risultata è stata ripresa da un residente, le cui immagini hanno poi fatto il giro del mondo. Video received via watsapp.. I felt my heart being ripped off #KefayaWar #yemen pic.twitter.com/b3tn4P6I7w
— Rasha Jarhum (@RashaJarhum) April 20, 2015
Come si vede nella parte finale del video, l’esplosione ha causato seri danni nella capitale, con più di 46 persone morte e 300 feriti. Molti altri abitanti di Sana’a hanno poi pubblicato le loro foto, con diverse testimonianze di abitazioni danneggiate e vetri rotti. MSF offices in Hadda-Sanaa were affected by the huge explosion that took place about 1 hour ago #Sanaa #YemenCrisis pic.twitter.com/IHtKmpzd6U
— أطباء بلا حدود-اليمن (@msf_yemen) 20 Aprile 2015
Non solo Sana’a, comunque. Anche nelle altre città, spesso dimenticate dai media internazionali, le immagini dei bombardamenti vengono riprese con i cellulari e condivise subito online, come nel caso di questo video dello scorso 17 Aprile relativo all’esplosione del Palazzo del Popolo a Taiz. Footage of the destruction of the People Palace in #Taiz, next to my college. It is a symbol of pride. #Yemen pic.twitter.com/INMRwWSgHY
— Mohammed Al-Asaadi (@alasaadim) April 17, 2015
O, ancora, questo bombardamento nella città del sud di Aden dello scorso 25 Aprile. Pix of today's Saudi raids in Aden city. South Yemen #kefayawar #YemenUnderAttack #HandsOffYemen pic.twitter.com/br28yubPri
— Fatik Al-Rodaini (@Fatikr) April 24, 2015
“Andiamo a dormire e ci svegliamo con i missili dell’Arabia Saudita, ogni giorno perdiamo un caro amico o un familiare, siamo circondati dalla morte e la nostra vita non ha più un senso”, è il duro messaggio condiviso da Osama Abdullah, blogger che sta seguendo attivamente il conflitto online dal suo account PoliticsYemen.Le difficoltà della vita quotidiana sono al centro anche dei messaggi condivisi da altri utenti, che documentano gli scaffali dei negozi sempre più vuoti, la mancanza di acqua, elettricità e altri beni di prima necessità, costringendo molti yemeniti a “vivere nel buio, spaventati per la nostra vita”, come scrive l’account Rooj. Le conseguenze della mancanza di elettricità si fanno sentire in particolare sugli ospedali che devono già gestire una situazione molto critica.
Per far fronte alla mancanza di elettricità, molti utenti si organizzano in “recharging party” per ricaricare i cellulari a casa di chi ha a disposizione generatori.
Funny pic going around. Impacts of power outage pic.twitter.com/UPhsYvrhob
— Ammar Al-Aulaqi (@ammar82) April 15, 2015
Nelle ultime settimane, poi, è diventata sempre più drammatica la carenza di beni alimentari (in particolare, di farina) come dimostrano le diverse foto con i panifici chiusi. Stesso discorso per l’acqua, per la quale bisogna fare lunghe file, tanto che la Onu fa fatica a consegnare le riserve. Proprio a questo proposito scrive la giornalista Shatha AlHarazi: “Nel 2011 sognavano uno stato civile, con leggi e uguaglianza. Nel 2015 sognato l’acqua e la sicurezza”. In 2011 we dreamt of a civil state. Rule of law. Equal citizenship. 2015 we dream of water and safety #Yemen #Sanaa pic.twitter.com/L9h0SMTEQ8
— The Voice (@ShathaAlHarazi) April 30, 2015
In tutto ciò, non mancano le re-interpretazioni creative del conflitto. Come nel caso di questa immagine realizzata da un grafico residente a Sana’a: una versione modificata della classica schermata del meteo sull’iPhone, dove le bombe e i caccia hanno preso il posto del sole e delle nuvole. This is what I should really get when checking the weather in Yemen on my iPhone. #DecisiveStorm pic.twitter.com/BZmLOXWfX1
— Ibrahim Alhemyari (@brrhom) April 5, 2015