La Turchia blocca i social: niente foto del pm ucciso

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Le autorità hanno reso inaccessibili i social per impedire la circolazione delle immagini del procuratore sequestrato. Facebook e Twitter le rimuovono e tornano visibili. A Mestre fermato latitante turco reclutatore del gruppo che rapì il magistrato

Le autorità turche hanno bloccato l’accesso ai social media per impedire la circolazione delle foto del procuratore sequestrato e poi ucciso durante il blitz che doveva liberarlo la settimana scorsa. Dopo alcune ore, Facebook e Twitter sono tornati visibili dopo che entrambi hanno adempiuto all'ordine di rimuovere la foto dalle proprie pagine, mentre YouTube resta bloccato. Si tratta della prima misura amministrativa di tale ampiezza dopo quella simile presa un anno fa per impedire la diffusione delle denunce di corruzione contro il governo islamico-conservatore al potere.

La decisione delle autorità turche - Secondo il quotidiano Hurriyet, l'ordine è stato emanato dalla magistratura, che ha agito in base a specifiche denunce. Nei giorni scorsi erano circolate sui social media varie immagini del magistrato sotto la minaccia delle armi dei due terroristi.
YouTube ha inoltre pubblicato sul sito il messaggio dall'Authority di Vigilanza delle Telecomunicazioni con la "misura amministrativa" intimata. Lo scorso anno la Turchia ha rafforzato le leggi che consentono alle autorità di bloccare i social network.

A Mestre fermato un latitante turco, reclutatore del gruppo DHKR/C - Intanto, la Polizia di Venezia ha fermato un turco nei cui confronti c'era un mandato di cattura internazionale, per fini di estradizione, emesso dalla magistratura di Ankara per terrorismo. L'uomo, che aveva documenti austriaci, è stato bloccato all'uscita di un albergo di Mestre. Secondo gli inquirenti si tratta di un presunto reclutatore per conto del 'Fronte rivoluzionario per la liberazione del popolo' (acronimo DHKR/C), l'associazione terroristica che ha ucciso, il 31 marzo scorso, a Istanbul il pm Mehmet Selim Kiraz.
"Il latitante adesso è a disposizione della Corte di Appello per l'eventuale estradizione - ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano - Il livello di allerta è tale che, anche e soprattutto nei giorni della Pasqua, i controlli di sicurezza, su tutto il territorio, sono altissimi. Tutte  le Forze dell'Ordine, così come stabilito dal 'Casa' (Comitato di  Analisi Strategica Antiterrorismo), sono impegnate senza sosta sul fronte antiterrorismo per individuare ogni fonte di possibile rischio e pericolo".

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