L’azione rivendicata da un gruppo che si presenta con il nome di CyberCaliphate e dice di agire per conto dello Stato islamico. I contenuti condivisi (e subito rimossi) su Twitter e Youtube sembra fossero in parte pubblici, in parte riservati
In una serie di tweet pubblicati nel giro di 30 minuti (prima che arrivasse la sospensione dell’account), gli autori dell’attacco hanno annunciato di voler portare avanti la “CyberJihad… nel nome di Allah”, poi hanno minacciato con parole più forti: “Soldati americani stiamo arrivando. Guardatevi alle spalle”. A seguire sono state pubblicate in rete una serie di documenti, mappe, fogli Excel e pagine di PowerPoint che, secondo gli autori dell’attacco, sarebbero riservati e rivelerebbero le strategie di scenari di guerra con la Corea del Sud e la Cina, oltre ai dettagli personali dei soldati a stelle e strisce.
In realtà, come hanno sottolineato diversi analisti, molti dei documenti condivisi sono già disponibili online, mentre solo alcuni proverrebbero da siti protetti da password. Secondo un portavoce dell’esercito Usa, per entrare in possesso di questi ultimi documenti “devi lavorare dentro la nostra organizzazione o devi avere una card di accesso, chiamata TacCard”. Sull’account YouTube (anche questo è stato subito sospeso) sono stati invece pubblicati tre video di propaganda dell’Isis.
So far hacked @CENTCOM has only shared public documents or ones marked "for official use only." Quite a few steps away from classified...
— Blake Sobczak (@BlakeSobczak) January 12, 2015
L’attacco agli account Twitter e Youtube è stato confermato anche dall'US Central Command ed è arrivato proprio mentre Barack Obama era impegnato in un evento sulla cybersicurezza. "I'm announcing new steps to protect the identities and privacy of the American people." —President Obama #Cybersecurity
— Barack Obama (@BarackObama) 12 Gennaio 2015
Come ha evidenziato la BBC, l’operazione sembra dettata più dalla volontà di ottenere visibilità sui media, che non da una vera e propria intrusione nei sistemi del Pentagono. Al tempo stesso, però, scrive la BBC, “la tempistica non poteva essere più imbarazzante”. Un aspetto, questo, sottolineato anche da Zeke Miller, della rivista Time. hacked @CENTCOM posts appear to be largely benign, but embarrassing. It’s all public or FOUO info
— Zeke Miller (@ZekeJMiller) January 12, 2015
Un attacco simile sotto il nome di “CyberCaliphate” era stato lanciato nei giorni scorsi nei confronti dei profili Twitter di diverse emittenti e testate locali statunitensi, tra cui l’Albuquerque Journal e network locali affiliati di CBS e Fox. Mentre veniva messa a segno questo attacco, il collettivo Anonymous ha lanciato l’operazione #OpCharlieHebdo per colpire i siti filo-jihadisti nell’ambito delle proteste per gli attentati al settimanale Charlie Hebdo. Dopo alcune ore il commando centrale americano ha riattivato i propri account. Lo ha annunciato il Centcom direttamente con un tweet:
We're back! CENTCOM temporarily suspended its Twitter account after an act of cybervandalism. Read more: http://t.co/hiwvSp3uWt
— U.S. Central Command (@CENTCOM) 13 Gennaio 2015