Siria, "padre Dall'Oglio detenuto in un carcere dell'Isis"

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Padre Paolo Dall'Oglio in una foto d'archivio
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Secondo il presidente dell'Osservatorio siriano Diritti umani, il gesuita scomparso nel luglio 2013 sarebbe stato trasferito "in un sobborgo in provincia di Aleppo, controllato dai jihadisti". Ma il ministro Gentiloni: "Purtroppo non possiamo confermare"

Padre Paolo Dall'Oglio, scomparso il  29 luglio 2013 in Siria, sarebbe "vivo e detenuto in un carcere dello Stato islamico" nella provincia di Aleppo. E' quanto sostiene il presidente dell'Osservatorio siriano per i Diritti  umani, Rami Abdel Rahaman, interpellato da Aki-Adnkronos sulla sorte  del gesuita le cui tracce si sono perse a Raqqah, roccaforte del  'califfato' nella Siria settentrionale.
"Purtroppo non sembra che ci siano conferme a queste notizie" ha però detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni a Rainews24. "Non abbiamo la possibilità di confermare".

Il presidente dell'Ong con sede a Londra ha spiegato di aver appreso da fonti vicine all'Isis che Dall'Oglio, il cui rapimento non è mai stato rivendicato, "è stato trasferito in un sobborgo della provincia di Aleppo, in una zona controllata dai jihadisti" dell'Is.
Abdel Rahaman ha invece affermato di "non avere alcuna notizia" riguardo le due giovani italiane Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, rapite anche loro in Siria quasi sei mesi fa mentre seguivano progetti umanitari ad Aleppo. 

La notizia su Dall'Oglio sarebbe stata confermata all'Ansa da fonti di Raqqa, interpellate telefonicamente via Skype e definite “attendibili”. Le fonti citano un ex detenuto nella prigione dell'Isis a Raqqa che, liberato due settimane fa, ha affermato di aver sentito dai suoi carcerieri che Dall'Oglio è stato trasferito nella prigione di Tabqa, al confine tra la regione di Raqqa e quella di Aleppo.

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