Secondo la classifica annuale di Transparency International il Belpaese è al 69esimo posto nel mondo. Danimarca e Nuova Zelanda sono le nazioni più virtuose. Somalia e Corea del Nord chiudono la classifica. LA MAPPA
Ultima tra gli Stati del G7, maglia nera in Europa e al 69esimo posto nel mondo. L'Italia non brilla nell'indice sulla percezione della corruzione. Unica nota positiva è il punteggio assegnatole da Transparency International, che rimane invariato da due anni. Ma a causa del miglioramento dei parametri di Grecia, Bulgaria e Romania, nell'UE il Belpaese finisce all'ultimo posto.
Ogni anno l'organizzazione non governativa, che dal 1995 stila il report sulla corruzione, assegna un punteggio che va da zero (gravemente corrotto) a 100 (assolutamente pulito) per 175 Paesi del mondo. Ai primi posti della classifica spiccano la Danimarca e la Nuova Zelanda, con i rispettivi punteggi di 92 e 91. Terzo posto per la Finlandia, con 89 punti. All'estremo opposto si trovano la Somalia e la Corea del Nord con 8 punti e il Sudan, con 11. L'Italia ha ottenuto un punteggio di 43, considerato una soglia di “trasparenza insufficiente”.
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Il “Corruption Perception Index 2014” è calcolato utilizzando 12 fonti di dati da 11 istituzioni internazionali, come la Banca mondiale e la Banca africana per lo Sviluppo. L'indice ha l'obiettivo di misurare la percezione della corruzione nel settore pubblico durante gli ultimi due anni. Hanno fatto meglio del nostro Paese Kuwait e Sud Africa, entrambi al 67esimo posto con un punteggio di 44. Poco dietro si colloca il Montenegro con 42 punti. Insieme all'Italia ci sono anche Brasile, Senegal e Swaziland.
Secondo il report la corruzione è un problema diffuso su scala globale. Il 69 percento dei 175 Paesi analizzati ha punteggi inferiori a 50, al di sotto della soglia di sufficienza. L'Unione Europea invece va in controtendenza, facendo registrare una media di 64/100, grazie soprattutto alle performance dei Paesi scandinavi e della Germania (12esima in classifica). Buono il piazzamento degli Stati Uniti, che alzano di un punto il loro indice e si attestano al 17esimo posto nel mondo.
Ogni anno l'organizzazione non governativa, che dal 1995 stila il report sulla corruzione, assegna un punteggio che va da zero (gravemente corrotto) a 100 (assolutamente pulito) per 175 Paesi del mondo. Ai primi posti della classifica spiccano la Danimarca e la Nuova Zelanda, con i rispettivi punteggi di 92 e 91. Terzo posto per la Finlandia, con 89 punti. All'estremo opposto si trovano la Somalia e la Corea del Nord con 8 punti e il Sudan, con 11. L'Italia ha ottenuto un punteggio di 43, considerato una soglia di “trasparenza insufficiente”.
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Il “Corruption Perception Index 2014” è calcolato utilizzando 12 fonti di dati da 11 istituzioni internazionali, come la Banca mondiale e la Banca africana per lo Sviluppo. L'indice ha l'obiettivo di misurare la percezione della corruzione nel settore pubblico durante gli ultimi due anni. Hanno fatto meglio del nostro Paese Kuwait e Sud Africa, entrambi al 67esimo posto con un punteggio di 44. Poco dietro si colloca il Montenegro con 42 punti. Insieme all'Italia ci sono anche Brasile, Senegal e Swaziland.
Secondo il report la corruzione è un problema diffuso su scala globale. Il 69 percento dei 175 Paesi analizzati ha punteggi inferiori a 50, al di sotto della soglia di sufficienza. L'Unione Europea invece va in controtendenza, facendo registrare una media di 64/100, grazie soprattutto alle performance dei Paesi scandinavi e della Germania (12esima in classifica). Buono il piazzamento degli Stati Uniti, che alzano di un punto il loro indice e si attestano al 17esimo posto nel mondo.