L'esercito iracheno, con il sostegno Usa, è riuscito a entrare nella città sciita turcomanna a 160 chilometri da Baghdad. Era sotto il controllo dell'Isis dal 18 giugno. È uno dei primi successi contro lo Stato islamico. Residenti a corto di cibo e acqua
I militari iracheni hanno riconquistato il controllo di Amerli, città nel nord del Paese sotto l’assedio dei jihadisti dell’Isis da due mesi. A dare l’annuncio Jassem Hamad, ministro per la Gioventù del governo di Baghdad. “Le forze irachene sono riuscite a entrare nella città, popolata soprattutto da sciiti turcomanni, e liberarla dai ribelli", ha dichiarato ai giornalisti.
Sostegno aereo degli Usa - All'operazione hanno preso parte l'esercito iracheno e migliaia fra miliziani sciiti e curdi, con la copertura degli aerei dell'aviazione di Baghdad ma anche di jet Usa. La liberazione di Amerli è uno dei primi successi dell'Iraq nel suo tentativo di respingere i jihadisti dell'Isis, che hanno occupato ampie fasce di territorio dall'inizio di giugno e che controllano anche vaste regioni in Siria.
Situazione non ancora stabilizzata - L’assedio, ha spiegato il generale Qassem Atta (portavoce dei servizi di sicurezza), era stato imposto dallo Stato islamico il 18 giugno scorso. “È un successo molto importante", ha aggiunto. Pur ammettendo che in alcune zone della città si continua a sparare. Tutti i villaggi che circondano Amerli, infatti, sono stati completamente liberati ma la situazione non è ancora stabilizzata: mentre sul terreno i soldati cercano di mettere in sicurezza la città strada per strada, gli Usa continuano a bombardare i dintorni laddove viene ancora segnalata una più o meno consistente presenza di jihadisti dell'Isis.
Aiuti alla popolazione - Gli abitanti di Amerli, circa 20mila, hanno sofferto la mancanza di cibo e acqua durante l'assedio e hanno temuto di essere uccisi. L'Onu aveva anche messo in guardia contro il rischio di un "massacro". Sulla città, a 160 chilometri da Baghdad, gli Stati Uniti hanno lanciato aiuti umanitari occidentali “su richiesta del governo iracheno”.
Sostegno aereo degli Usa - All'operazione hanno preso parte l'esercito iracheno e migliaia fra miliziani sciiti e curdi, con la copertura degli aerei dell'aviazione di Baghdad ma anche di jet Usa. La liberazione di Amerli è uno dei primi successi dell'Iraq nel suo tentativo di respingere i jihadisti dell'Isis, che hanno occupato ampie fasce di territorio dall'inizio di giugno e che controllano anche vaste regioni in Siria.
Situazione non ancora stabilizzata - L’assedio, ha spiegato il generale Qassem Atta (portavoce dei servizi di sicurezza), era stato imposto dallo Stato islamico il 18 giugno scorso. “È un successo molto importante", ha aggiunto. Pur ammettendo che in alcune zone della città si continua a sparare. Tutti i villaggi che circondano Amerli, infatti, sono stati completamente liberati ma la situazione non è ancora stabilizzata: mentre sul terreno i soldati cercano di mettere in sicurezza la città strada per strada, gli Usa continuano a bombardare i dintorni laddove viene ancora segnalata una più o meno consistente presenza di jihadisti dell'Isis.
Aiuti alla popolazione - Gli abitanti di Amerli, circa 20mila, hanno sofferto la mancanza di cibo e acqua durante l'assedio e hanno temuto di essere uccisi. L'Onu aveva anche messo in guardia contro il rischio di un "massacro". Sulla città, a 160 chilometri da Baghdad, gli Stati Uniti hanno lanciato aiuti umanitari occidentali “su richiesta del governo iracheno”.