Boia Foley, Sunday Times: identificato "John il jihadista"

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Secondo il giornale, i servizi britannici avrebbero individuato l'assassino del reporter Usa ucciso dall'Isis. Le fonti non fanno nomi, ma per la stampa il "sospettato chiave" è un ex rapper londinese. Gb invia forze speciali in Iraq e Siria

L’assassino di Jim Foley, il giornalista americano decapitato dai jihadisti dell’Isis, sarebbe stato identificato dai servizi interni ed esteri del Regno Unito (MI5 e MI6). A dirlo è il Sunday Times, che riporta la notizia in prima pagina. Ex rapper rimane “sospettato chiave” - Le fonti del governo, si legge nell’articolo, non hanno reso nota l’identità di “John” ma il giornale rilancia un’indiscrezione pubblicata ieri da The Sun: un “sospettato chiave" sarebbe Abdel Majed Abdel Bary, ex rapper londinese di 23 anni che avrebbe lasciato la casa di famiglia in un elegante quartiere di Londra l'anno scorso per combattere al fianco dei jihadisti. Per risalire alla sua identità, sempre secondo il Sunday Times, sarebbero stati utilizzati non solo sofisticati software per il riconoscimento della voce, ma anche sistemi di mappatura del territorio e addirittura una tecnica capace di individuare una persona attraverso l’impronta delle vene sulla sua mano. Bary sarebbe sospettato anche di essere il giovane ritratto in una foto, recentemente circolata sui social network, con in mano una testa decapitata.

Ministro Interni: “Usare tutti i mezzi per fermarli” - “John”, anche secondo un articolo pubblicato dal quotidiano britannico The Guardian, sarebbe un membro del gruppo jihadista britannico conosciuto come “The Beatles”. Un ex ostaggio ha detto al giornale che il gruppo è responsabile della gestione degli ostaggi internazionali. Il ministro degli Esteri britannico Philip Hammond, in una pagina interna del Sunday Times, sottolinea che vi è un “impegno congiunto tra le comunità e il governo per eliminare le false rappresentazioni radicali dell'insegnamento dell'Islam”. Sceglie il Daily Telegraph, invece, il ministro britannico degli Interni, Theresa May. In un articolo che porta la sua firma, annuncia l'inasprimento di misure per affrontare la minaccia del jihadismo cresciuto “in casa”. "Dobbiamo fermarli. Dobbiamo impedire che continuino a partire da qui per combattere in Siria e Iraq", dice. E per questo, continua, "dobbiamo usare tutti i mezzi che la legge ci consente".

In arrivo leggi speciali - Il Regno Unito, quindi, si prepara a moltiplicare i ricorsi alla cosiddetta “prerogativa reale”: permette al governo di ritirare il passaporto a chi intende uscire dal Paese per partecipare ad attività terroristiche, ma anche di introdurre misure contro gli estremisti non direttamente coinvolti con il terrorismo. May avverte che la lotta contro il terrorismo "continuerà per decenni". Il suo ministero sta preparando una nuova legge che prevede i cosiddetti “Aspo” (“anti-social behaviour orders”, restrizioni a soggetti con comportamenti pericolosi) per fermare estremisti e predicatori radicali, le cui tesi non costituiscono un reato per le norme vigenti. Il ministro annuncia, inoltre, che renderà illegale l'adesione a gruppi con ideologie violente, anche se non coinvolti in attività terroristiche. E anche scuole e organismi locali saranno tenuti a combattere l'estremismo.

Soldati speciali britannici in Iraq e Siria - A Londra, impegnati nel tentativo di individuare “John il jihadista”, ci sarebbero anche agenti dell'Fbi ad affiancare l'intelligence britannica e Scotland Yard. Sono indagini delicate, condotte con discrezione e da cui trapelano pochi dettagli. Secondo il Mail on Sunday, inoltre, il Regno Unito avrebbe inviato nelle ultime 48 ore in Iraq e in Siria una “notevole forza” composta da soldati della Sas (Special Air Service) e della Srr (Special Reconnaissance Regiment) per “condurre operazioni high-tech che potrebbero portare alla cattura di estremisti nel giro di qualche giorno”.

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