Siria, jihadisti uccidono un reporter americano

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In un video diffuso dall’Isis si vede James Foley, rapito nel 2012, mentre viene decapitato da un terrorista. L'assassino parla con spiccato accento britannico. Minacce di morte anche a un altro giornalista. La Casa Bianca: "Il filmato è autentico"

La campagna di terrore dello Stato islamico in Iraq e nel Levante (Isis) raggiunge gli Usa: gli jihadisti, che hanno preso il controllo di buona parte del territorio iracheno e siriano, hanno infatti annunciato l'uccisione di un giornalista freelance americano rapito in Siria nel 2012, James Foley, postando su internet un video in cui si vede un terrorista che sembra tagliargli la gola. Nel filmato si vede poi anche un altro giornalista americano, Steven Joel Sotloff, a sua volta rapito in Siria: "La vita di questo cittadino americano, Obama, dipende dalle tue prossime decisioni", minaccia il terrorista. La Casa Bianca ha fatto sapere che secondo le analisi dell'intelligence Usa, il video è autentico.

Sotto accusa dei jihadisti i raid Usa in Iraq - Si tratta di un filmato, di meno di 5 minuti, dal titolo "Messaggio all'America" e in cui compare la scritta: "Obama ha autorizzato operazioni militari contro lo Stato islamico ponendo effettivamente l'America su un piano scivoloso verso un nuovo fronte di guerra contro i musulmani". Poi, si vede quando nelle settimane scorse il presidente Obama dalla Casa Banca ha annunciato l'avvio di raid aerei Usa in Iraq.

L'accento britannico del terrorista - Secondo gli esperti che stanno esaminando il filmato, l'uomo coperto che avrebbe ucciso Foley parla con uno spiccato accento britannico, probabilmente della zona di Londra. Il ministro degli esteri britannico Philip Hammond ha affermato che Londrà è consapevole della presenza di britannici "in numeri significativi" tra gli estremisti che operano all'estero. "Su questo stiamo lavorando da molti molti mesi e non credo che questo video cambi particolarmente le cose, se non nel rafforzare la consapevolezza di una situazione molto grave". Hammond ha quindi ribadito che proprio il coinvolgimento di cittadini britannici con gruppi estremisti è una regione per cui l'Isis "rappresenta una minaccia diretta" per la sicurezza del Regno Unito. Il premier David Cameron ha interrotto le sue vacanze per fare immediato ritorno a Londra.

Il rapimento nel 2012 - Foley è stato rapito il 22 novembre 2012. Fino al giorno prima aveva inviato reportage e video dal nordovest della Siria, teatro di violenti scontri tra ribelli e regime di Damasco. Secondo le ricostruzioni, sarebbe stato prelevato nelle vicinanze di Taftanaz, insieme al suo autista e al suo traduttore, che sono poi stati rilasciati.
Reporter di guerra esperto, Foley aveva già coperto i conflitti in Afghanistan e Libia. Nell'aprile 2011 era già stato vittima di un rapimento nell'est della Libia, ad opera di un gruppo di sostenitori del regime di Gheddafi. Con lui erano stati prelevati altri due giornalisti, l'americana Clare Gillis e lo spagnolo Manu Brabo, mentre un quarto, il sudafricano Anton Hammerl, era stato ucciso. I tre avevano passato 44 giorni in prigionia prima di essere liberati.

Il dolore della famiglia - Dopo il suo rapimento, la famiglia Foley ha creato un sito web per chiedere il suo rilascio e sensibilizzare l'opinione pubblica. Oggi, quel sito, in cui sono pubblicate molte notizie del giornalista, è stato rapidamente inondato di messaggi di cordoglio, diffusi via Twitter da tutto il mondo.
"Non siamo mai stati così orgogliosi di nostro figlio. Ha dato la sua vita cercando di rivelare al mondo la sofferenza del popolo siriano": queste le prime parole di Diane Foley, madre di James.


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