Iraq, raid Usa. I curdi: riconquistata la diga di Mosul

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Quattordici attacchi di caccia e droni per proteggere gli americani a Ibril. Le forze Peshmerga avrebbero ripreso il controllo anche di Tel Skuf, Ashrafia e Batnaya. Miliziani dell'Esercito islamico a 100 km da Baghdad. Polemiche per le parole Di Battista

Appoggiate da raid aerei americani sempre più pesanti, le forze curde dei Peshmerga hanno proseguito oggi la loro controffensiva contro le milizie dello Stato islamico (Isis), riconquistando la strategica diga di Mosul e tre cittadine più a est. Ma per l'Isis il conflitto va al di là dei confini dell'Iraq, investendo anche i territori contigui nel nord della Siria, facenti parte del loro autoproclamato Califfato islamico. L'ong Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) ha denunciato oggi il rapimento da parte dei jihadisti di 150 membri del clan tribale degli Shaitat, nella provincia nord-orientale di Dayr az Zor, dopo che ieri aveva parlato di un massacro di 700 uomini della stessa tribù nelle ultime settimane (tutti i video - civili in fuga: foto).

Riconquistata la diga di Mosul -
In serata fonti curde citate dall'agenzia irachena Nina hanno detto di avere ripreso il pieno controllo della diga sul Tigri, la più grande dell'Iraq, 60 chilometri a nord di Mosul, che fornisce acqua ed elettricità alla piana di Ninive. L'impianto era caduto il 7 agosto scorso nelle mani dei jihadisti. In appoggio alla controffensiva curda, caccia e droni americani hanno condotto oggi 14 nuovi raid contro le postazioni dell'Isis, che si sono aggiunti ai nove lanciati ieri. Gli attacchi, sottolinea il Pentagono, hanno danneggiato o distrutto dieci vettori blindati, sette Humvees, due veicoli armati e un checkpoint dell'Isis. La Nina aggiunge che ai jihadisti sono state inflitte "pesanti perdite". La televisione satellitare panaraba Al Jazira ha detto che i Peshmerga hanno riconquistato anche tre cittadine cadute solo la settimana scorsa nelle mani dello Stato Islamico. Si tratta di Tel Skuf, Ashrafia e Batnaya.

I nuovi raid Usa -
Il Pentagono ha ribadito che i raid americani mirano a proteggere il personale Usa nella regione autonoma del Kurdistan e a sostenere gli sforzi per gli aiuti umanitari alle centinaia di migliaia di profughi che vi si sono riversati davanti all'avanzata jihadista, molti cristiani o appartenenti alla minoranza degli Yazidi. Ma in un intervento stamane sul Sunday Telegraph il primo ministro britannico David Cameron è sembrato accennare all'opportunità di un intervento militare su più larga scala, affermando che contro la minaccia dell'Isis non è sufficiente la sola azione umanitaria, in cui Londra è già impegnata, con l'invio di aiuti ai rifugiati.

Isis nel mirino anche in Siria -
In Siria, intanto, l'Ondus segnala ben 26 raid compiuti dall'aviazione di Damasco sulle postazioni dello Stato islamico nella provincia di Raqqa, con l'uccisione di 31 jihadisti, ma anche otto civili, tra cui alcuni bambini. Si tratta di attacchi senza precedenti contro l'Isis da parte delle forze del regime, che da tempo ha perso il controllo di vaste regioni nel nord del Paese. Un messaggio, secondo l'ong, inviato dal presidente siriano Bashar al Assad agli americani che le sue forze sono schierate sullo stesso fronte nella lotta ai fondamentalisti. La stessa organizzazione ha detto di aver ricevuto un video in cui una quarantina di anziani del clan degli Shaitat hanno dovuto piegarsi alle minacce dello Stato islamico, affermando che "l'Isis si batte per la giustizia", nella speranza di ottenere la liberazione di 150 dei loro uomini che si ritiene sequestrati dai jihadisti.

Bufera su Di Battista (M5S) - E non si placa la polemica tutta italiana scatenata dalle parole del deputato del Movimento 5 Stelle, Alessandro Di Battista, che sul blog di Grillo ha detto che "il terrorismo è la sola arma rimasta a chi si ribella". Prende le distanze anche un compagno di partito, l'onorevole Walter Rizzetto, che afferma: "Ha parlato a titolo personale. Sicuramente avrei usato maggior cautela".

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