Gaza, morto giornalista italiano. Proclamata nuova tregua

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Il tesserino da giornalista del videoreporter morto a Gaza

Simone Camilli è stato ucciso dallo scoppio di una bomba inesplosa, mentre ne stava filmando il disinnesco. Travolte dalla deflagrazione anche altre 4 persone. Il padre: "Fiero di lui". Fonti palestinesi: raggiunta intesa per cessate il fuoco di 5 giorni

Un videoreporter italiano, Simone Camilli, è morto a Beit Lahya, nel nord della Striscia di Gaza. A confermare la notizia è la Farnesina. Il giornalista, nato a Roma il 28 marzo del 1979, è deceduto a causa di un’esplosione che ha provocato altre 4 vittime e diversi feriti. Lo scoppio è avvenuto durante il tentativo di alcuni artificieri palestinesi di disinnescare un ordigno israeliano.

Intesa per una nuova tregua - La tragedia, in un giorno di tregua nella Striscia, dove il cessate il fuoco ha retto per quasi tutta la giornata per poi essere violato dal lancio di razzi su Israele. Nonostante questo, in serata, è stato raggiunto l'accordo per una nuova tregua di 5 giorni, secondo quanto riferiscono fonti palestinesi.

"È sempre stato in prima linea" - Camilli lavorava per diverse agenzie internazionali, tra cui l’Associated Press. Aveva una grande esperienza sul campo e aveva coperto alcuni dei maggiori eventi, dal Medio Oriente alla Turchia ai Balcani fino al disastro della Costa Concordia. "Simone viveva da lungo tempo in quella zona, ma in passato ha seguito anche altri conflitti in zone difficili del mondo. Autore di numerosi reportage, è sempre stato in prima linea”, raccontano alcuni parenti della vittima.

Il padre: "Fiero di lui" - Il padre di Simone, Pier Luigi, è un ex giornalista Rai e attuale sindaco di Pitigliano, nel Grossetano. Nel comune sono state “sospese per lutto tutte le manifestazioni in programma”. “Con Simone avevo parlato l'altro giorno. Gli avevo detto di stare attento ma mi aveva risposto di non preoccuparmi, che la situazione era tranquilla”, ha detto Pier Luigi Camilli. L’uomo ha raccontato di aver visto suo figlio per l'ultima volta “una settimana fa. Siamo stati con lui, con la moglie olandese e la figlioletta splendida di tre anni in vacanza in Toscana”. “Sono fiero di lui – ha aggiunto l’ex giornalista Rai –, aveva questo lavoro nel sangue. Ora partiamo per Gaza e ce lo riportiamo a casa”.

Le parole del padre di Simone Camilli

L'esplosione durante il tentativo di disinnescare un ordigno - La deflagrazione che ha ucciso Camilli sarebbe avvenuta durante il tentativo di artificieri palestinesi di disinnescare un ordigno sganciato da un F-16 israeliano e rimasto sul terreno. Il giornalista italiano stava seguendo i lavori per neutralizzare l’ordigno. Oltre a Camilli, le vittime sono Tayssir al-Hum, responsabile dell'unità speciale per la neutralizzazione degli ordigni; il suo vice Hazem Abu Murad; il loro assistente Billal Sultan; il giornalista e traduttore Ali Abu Afash.

Nella bomba “c’era una sorta di trappola” - Le operazioni di disinnesco erano iniziate nella prima mattinata, quando la bomba era stata trasferita da una località vicina ai grattacieli di Sheikh Zayed, presso Beit Lahya, in un campo di calcio distante oltre cento metri. Questa precauzione, secondo fonti locali, ha poi salvato altre vite umane. In quel campo di calcio, nei giorni scorsi, erano stati neutralizzati altri ordigni rimasti sul terreno. Questa volta, però, qualcosa è andato storto. Il fratello di uno degli artificieri morti nell’esplosione lancia accuse a Israele. Nella bomba “c'era un sorta di trappola”, dice. Aggiungendo che il fratello, un alto ufficiale della polizia di Gaza, era un professionista nella neutralizzazione di quel genere di ordigni e che procedeva sempre con grande cautela. La sua convinzione è che la bomba israeliana sia stata manipolata “nell'intento di provocare vittime”.

Il cordoglio del ministro Mogherini - “La morte di Simone Camilli è una tragedia, per la famiglia e per il nostro Paese”, ha detto il ministro degli Esteri Federica Mogherini. “Ancora una volta è un giornalista a pagare il prezzo di una guerra che dura da troppi anni e per la seconda volta in pochi mesi piangiamo la morte di ragazzi impegnati con coraggio nel lavoro di reporter”, ha aggiunto Mogherini riferendosi anche alla scomparsa del fotografo Andrea Rocchelli nel maggio scorso in Ucraina. "Ai famigliari e agli amici di Simone – ha concluso Mogherini - voglio esprimere a nome mio e di tutto il governo le condoglianze per questa perdita così dolorosa”.

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