Turchia: 5 arresti per la strage alla miniera di Soma
MondoIn carcere i dirigenti della società con l’accusa di "strage involontaria". Venticinque i fermi effettuati dalle autorità in relazione all'incidente che il 13 maggio 2014 ha causato la morte di 301 persone nella provincia di Manisa
A meno di 24 ore dall'estrazione dalle gallerie della miniera di Soma del corpo dell'ultimo dei 301 minatori morti nel peggiore disastro industriale della Turchia moderna, si è mossa la magistratura e 5 persone sono finite in manette, accusate di "strage involontaria". Venticinque, invece, i fermi effettuati dalle autorità in relazione all'incidente. Fra gli arrestati figurano diversi dirigenti e responsabili tecnici della società privata che gestisce la miniera, la Soma Komur, fra cui il direttore generale Ramazan Dogru, il direttore finanziario Ali Ulu e il responsabile delle operazioni Akin Celik. Secondo alcuni media turchi, i pm potrebbero decidere l'arresto anche del proprietario Alp Gurkan, vicino al partito islamico Akp del premier Recep Tayyip Erdogan.
In tutto il paese collera verso la società - L'offensiva dei magistrati interviene mentre nel Paese rimane forte la collera verso la società e verso il governo Erdogan, accusati di avere giocato con la vita dei minatori non garantendo norme di sicurezza adeguate, per aumentare i profitti. Un anno fa Gurkan si era vantato di aver ridotto da 130 a 24 dollari il costo di una tonnellata di carbone dopo la privatizzazione della miniera. Migliaia di persone sono scese in piazza a Ankara, Istanbul, Smirne, ma anche a Soma, per denunciare le responsabilità del governo. Erdogan ha risposto con pugno di ferro. La polizia è intervenuta con brutalità contro i manifestanti, usando gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e proiettili di gomma. A Smirne gli agenti hanno perfino tentato di arrestare un bimbo di 10 anni. Soma da sabato è blindata. La polizia controlla gli accessi alla città. Il governatore ha vietato ogni manifestazione. E ieri sono stati arrestati 15 avvocati venuti da Istanbul per assistere le famiglie delle vittime.
Le dimissioni di una deputata dell’opposizione come simbolo di protesta – Lunedì 19 maggio la deputata socialdemocratica di Istanbul, Sabahat Akkiraz, si è dimessa dal Parlamento di Ankara per protestare contro il rifiuto del governo del premier islamco Recep Tayyip Erdogan di assumere la responsabilità politica del disastro di Soma. La deputata ha chiesto ai parlamentari di minoranza dimissioni collettive.
L’impegno del governo: "Un piano di sicurezza" - Il governo turco del premier Recep Tayyip Erdogan dovrebbe varare nei prossimi giorni un piano per migliorare la sicurezza nelle miniere del paese, riferisce la stampa governativa. Fra le misure previste figura anche la ratifica della convenzione del 1998 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro sulla sicurezza nelle miniera, scrive il quotidiano Sabah.
Governo e azienda negano negligenze - In una conferenza stampa venerdì i dirigenti della Soma Komur avevano negato qualsiasi negligenza, affermando che gli impianti erano a norma e regolarmente controllati. Anche il portavoce del partito islamico Akp di Erdogan ha negato negligenze, affermando che dal 2009 ci sono stati a Soma undici "controlli vigorosi", che non hanno individuato irregolarità. Un minatore ha però raccontato che gli ispettori "non andavano oltre i primi 100 metri nella miniera". In seno al governo, rileva Hurriyet, non ci sono però dimissioni in vista.
Mancavano allarmi e camere di sicurezza - Un rapporto preliminare di esperti consegnato ai magistrati citato da Milliyet rileva fra l'altro che nella miniera mancavano spie per le fughe di monossido di carbonio, il killer invisibile che ha Soma ha fatto strage di minatori, e che i soffitti erano in legno e non in metallo. Secondo un minatore, un tecnico aveva avvertito 20 giorni fa la direzione che il sistema elettrico era a rischio: l'esplosione che martedì ha dato il via alla strage sarebbe stata provocata da un cortocircuito. Nella miniera non c'era nemmeno una 'camera sicura' in caso di incidente. In Europa sono obbligatorie per legge. In Turchia, no. L'opposizione aveva chiesto in parlamento una commissione d'inchiesta sui numerosi incidenti registrati a Soma, bocciata dal partito di Erdogan. In tutto il Paese si moltiplicano i gesti di solidarietà. Ieri sera i giocatori del Galatasaray di Roberto Mancini sono scesi in campo indossando i caschi gialli dei minatori di Soma. La star del club Didier Drogba ha donato un milione di euro alle famiglie delle vittime.
In tutto il paese collera verso la società - L'offensiva dei magistrati interviene mentre nel Paese rimane forte la collera verso la società e verso il governo Erdogan, accusati di avere giocato con la vita dei minatori non garantendo norme di sicurezza adeguate, per aumentare i profitti. Un anno fa Gurkan si era vantato di aver ridotto da 130 a 24 dollari il costo di una tonnellata di carbone dopo la privatizzazione della miniera. Migliaia di persone sono scese in piazza a Ankara, Istanbul, Smirne, ma anche a Soma, per denunciare le responsabilità del governo. Erdogan ha risposto con pugno di ferro. La polizia è intervenuta con brutalità contro i manifestanti, usando gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e proiettili di gomma. A Smirne gli agenti hanno perfino tentato di arrestare un bimbo di 10 anni. Soma da sabato è blindata. La polizia controlla gli accessi alla città. Il governatore ha vietato ogni manifestazione. E ieri sono stati arrestati 15 avvocati venuti da Istanbul per assistere le famiglie delle vittime.
Le dimissioni di una deputata dell’opposizione come simbolo di protesta – Lunedì 19 maggio la deputata socialdemocratica di Istanbul, Sabahat Akkiraz, si è dimessa dal Parlamento di Ankara per protestare contro il rifiuto del governo del premier islamco Recep Tayyip Erdogan di assumere la responsabilità politica del disastro di Soma. La deputata ha chiesto ai parlamentari di minoranza dimissioni collettive.
L’impegno del governo: "Un piano di sicurezza" - Il governo turco del premier Recep Tayyip Erdogan dovrebbe varare nei prossimi giorni un piano per migliorare la sicurezza nelle miniere del paese, riferisce la stampa governativa. Fra le misure previste figura anche la ratifica della convenzione del 1998 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro sulla sicurezza nelle miniera, scrive il quotidiano Sabah.
Governo e azienda negano negligenze - In una conferenza stampa venerdì i dirigenti della Soma Komur avevano negato qualsiasi negligenza, affermando che gli impianti erano a norma e regolarmente controllati. Anche il portavoce del partito islamico Akp di Erdogan ha negato negligenze, affermando che dal 2009 ci sono stati a Soma undici "controlli vigorosi", che non hanno individuato irregolarità. Un minatore ha però raccontato che gli ispettori "non andavano oltre i primi 100 metri nella miniera". In seno al governo, rileva Hurriyet, non ci sono però dimissioni in vista.
Mancavano allarmi e camere di sicurezza - Un rapporto preliminare di esperti consegnato ai magistrati citato da Milliyet rileva fra l'altro che nella miniera mancavano spie per le fughe di monossido di carbonio, il killer invisibile che ha Soma ha fatto strage di minatori, e che i soffitti erano in legno e non in metallo. Secondo un minatore, un tecnico aveva avvertito 20 giorni fa la direzione che il sistema elettrico era a rischio: l'esplosione che martedì ha dato il via alla strage sarebbe stata provocata da un cortocircuito. Nella miniera non c'era nemmeno una 'camera sicura' in caso di incidente. In Europa sono obbligatorie per legge. In Turchia, no. L'opposizione aveva chiesto in parlamento una commissione d'inchiesta sui numerosi incidenti registrati a Soma, bocciata dal partito di Erdogan. In tutto il Paese si moltiplicano i gesti di solidarietà. Ieri sera i giocatori del Galatasaray di Roberto Mancini sono scesi in campo indossando i caschi gialli dei minatori di Soma. La star del club Didier Drogba ha donato un milione di euro alle famiglie delle vittime.