I blindati russi conquistano l'ultima base navale filo-ucraina. I 7 grandi fanno il punto sulla crisi. Nato e Usa in allarme per la presenza di militari vicino alla Transnistria
Le truppe di Mosca hanno preso il controllo della base navale di Feodosia, in Crimea, una delle poche strutture militari ancora battenti bandiera ucraina dopo l'annessione alla Russia. Lo ha reso noto il portavoce della Difesa ucraina Vladislav Seleznyov, citato dalla Bbc. Secondo quanto riferisce Seleznyov, i russi hanno attaccato la base da due direzioni usando armi automatiche e granate stordenti; hanno quindi accerchiato le forze ucraine e legato le mani agli ufficiali. Un soldato della base di Feodosia ha confermato ad un'agenzia di stampa che sono stati sparati colpi d'arma da fuoco e che la base è stata conquistata. Fonti della Difesa russa affermano che la bandiera di Mosca è stata issata su 189 tra unità e strutture ucraine in Crimea (le tappe della crisi).
Obama e i grandi all'Aja - E in uno dei momenti più tesi dei rapporti con Mosca dai tempi della fine della Guerra Fredda, Barack Obama sbarca all'Aja per un vertice sulla sicurezza nucleare, al quale ha voluto aggiungere anche un G7 per fare il punto tra i sette grandi sulla crisi dell'Ucraina (VIDEO - LIVEBLOGGING). Un punto difficile, sul filo di lana, giocato con la volontà europea, e non solo, di non strappare con Mosca. La Russia è player globale, gioca da protagonista su molti dossier e scenari internazionali (dalla Siria all'Afghanistan) e le relazioni con la Russia sono "strategiche". Va quindi riportata al senso di responsabilità. Ma la partita è difficile (lo speciale).
E se dal G7 è attesa una ulteriore forte presa di posizione per convincere lo Zar Putin a fermarsi, dai confini dell'Ucraina non arrivano certo segnai confortanti: al di là delle smentite di circostanza, la Russia non sembra intenzionata ad accontentarsi della Crimea e starebbe schierando truppe ai confini dell'Ucraina orientale, in Transnistria (la regione autonoma della Moldavia nella quale vive una maggioranza russofona) - è l'allarme Nato - dopo aver 'conquistato' tutte le basi della penisola appena annessa.
Putin grande assente - Ma il G7 rischia di segnare anche il definitivo tramonto del G8. Di quel formato a 'otto', nato vent'anni fa proprio per fare entrare la Russia sancendo il superamento dei tempi della Cortina di ferro, che oggi sembra destinato a perdere un pezzo. Putin all'Aja non ci sarà e a rappresentare Mosca siederà al vertice sul nucleare Lavrov. Nessun cambio di programma, si commenta tra gli addetti ai lavori, perché lo 'Zar' non ha mai partecipato ai vertici sulla non proliferazione nucleare.
Ma il G7, anche e soprattutto alla luce della sospensione dei lavori preparatori del G8 di Soci di giugno, e la possibile 'esclusione' di Mosca dal club come ritorsione, sicuramente segnerà nella gestione di una crisi così difficile come quella ucraina la perdita di una 'zampa' del tavolo su cui il mondo aveva pensato poter contare per la governance mondiale e la pace nel pianeta. E al vertice dell'Aja sul nucleare non ci sarà neanche il premier ucraino, impegnato - ha fatto sapere - nei colloqui con l'Fmi per cercare di affrontare un'altra emergenza di Kiev, quella economica.
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Obama e i grandi all'Aja - E in uno dei momenti più tesi dei rapporti con Mosca dai tempi della fine della Guerra Fredda, Barack Obama sbarca all'Aja per un vertice sulla sicurezza nucleare, al quale ha voluto aggiungere anche un G7 per fare il punto tra i sette grandi sulla crisi dell'Ucraina (VIDEO - LIVEBLOGGING). Un punto difficile, sul filo di lana, giocato con la volontà europea, e non solo, di non strappare con Mosca. La Russia è player globale, gioca da protagonista su molti dossier e scenari internazionali (dalla Siria all'Afghanistan) e le relazioni con la Russia sono "strategiche". Va quindi riportata al senso di responsabilità. Ma la partita è difficile (lo speciale).
E se dal G7 è attesa una ulteriore forte presa di posizione per convincere lo Zar Putin a fermarsi, dai confini dell'Ucraina non arrivano certo segnai confortanti: al di là delle smentite di circostanza, la Russia non sembra intenzionata ad accontentarsi della Crimea e starebbe schierando truppe ai confini dell'Ucraina orientale, in Transnistria (la regione autonoma della Moldavia nella quale vive una maggioranza russofona) - è l'allarme Nato - dopo aver 'conquistato' tutte le basi della penisola appena annessa.
Putin grande assente - Ma il G7 rischia di segnare anche il definitivo tramonto del G8. Di quel formato a 'otto', nato vent'anni fa proprio per fare entrare la Russia sancendo il superamento dei tempi della Cortina di ferro, che oggi sembra destinato a perdere un pezzo. Putin all'Aja non ci sarà e a rappresentare Mosca siederà al vertice sul nucleare Lavrov. Nessun cambio di programma, si commenta tra gli addetti ai lavori, perché lo 'Zar' non ha mai partecipato ai vertici sulla non proliferazione nucleare.
Ma il G7, anche e soprattutto alla luce della sospensione dei lavori preparatori del G8 di Soci di giugno, e la possibile 'esclusione' di Mosca dal club come ritorsione, sicuramente segnerà nella gestione di una crisi così difficile come quella ucraina la perdita di una 'zampa' del tavolo su cui il mondo aveva pensato poter contare per la governance mondiale e la pace nel pianeta. E al vertice dell'Aja sul nucleare non ci sarà neanche il premier ucraino, impegnato - ha fatto sapere - nei colloqui con l'Fmi per cercare di affrontare un'altra emergenza di Kiev, quella economica.
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