Corruzione, la Ue: "Preoccupano rapporti politica-mafia"

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Bruxelles punta l'indice sullo "scarso livello di integrità dei titolari di cariche elettive e di governo". E poi avverte: la nuova legge non basta. Cantone a Sky TG24: "E' necessaria una bonifica"

“In Italia i legami tra politici, criminalità organizzata e imprese, e lo scarso livello di integrità dei titolari di cariche elettive e di governo sono tra gli aspetti più preoccupanti. La corruzione vale 60 miliardi di euro all'anno, pari circa al 4% del Pil”. Così la Commissione Ue nel suo primo report sulla corruzione in Europa. Nel focus dedicato al nostro Paese, Bruxelles suggerisce di “bloccare l'adozione di leggi ad personam”. Dal lodo Alfano alla ex Cirielli; dalla depenalizzazione del falso in bilancio al legittimo impedimento: il report rileva che "i tentativi" di darsi norme per garantire processi efficaci sono stati “più volte ostacolati da leggi ad personam”.

La legge sulla corruzione non basta -
A risolvere il problema non sarebbe sufficiente la nuova legge. Il testo, secondo la Commissione "lascia irrisolti" vari problemi perché “non modifica la disciplina della prescrizione, la legge sul falso in bilancio e l'autoriciclaggio e non introduce reati per il voto di scambio”. Andrebbero così rafforzate le leggi sul finanziamento ai partiti politici, soprattutto per quanto riguarda le donazioni, il consolidamento dei conti, il coordinamento. E ci sarebbe da mettere mano alla legge sul conflitto di interesse.

Coinvolti politici di spicco -
La relazione rileva come “negli ultimi anni sono state portate all'attenzione del pubblico numerose indagini per presunti casi di corruzione, finanziamento illecito ai partiti e rimborsi elettorali indebiti, che hanno visto coinvolte personalità politiche di spicco e titolari di cariche elettive a livello regionale”. Scandali che hanno portato ad una serie di dimissioni, anche di leader e di alte cariche di partito, a elezioni regionali anticipate in un caso, ed hanno spinto il governo a sciogliere alcuni consigli comunali per presunte infiltrazioni mafiose.

Le infiltrazioni criminali -
Come caso "degno di nota" il report segnala quello di "un parlamentare indagato per collusione con il clan camorristico dei Casalesi (richiamando il caso di Nicola Cosentino, ma senza farne il nome). La relazione evidenzia inoltre come solo nel 2012 sono scattate indagini penali e ordinanze di custodia cautelare nei confronti di esponenti politici locali in circa metà delle 20 Regioni italiane, sono stati sciolti 201 consigli municipali, di cui 28 dal 2010 per presunte infiltrazioni criminali e più di 30 deputati della precedente legislatura sono stati indagati per reati collegati a corruzione o finanziamento illecito ai partiti.


Cantone a Sky TG24:  "Necessaria bonifica per sconfiggere corruzione" - “Più che le nostre leggi contro la corruzione vengono bocciate le mancate attuazioni delle nostre leggi. La legge anticorruzione approvata nel novembre 2012 era una buona legge, e molti aspetti di quella legge non sono stati affatto applicati”, è il commento detto a Sky TG24 del magistrato Raffaele Cantone (VIDEO). “Sono necessari interventi, modifiche – ha spiegato il pm che ha indagato sul clan dei casalesi, assicurando alla giustizia tra i più importanti capi del gruppo - come per esempio quello di consentire ai comuni amministrati da commissioni straordinarie di uscire da rapporti di collusione o corruzione con la criminalità organizzata. C’è un problema di bonifica della classe dirigente, degli uffici comunali, di pezzi della politica. Tema che resta di emergenza prioritaria”.

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