A due mesi dalle elezioni che non avevano dato la maggioranza assoluta ad Angela Merkel, trovata l’intesa tra Cdu-Csu e Spd. La formula dell’esecutivo deve ora essere approvata in un referendum dai 474 mila iscritti al Partito Socialdemocratico
Il tweet di Grosse Brömer annuncia alle 4 del mattino il raggiungimento dell'accordo
Knoten durch! Einigung erreicht.
— M. Grosse-Brömer (@MGrosseBroemer) 27 Novembre 2013
Alle elezioni politiche dello scorso settembre, la Cdu-Csu della cancelliera aveva ottenuto una larga maggioranza relativa (41,5%), ma aveva mancato per cinque seggi la maggioranza assoluta e aveva dovuto avviare una trattativa per un governo di coalizione. Gli alleati liberaldemocratici della legislatura precedente non avevano superato la soglia di sbarramento e non erano entrati in Parlamento. Il partito di Merkel, dopo un tentativo infruttuoso con i Verdi, aveva avviato un negoziato con la Spd per una "Grosse Koalitionen", formula già sperimentata nel primo governo della cancelliera (2005-2009). Nella legislatura successiva (2009-2013) i cristiano-democratici erano andati al potere con i liberaldemocratici (più affini dal punto di vista ideologico).
I cristiano-democratici hanno fatto importanti concessioni alla sinistra, che faciliteranno l'approvazione dell'accordo da parte degli iscritti socialdemocratici (474 mila). Secondo fonti interne alla Cdu-Csu, il partito ha accettato di istituire un salario minimo garantito di 8,50 euro all'ora a partire dal 2015. La misura era stata uno dei punti centrali del programma della Spd e condizione necessaria per l'accordo di Grosse Koalitionen. I socialdemocratici hanno ottenuto anche un aumento delle pensioni per i lavoratori più deboli e le madri di famiglia e la possibilità di andare in pensione a 63 anni per chi ha 45 anni di contributi.