L'attivista, arrestato lo scorso settembre per il blitz contro una piattaforma petrolifera, potrà lasciare la Russia in attesa del processo. E' quanto stabilito dal tribunale di San Pietroburgo. Dovrà pagare 45mila euro
BREAKING - Corte stabilisce che Cristian sarà rilasciato su cauzione. Resta accusa vandalismo #FreeTheArctic30 pic.twitter.com/7NKrGYI6PO
— Greenpeace Italia (@Greenpeace_ITA) 19 Novembre 2013
Cauzione di due milioni di rubli (45mila euro) - Per la liberazione, D'Alessandro, così come gli altri attivisti, dovrà versare entro il 27 novembre una cauzione di due milioni di rubli (45mila euro). La somma, in caso di urgenza, da quanto si è appreso, potrebbe essere anticipata dalla rappresentanza diplomatica italiana. Anche se poi a "saldare il conto" sarà Greenpeace International. Alexander Mukhortov, legale di diversi attivisti, ha dichiarato alla Reuters che gli attivisti stranieri che saranno rilasciati su cauzione potranno lasciare la Russia in attesa del processo, ma saranno obbligati dalla legge a ritornare se convocati dagli investigatori.
Il premier Letta comunica al padre di D’Alessandro la notizia - "Appena avuta certezza da S. Pietroburgo ho comunicato al padre di D'Alessandro notizia della liberazione su cauzione del figlio. Primo passo". Così su Twitter il premier Enrico Letta conferma la notizia della libertà su cauzione per l'attivista italiano di Greenpeace.
Appena avuta certezza da S.Pietroburgo ho comunicato al padre di D'Alessandro notizia della liberazione su cauzione del figlio.Primo passo.
— Enrico Letta (@EnricoLetta) 19 Novembre 2013
Notizia che la mamma dell'attivista Raffaella D’Alessandro ha commentato così a a Sky TG24: “E’ il primo passo verso una sentenza che speriamo sia di assoluzione”. Il padre Aristide D’Alessandro ha aggiunto all’agenzia di stampa Ansa: "Sono troppo euforico, datemi il tempo di riprendermi".
Gli attivisti rischiano fino a 7 anni di carcere - La decisione del Tribunale – che finora si era rifiutato di concedere la libertà su cauzione - segna un cambio di rotta nell'atteggiamento di Mosca sulla vicenda. I 30 attivisti di Greenpeace arrestati lo scorso settembre rischiano fino a sette anni di carcere se saranno condannati per vandalismo a causa della protesta, in cui hanno tentato di salire sulla piattaforma offshore, estremamente importante per la Russia per sfruttare le risorse energetiche dell'Artico. Secondo l'associazione ambientalista la corsa alle risorse energetiche dell'Artico minaccia l'ambiente unico e intatto della regione.