Diplomazie al lavoro al Palazzo di Vetro. Mosca boccia la proposta di Parigi e consegna un piano per le armi chimiche. Obama apre: "Spazio al dialogo ma raid pronti". Letta in Parlamento: no all'intervento senza mandato delle Nazioni Unite
Nella crisi siriana è il momento della diplomazia. Uno spiraglio sembra essersi aperto anche se le parti rimangono distanti. La partita si è momentaneamente spostata all’Onu dove i cinque membri del Consiglio di Sicurezza sono impegnati in frenetiche consultazioni. La Francia ha presentato una bozza con la quale si danno 15 giorni ad Assad per fornire un elenco completo delle armi chimiche e biologiche e della loro ubicazione. Il testo di Parigi è già stato contestato dalla Russia per il riferimento al “Chapter 7” che evoca l'uso della forza.
Attesa per l'incontro Kerry-Lavrov - Tutti gli occhi sono puntati sull'incontro tra il segretario di Stato americano, John Kerry, e il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, previsto per giovedì a Ginevra. Intanto Mosca ha trasmesso la propria proposta a Washington, un piano che dovrebbe tradursi in una risoluzione dell'Onu che permetta di mettere sotto il controllo della comunità internazionale l'arsenale chimico di Damasco.
L'apertura di Obama - Barack Obama ha aperto alla bozza russa e nella notte di martedì aveva chiesto al Congresso di rimandare il voto sull’attacco militare in Siria. Un cambio di rotta arrivato dopo la disponibilità di Assad alla proposta russa di consegnare le armi chimiche. Il presidente Usa ha però ribadito che “Gli Stati Uniti hanno il dovere di agire. Pronti al dialogo ma l'opzione militare resta anche se non siamo il poliziotto del mondo".
La posizione dell'Italia - "L'Italia non parteciperà ad una azione militare in Siria senza un mandato dell'Onu". A dirlo il premier Enrico Letta alla Camera, nel riferire sul G20 di San Pietroburgo che ha avuto al centro la crisi siriana. Una azione militare fuori dal mandato Onu, ha detto Letta, "rischia di generare reazioni e controreazioni" dagli esiti imprevedibili. Il premier ha sottolineato anche come "lo spazio per una soluzione politica esiste, esiste ancora".
LA CRONACA DELLA GIORNATA:
Attesa per l'incontro Kerry-Lavrov - Tutti gli occhi sono puntati sull'incontro tra il segretario di Stato americano, John Kerry, e il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, previsto per giovedì a Ginevra. Intanto Mosca ha trasmesso la propria proposta a Washington, un piano che dovrebbe tradursi in una risoluzione dell'Onu che permetta di mettere sotto il controllo della comunità internazionale l'arsenale chimico di Damasco.
L'apertura di Obama - Barack Obama ha aperto alla bozza russa e nella notte di martedì aveva chiesto al Congresso di rimandare il voto sull’attacco militare in Siria. Un cambio di rotta arrivato dopo la disponibilità di Assad alla proposta russa di consegnare le armi chimiche. Il presidente Usa ha però ribadito che “Gli Stati Uniti hanno il dovere di agire. Pronti al dialogo ma l'opzione militare resta anche se non siamo il poliziotto del mondo".
La posizione dell'Italia - "L'Italia non parteciperà ad una azione militare in Siria senza un mandato dell'Onu". A dirlo il premier Enrico Letta alla Camera, nel riferire sul G20 di San Pietroburgo che ha avuto al centro la crisi siriana. Una azione militare fuori dal mandato Onu, ha detto Letta, "rischia di generare reazioni e controreazioni" dagli esiti imprevedibili. Il premier ha sottolineato anche come "lo spazio per una soluzione politica esiste, esiste ancora".
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