Il ministro degli Esteri siriano: "Fermeremo la produzione e aderiremo al trattato internazionale". Restano divisioni all'Onu, rinviato il Consiglio di Sicurezza. Obama chiede al Congresso di ritardare il voto sull'intervento militare
E' ancora scontro sulla Siria. La diplomazia fatica ma qualche passo avanti verso la risoluzione della crisi è stato fatto. Il presidente americano Barack Obama ha chiesto al Congresso di ritardare il voto sull'intervento militare degli Usa per dare una chance all'opzione diplomatica. Anche la Siria ha allentato la tensione. Il ministro degli Esteri Muallem ha fatto sapere che Damasco è disponibile a un controllo sugli arsenali.
Restano distanti, invece, le posizioni all'Onu. Da una parte la Russia, dall'altra Francia e Stati Uniti. Secondo Mosca, infatti, la bozza di risoluzione Onu sulle armi chimiche siriane presentata dalla Francia è "inaccettabile". La spaccatura arriva dopo che le diplomazie occidentali avevano immaginato un possibile accordo. La Russia ha prima chiesto la convocazione del Consiglio di Sicurezza al Palazzo di Vetro. Poi ha fatto cancellare l'incontro previsto per le 22.
Siria disposta a collaborare - Il governo siriano, intanto, si è detto disponibile a un controllo sugli arsenali. Damasco ha accettato la proposta russa di porre le sue armi chimiche sotto controllo della comunità internazionale per evitare un possibile attacco militare statunitense. La Siria - ha detto il ministro siriano Muallem - è pronta a mostrare le sue armi chimiche e a cessarne la produzione.
A renderlo noto era stata l'agenzia russa Interfax citando il ministro degli Esteri siriano. "Abbiamo avuto una serie di colloqui molto positivi ieri con il ministro degli Esteri Sergei Lavrov che ha avanzato una proposta relativa alle armi chimiche. E in serata abbiamo acconsentito alla proposta russa", aveva scritto Interfax citando il ministro, Walid al-Moualem.
Kerry: "Non possiamo aspettare a lungo" - L'apertura del regime in un primo momento non ha fatto presa sul segretario di Stato americano Kerry. "Non abbiamo altra scelta che rispondere al regime di Assad", ha detto parlando in Congresso. "Non è stato il presidente Obama a scegliere l'intervento, ma siamo a questo punto perché un dittatore ha lanciato armi letali, armi chimiche sul suo popolo, uccidendo 1.400 innocenti".
"Non ci può essere una soluzione politica alla crisi siriana se Assad continuerà ad usare armi chimiche":ha aggiunto, sottolineando come gli Usa aspettano di conoscere il piano russo sulla consegna dell'arsenale chimico di Damasco. "Ma non possiamo aspettare a lungo", ha incalzato.
In serato però, Kerry si è ammorbidito. "Assad colga davvero l'opportunità per fare la pace", ha dichiarato il segretario di Stato americano, che ha invitato il presidente siriano a collaborare realmente per mettere sotto il controllo della comunità internazionale le armi chimiche in suo possesso.
Cameron: "Dimostrare se proposta è genuina" - "Sta a Russia e Siria dimostrare che la proposta sulla consegna delle armi chimiche è genuina", ha fatto sapere intanto, attraverso il suo portavoce, il premier britannico, David Cameron. Mentre il portavoce della Casa Bianca, Jay Carnay, spiega che il presidente chiederà comunque al Congresso di autorizzare l'uso della forza.
Obama: "Possibile arrivare a una svolta" - Nella notte tra il 9 e il 10 settembre, intanto, il presidente Usa Barack Obama ha detto di vedere una possibile svolta nella crisi siriana dopo la proposta russa. "Continuo a preferire una soluzione diplomatica a questo problema", ha detto alla Nbc Obama, aggiungendo tuttavia che la consegna dei gas tossici non risolverebbe "il terribile conflitto in corso all'interno della Siria".
"È possibile arrivare a una svolta", ha poi aggiunto. Se da un lato gli Stati Uniti sembrano disposti a tentare la strada del negoziato diplomatico, dall'altro temono il rischio che Assad, accogliendo favorevolmente la proposta russa, stia solo cercando di arrivare a uno stallo per evitare un'azione militare americana.
"Seguiremo ogni via diplomatica" - Obama ha assicurato a Fox News che sulla Siria "seguiremo ogni via diplomatica. Ma il problema non è aver fiducia ma verificare la loro validità. Capire se fanno sul serio"'.
Se la proposta russa, che anche l'Iran ha detto di sostenere, fosse realmente accettata da Assad, sarebbe "possibile arrivare ad una svolta" sottolinea alla Cnn.
Restano distanti, invece, le posizioni all'Onu. Da una parte la Russia, dall'altra Francia e Stati Uniti. Secondo Mosca, infatti, la bozza di risoluzione Onu sulle armi chimiche siriane presentata dalla Francia è "inaccettabile". La spaccatura arriva dopo che le diplomazie occidentali avevano immaginato un possibile accordo. La Russia ha prima chiesto la convocazione del Consiglio di Sicurezza al Palazzo di Vetro. Poi ha fatto cancellare l'incontro previsto per le 22.
Siria disposta a collaborare - Il governo siriano, intanto, si è detto disponibile a un controllo sugli arsenali. Damasco ha accettato la proposta russa di porre le sue armi chimiche sotto controllo della comunità internazionale per evitare un possibile attacco militare statunitense. La Siria - ha detto il ministro siriano Muallem - è pronta a mostrare le sue armi chimiche e a cessarne la produzione.
A renderlo noto era stata l'agenzia russa Interfax citando il ministro degli Esteri siriano. "Abbiamo avuto una serie di colloqui molto positivi ieri con il ministro degli Esteri Sergei Lavrov che ha avanzato una proposta relativa alle armi chimiche. E in serata abbiamo acconsentito alla proposta russa", aveva scritto Interfax citando il ministro, Walid al-Moualem.
Kerry: "Non possiamo aspettare a lungo" - L'apertura del regime in un primo momento non ha fatto presa sul segretario di Stato americano Kerry. "Non abbiamo altra scelta che rispondere al regime di Assad", ha detto parlando in Congresso. "Non è stato il presidente Obama a scegliere l'intervento, ma siamo a questo punto perché un dittatore ha lanciato armi letali, armi chimiche sul suo popolo, uccidendo 1.400 innocenti".
"Non ci può essere una soluzione politica alla crisi siriana se Assad continuerà ad usare armi chimiche":ha aggiunto, sottolineando come gli Usa aspettano di conoscere il piano russo sulla consegna dell'arsenale chimico di Damasco. "Ma non possiamo aspettare a lungo", ha incalzato.
In serato però, Kerry si è ammorbidito. "Assad colga davvero l'opportunità per fare la pace", ha dichiarato il segretario di Stato americano, che ha invitato il presidente siriano a collaborare realmente per mettere sotto il controllo della comunità internazionale le armi chimiche in suo possesso.
Cameron: "Dimostrare se proposta è genuina" - "Sta a Russia e Siria dimostrare che la proposta sulla consegna delle armi chimiche è genuina", ha fatto sapere intanto, attraverso il suo portavoce, il premier britannico, David Cameron. Mentre il portavoce della Casa Bianca, Jay Carnay, spiega che il presidente chiederà comunque al Congresso di autorizzare l'uso della forza.
Obama: "Possibile arrivare a una svolta" - Nella notte tra il 9 e il 10 settembre, intanto, il presidente Usa Barack Obama ha detto di vedere una possibile svolta nella crisi siriana dopo la proposta russa. "Continuo a preferire una soluzione diplomatica a questo problema", ha detto alla Nbc Obama, aggiungendo tuttavia che la consegna dei gas tossici non risolverebbe "il terribile conflitto in corso all'interno della Siria".
"È possibile arrivare a una svolta", ha poi aggiunto. Se da un lato gli Stati Uniti sembrano disposti a tentare la strada del negoziato diplomatico, dall'altro temono il rischio che Assad, accogliendo favorevolmente la proposta russa, stia solo cercando di arrivare a uno stallo per evitare un'azione militare americana.
"Seguiremo ogni via diplomatica" - Obama ha assicurato a Fox News che sulla Siria "seguiremo ogni via diplomatica. Ma il problema non è aver fiducia ma verificare la loro validità. Capire se fanno sul serio"'.
Se la proposta russa, che anche l'Iran ha detto di sostenere, fosse realmente accettata da Assad, sarebbe "possibile arrivare ad una svolta" sottolinea alla Cnn.