Siria: consegneremo armi chimiche. Obama: sviluppo positivo

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Damasco accetta la proposta russa di mettere sotto controllo il suo arsenale. Germania e Francia: "Bene così". Il presidente Usa prudente: “Dobbiamo capire se fanno sul serio”. E slitta il voto al Senato sull’intervento militare

Damasco ha accettato di mettere sotto controllo internazionale il suo arsenale chimico. A renderlo noto è il ministro degli Esteri siriano Walid al Muallim. Il governo di Assad, così, accoglierebbe la proposta russa. Una decisione che il presidente Usa Barack Obama, intervistato da varie tv americane, ha definito “uno sviluppo potenzialmente positivo, se reale”.

La prudenza di Obama – Parole, quelle di Obama, che sembrano allontanare l’intervento militare. Tanto che il voto al Senato per l’autorizzazione all’uso della forza, previsto per mercoledì 11, è stato spostato a data da destinarsi. “C’è da capire bene cosa sta succedendo. Immagino che anche il Congresso avrà bisogno di tempo, di settimane, per prendere le sue giuste decisioni”, ha detto il leader Usa. Che, dopo aver ammesso di “non aver ancora deciso il da farsi”, ha confessato: se si votasse oggi sul raid in Siria “non sarei molto fiducioso che la mozione possa essere approvata”. Di fronte all’apertura di Damasco, però, gli Usa non nascondono una vena di scetticismo. Lo stesso Obama ha invitato alla prudenza: “Non vogliamo tattiche dilatatorie che riportino a una situazione di stallo. Dobbiamo capire se fanno sul serio”.

L'ultimatum di Kerry – Poco prima delle dichiarazioni di Obama, sul possibile raid era intervenuto anche il segretario di Stato Usa John Kerry: “In Siria è in corso una catastrofe. Abbiamo cercato una soluzione politica, ma c'è più rischio nel non agire. Ma se Assad consegna le armi entro la prossima settimana non ci sarà nessun attacco”. Una soluzione, quella della consegna delle armi, sostenuta anche dal segretario dell'Onu Ban Ki Moon (VIDEO) e apprezzata pure da Germania e Francia.

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