Il presidente Usa: "Valutiamo azione limitata e a tempo determinato". Kerry accusa: "Più di 1400 morti per attacco chimico di Assad". No di Londra all'uso della forza. Possibilista la Francia. Bonino: "Si rischia conflitto mondiale." LA CRONACA
"Non ho ancora preso una decisione finale". Il presidente Usa Barack Obama rimanda ancora sulla risposta americana all'uso di armi chimiche da parte della Siria. "Stiamo valutando un'azione limitata e non a tempo indeterminato", ha annunciato, perché l'attacco del regime di Assad con armi chimiche è "una sfida al mondo" e costituisce una "minaccia" agli interessi nazionali Usa e agli alleati come Israele e Giordania. Però, spiega il presidente, l'amministrazione intende proseguire il suo confronto con il Congresso prima di assumere la decisione. "Nessuno è più stanco delle guerre di me. Ma abbiamo il dovere di rispettare le norme internazionali", ha detto Obama denunciando però "l'impotenza dimostrata dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu".
Kerry attacca Assad - Prima del presidente aveva parlato il segretario di Stato americano John Kerry secondo cui l'attacco con missili al gas nervino del 21 agosto scorso alla periferia est di Damasco che ha provocato la morte di almeno 1.429 persone, tra cui come minimo 426 bambini, è sicuramente opera del regime. Kerry ha citato la stima fatta dall'intelligence Usa sulla base delle informazioni raccolte. Si tratta di un numero di vittime persino superiore a quello indicato da ribelli e forze di opposizione, che avevano parlato di oltre 1.300 persone.
Kerry annuncia intervento "limitato nel tempo" - Le informazioni raccolte dall'intelligence Usa indicano con "elevata certezza" che le forze lealiste siriane nel corso del 2013 hanno utilizzato armamenti chimici "in molteplici occasioni", e non solo il 21 agosto scorso, ha aggiunto Kerry. "Dopo dieci anni di guerra l'America è stanca della guerra. Anch'io. Ma abbiamo le nostre responsabilità nei confronti del mondo" ha detto inoltre il segretario di Stato annunciando un "intervento limitato nel tempo e senza truppe di terra".
No di Bonino e del Parlamento Gb a azione militare - Rifiuta invece l'ipotesi di un intervento militare il ministro degli Esteri Emma Bonino che a SkyTG24 dice: una "soluzione diplomatica" in Siria è l'unica possibile, "non c'è soluzione militare" e "in caso di conflitto si rischia una deflagrazione mondiale".
Anche il Parlamento britannico nella tarda serata del 29 agosto ha votato contro un'azione militare nel Paese. Una battuta d'arresto per David Cameron che a Westminster cercava sostegno e ha trovato invece opposizione.
Hollande: "Possibile intervento entro mercoledì" - Ma il voto di Londra non ferma la Francia. Il presidente Hollande in un'intervista a Le Monde, afferma che la Francia è pronta per un intervento militare, anche senza Londra. Intervento che, per Hollande, potrebbe avvenire anche prima di mercoledì.
Durissima la reazione di Mosca all'ipotesi di un intervento militare che, secondo Iuri Ushakov, consigliere diplomatico del Cremlino, "comporterebbe un colpo serio all'ordine mondiale, fondato sul ruolo centrale dell'Onu".
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Kerry attacca Assad - Prima del presidente aveva parlato il segretario di Stato americano John Kerry secondo cui l'attacco con missili al gas nervino del 21 agosto scorso alla periferia est di Damasco che ha provocato la morte di almeno 1.429 persone, tra cui come minimo 426 bambini, è sicuramente opera del regime. Kerry ha citato la stima fatta dall'intelligence Usa sulla base delle informazioni raccolte. Si tratta di un numero di vittime persino superiore a quello indicato da ribelli e forze di opposizione, che avevano parlato di oltre 1.300 persone.
Kerry annuncia intervento "limitato nel tempo" - Le informazioni raccolte dall'intelligence Usa indicano con "elevata certezza" che le forze lealiste siriane nel corso del 2013 hanno utilizzato armamenti chimici "in molteplici occasioni", e non solo il 21 agosto scorso, ha aggiunto Kerry. "Dopo dieci anni di guerra l'America è stanca della guerra. Anch'io. Ma abbiamo le nostre responsabilità nei confronti del mondo" ha detto inoltre il segretario di Stato annunciando un "intervento limitato nel tempo e senza truppe di terra".
No di Bonino e del Parlamento Gb a azione militare - Rifiuta invece l'ipotesi di un intervento militare il ministro degli Esteri Emma Bonino che a SkyTG24 dice: una "soluzione diplomatica" in Siria è l'unica possibile, "non c'è soluzione militare" e "in caso di conflitto si rischia una deflagrazione mondiale".
Anche il Parlamento britannico nella tarda serata del 29 agosto ha votato contro un'azione militare nel Paese. Una battuta d'arresto per David Cameron che a Westminster cercava sostegno e ha trovato invece opposizione.
Hollande: "Possibile intervento entro mercoledì" - Ma il voto di Londra non ferma la Francia. Il presidente Hollande in un'intervista a Le Monde, afferma che la Francia è pronta per un intervento militare, anche senza Londra. Intervento che, per Hollande, potrebbe avvenire anche prima di mercoledì.
Durissima la reazione di Mosca all'ipotesi di un intervento militare che, secondo Iuri Ushakov, consigliere diplomatico del Cremlino, "comporterebbe un colpo serio all'ordine mondiale, fondato sul ruolo centrale dell'Onu".
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