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Papa Leone, gli auguri di Natale ai Cardinali: "In Curia cessino le smanie di primeggiare”

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©Ansa

Il Pontefice ha incontrato i Cardinali per i tradizionali auguri natalizi, i primi del suo pontificato. “Abbiamo bisogno di una Curia Romana sempre più missionaria, dove le istituzioni, gli uffici e le mansioni siano pensati guardando alle grandi sfide ecclesiali, pastorali e sociali di oggi e non solo per garantire l'ordinaria amministrazione", ha detto Leone XIV

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Primo scambio di auguri natalizi per Papa Leone con la Curia romana. "La comunione nella Chiesa rimane sempre una sfida. Talvolta, dietro un'apparente tranquillità, si agitano i fantasmi della divisione”, ha detto il Pontefice accogliendo i Cardinali nell’Aula delle Benedizioni. “E questi ci fanno cadere nella tentazione di oscillare tra due estremi opposti: uniformare tutto senza valorizzare le differenze o, al contrario, esasperare le diversità e i punti di vista piuttosto che cercare la comunione. Così, nelle relazioni interpersonali, nelle dinamiche interne agli uffici e ai ruoli, o trattando le tematiche che riguardano la fede, la liturgia, la morale e altro ancora, si rischia di cadere vittime della rigidità o dell'ideologia, con le contrapposizioni che ne conseguono". L’incontro, il primo per Leone XIV che si accinge a vivere il primo Natale del suo pontificato, è stato introdotto da un saluto del cardinale Giovanni Battista Re.

Papa: “Stop a smania di primeggiare”

Il Pontefice ha poi voluto lanciare un monito anche ai membri della Curia romana che, talvolta, non sono immuni dalla tentazione del potere. "L'amarezza a volte si fa strada - ha detto Leone - anche tra di noi quando, magari dopo tanti anni spesi al servizio della Curia, notiamo con delusione che alcune dinamiche legate all'esercizio del potere, alla smania del primeggiare, alla cura dei propri interessi, non stentano a cambiare. E ci si chiede: è possibile essere amici nella Curia Romana?". Poi ha aggiunto:"Nella fatica quotidiana, è bello quando troviamo amici di cui poterci fidare, quando cadono maschere e sotterfugi, quando le persone non vengono usate e scavalcate, quando si riconosce a ciascuno il proprio valore e competenza, evitando di generare insoddisfazioni e rancori".

Papa: "Curia sia costruttrice di comunione"

Leone ha indicato come "compiti quanto mai urgenti ad intra e ad extra", "missione e comunione". Poi ha spiegato: "Ad intra, perché la comunione nella Chiesa rimane sempre una sfida che ci chiama alla conversione", "noi siamo la Chiesa di Cristo, siamo le sue membra, il suo corpo. Siamo fratelli e sorelle in Lui" e "pur essendo molti e differenti, siamo una cosa sola", ha aggiunto citando il suo motto: "In Illo uno unum". E ha avvertito: "Siamo chiamati anche e soprattutto qui nella Curia, ad essere costruttori della comunione che chiede di prendere forma in una Chiesa sinodale, dove tutti collaborano e cooperano alla medesima missione, ciascuno secondo il proprio carisma e il ruolo ricevuto. Ma questo si costruisce, più che con le parole e i documenti, mediante gesti e atteggiamenti concreti che devono manifestarsi nel nostro quotidiano, anche nell'ambito lavorativo. C'è una conversione personale che dobbiamo desiderare e perseguire, perché nelle nostre relazioni possa trasparire l'amore di Cristo che ci rende fratelli. Questo diventa un segno anche ad extra, in un mondo ferito da discordie, violenze e conflitti, in cui assistiamo anche a una crescita di aggressività e di rabbia, non di rado strumentalizzate dal mondo digitale come dalla politica".

Il richiamo a Papa Francesco

Il Pontefice ha poi ricordato il suo predecessore, Papa Francesco, citando la sua Esortazione apostolica Evangelii gaudium: "Vorrei ritornare su due aspetti fondamentali della vita della Chiesa: la missione e la comunione. La Chiesa - ha detto Leone - è per sua natura estroversa, rivolta verso il mondo, missionaria", per cui, ha detto, "le strutture, non devono appesantire, rallentare la corsa del Vangelo o impedire il dinamismo dell'evangelizzazione; al contrario". Per questo motivo "anche il lavoro della Curia deve essere animato da questo spirito e promuovere la sollecitudine pastorale al servizio delle Chiese particolari e dei loro pastori. Abbiamo bisogno di una Curia Romana sempre più missionaria, dove le istituzioni, gli uffici e le mansioni siano pensati guardando alle grandi sfide ecclesiali, pastorali e sociali di oggi e non solo per garantire l'ordinaria amministrazione".

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