Grecia, governo chiude la tv di Stato: proteste e scioperi
MondoL'esecutivo Samaras ha sospeso le trasmissioni dell'emittente pubblica Ert, annunciando il licenziamento di 2800 dipendenti. "Ce lo ha chiesto la troika", ha detto il portavoce governativo. Ma l’Ue smentisce. Giovedì 13 giugno mobilitazione dei sindacati
Statement by the @eu_commission on the closure of the Hellenic Broadcasting Corporation ow.ly/lWZuo #Greece #ERT
— European Commission(@EU_Commission) 12 giugno 2013
L’associazione dei Giornalisti greci ha intanto annunciato uno sciopero collettivo di tutto il settore dei media, in solidarietà ai 2800 colleghi dell’emittente pubblica licenziati in parallelo alla chiusura di Ert. E anche i principali sindacati greci si sono mobilitati, convocando per giovedì 13 giugno uno sciopero collettivo.I giornalisti del servizio pubblico hanno comunque continuato a trasmettere via internet anche dopo la sospensione delle trasmissioni via etere. Il sindacato di categoria parla di “colpo di stato” e molti redattori hanno occupato la sede della tv già dalla notte dell’11 giugno. Alcune centinaia di persone sono scese in strada ad Atene e Salonicco per protestare contro la chiusura di Ert anche nella giornata di mercoledì.
La vicenda – Si è trattato di un vero e proprio blitz. Simos Kedikoglou, il portavoce del governo, ha annunciato la decisione dell’esecutivo nel tardo pomeriggio di martedì. “Le trasmissioni saranno interrotte a mezzanotte”, ha dichiarato aggiungendo che tutti i 2780 dipendenti sarebbero stati licenziati. La mossa, secondo il governo, rientra nel piano di privatizzazioni delle aziende statali. "In un periodo di crisi in cui tutto il popolo greco sta sopportando grandi sacrifici si deve agire senza ritardi. Se vogliamo uscire dalla crisi dobbiamo lavorare nella trasparenza e senza sprechi", ha ribadito Kedikoglou. Secondo le sue stime, la Ert avrebbe un numero di dipendenti da 3 a 8 volte superiore alle necessità. Così, poco prima dell’orario annunciato, il segnale è stato staccato. La polizia ha spento il ripetitore principale su un monte vicino alla Capitale.
La nuova tv di Stato – Il governo greco, a poche ore dalla chiusura di Ert, ha assicurato che la tv di Stato tornerà a trasmettere nel giro di poche settimane. "Un disegno di legge su una nuova radio, internet e televisione greca è stato depositato il 12 giugno presso il Segretariato generale del governo e sarà discusso nel corso di una riunione pomeridiana dall'apposita commissione", si legge in un breve comunicato diffuso dall’esecutivo. La nuova azienda radiotelevisiva statale greca che nascerà dalle ceneri della Ert si chiamerà Nerit SA che sarà finanziata tramite un canone di abbonamento. Il documento non fissa una data per l'apertura, ma il portavoce Kedikoglou aveva indicato fine di agosto come termine. Non è ancora chiaro quanti dipendenti saranno riassunti nel nuovo ente, ma il governo ha assicurato che coloro che perderanno il posto di lavoro saranno indennizzati mentre circa 700 di essi potranno andare in pensione anticipata.
Reazioni politiche – La vicenda Ert ha provocato una serie di reazioni e malumori tra i partiti della coalizione mettendo di nuovo a dura prova la loro coesione. Evanghelos Venizelos, leader del partito socialista Pasok, ha chiesto un incontro immediato dei tre leader dei partiti che sostengono il governo, mentre Fotis Kouvelis, leader di Sinistra Democratica, ha espresso la necessità che qualsiasi cambiamento debba essere deciso con la televisione pubblica in funzione. Anche i leader dei partiti dell'opposizione hanno manifestato la loro condanna all'iniziativa del governo. Alexis Tsipras, il leader di Syriza, partito della sinistra radicale, ha parlato di "colpo di Stato".
Dure proteste anche dall’Italia dove il segretario della Federazione nazionale della stampa italiana Franco Siddi ha dichiarato: “La chiusura della tv pubblica greca decisa dal governo ellenico è un fatto di gravità assoluta e intollerabile. Nessuna politica di austerità può giustificare operazioni di questo tipo che sono veri e propri furti di democrazia, di lavoro e di conoscenza”.