Tunisia, Amina resta in carcere con nuove accuse

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Proteste in favore di Amina (Getty)
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La giovane attivista tunisina del gruppo Femen, arrestata il 19 maggio per una protesta a seno nudo, dovrà rispondere di oscenità e dissacrazione di un luogo di culto. Tensione davanti al tribunale. Il padre: "Orgoglioso di lei"

Amina, la giovane attivista tunisina del gruppo Femen, rimarrà in carcere e dovrà rispondere delle accuse di oscenità e di dissacrazione di un luogo di culto. A deciderlo sono stati i giudici dell'udienza preliminare, dopo che la giovane contestatrice era stata trattenuta dalla polizia tunisina per possesso illecito di spray al peperoncino.
La donna è stata arrestata il 19 maggio scorso dopo essersi presentata a seno nudo davanti alla moschea di Okba Ibn Nafaa a Kairouan, 150 km a sud di Tunisi, per protestare contro i salafiti e dopo aver imbrattato un muro del cimitero con la scritta Femen.
La prossima udienza si svolgerà il 5 giugno. Fino ad allora, la giovane dovrà rimanere in carcere, come ha confermato il suo avvocato Mokhtar Janene.

Tensione davanti al tribunale - Momenti di forte tensione, davanti al tribunale di Kairouan, dove decine di salafiti hanno cercato invano di entrare nell'aula, ma sono stati respinti dagli uomini delle forze dell'ordine. Gli avvocati del collegio di difesa della ragazza, al loro arrivo in tribunale, sono stati insultati dai salafiti.
La folla presente davanti al tribunale ha intonato vari slogan, tra cui  "Andate via" e "Sporcaccione", rivolti alle attiviste che mercoledì 29 maggio, per la prima volta in un Paese arabo, hanno manifestato a seno nudo davanti al Palazzo di Giustizia di Tunisi.

Il padre di Amina: "Orgoglioso di lei" - Presente anche Mounir Sboui, il padre di Amina, che si è  detto "orgoglioso" di sua figlia per il suo impegno ideologico, anche se ha definito le sue azioni come "eccessive". "Sono orgoglioso di mia figlia. Questo caso è stato altamente  politicizzato. Le sue azioni sono eccessive, ma lei difende le sue idee", ha detto.

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