L'esplosione è avvenuta a circa 20 chilometri da Farah, una delle zone più turbolente nell'ovest del Paese. I militari non sarebbero in gravi condizioni. I talebani rivendicano l'attacco
Un'autobomba, con a bordo probabilmente un attentatore suicida, è esplosa al passaggio di un convoglio di militari italiani ed afghani vicino a Farah: due bersaglieri, a bordo di un blindato, sono rimasti feriti da schegge. "Non sono in pericolo di vita", assicurano allo Stato Maggiore della Difesa.
L'attentato - L'esplosione è avvenuta nella mattinata del 27 maggio alle 8.50 locali (le 6.20 italiane), mentre un convoglio composto da automezzi di militari italiani della Transition support unit south e dell'Afghan national army, l'Esercito afghano, si trovava a circa 20 chilometri da Farah (la mappa), nella parte più meridionale e pericolosa del settore ovest sotto controllo del contingente italiano. La colonna era partita proprio da Farah ed era diretta a Bala Boluk, quando è stata investita da una forte esplosione. A saltare in aria un'autovettura civile: non è ancora chiaro se azionata a distanza o da un kamikaze, come sostengono i talebani nella loro rivendicazione.
I feriti - La deflagrazione ha investito un blindato Vtlm 'Lince'. Due degli occupanti sono stati colpiti da schegge in varie parti del corpo. I due giovani bersaglieri, uno originario di Trapani e l'altro di Villabate di Palermo, entrambi in servizio presso il 6/o reggimento di Trapani, sono stati subito soccorsi e trasportati all'ospedale militare da campo di Farah. Loro stessi hanno potuto rassicurare i familiari.
I talebani rivendicano l'attentato - A strettissimo giro, i talebani hanno rivendicato l'attentato con un comunicato del 'portavoce' Qari Yousuf Ahmadi, in cui si parla appunto di "attacco suicida" compiuto da "un eroe dell'esercito islamico" contro gli "invasori italiani". Nella rivendicazione si fa riferimento a cinque militari italiani uccisi, circostanza falsa. Un dato di fatto, tuttavia, è che la situazione resta ad alto rischio anche nel relativamente 'pacificato' ovest del paese, dove il processo di transizione tra i militari italiani e le forze di sicurezza locali comunque va avanti in vista del termine della missione Nato, prevista a fine 2014.
La politica - Mentre il ministro della Difesa, Mario Mauro, segue in presa diretta gli sviluppi della situazione in Afghanistan, messaggi di solidarietà, di vicinanza e di riconoscenza ai due militari feriti arrivano da diverse forze politiche. Con il Pdl che chiede "sempre maggiore sicurezza per i nostri soldati" contro la "gravissima escalation di violenze" e il "ricatto dei talebani", e la Lega che invita il governo a "tenere alta l'attenzione su questa missione che sta per finire". Adriana Poli Bortone, presidente di Grande Sud, chiede invece che si verifichi "lo stato di sicurezza dei mezzi Lince".
L'attentato - L'esplosione è avvenuta nella mattinata del 27 maggio alle 8.50 locali (le 6.20 italiane), mentre un convoglio composto da automezzi di militari italiani della Transition support unit south e dell'Afghan national army, l'Esercito afghano, si trovava a circa 20 chilometri da Farah (la mappa), nella parte più meridionale e pericolosa del settore ovest sotto controllo del contingente italiano. La colonna era partita proprio da Farah ed era diretta a Bala Boluk, quando è stata investita da una forte esplosione. A saltare in aria un'autovettura civile: non è ancora chiaro se azionata a distanza o da un kamikaze, come sostengono i talebani nella loro rivendicazione.
I feriti - La deflagrazione ha investito un blindato Vtlm 'Lince'. Due degli occupanti sono stati colpiti da schegge in varie parti del corpo. I due giovani bersaglieri, uno originario di Trapani e l'altro di Villabate di Palermo, entrambi in servizio presso il 6/o reggimento di Trapani, sono stati subito soccorsi e trasportati all'ospedale militare da campo di Farah. Loro stessi hanno potuto rassicurare i familiari.
I talebani rivendicano l'attentato - A strettissimo giro, i talebani hanno rivendicato l'attentato con un comunicato del 'portavoce' Qari Yousuf Ahmadi, in cui si parla appunto di "attacco suicida" compiuto da "un eroe dell'esercito islamico" contro gli "invasori italiani". Nella rivendicazione si fa riferimento a cinque militari italiani uccisi, circostanza falsa. Un dato di fatto, tuttavia, è che la situazione resta ad alto rischio anche nel relativamente 'pacificato' ovest del paese, dove il processo di transizione tra i militari italiani e le forze di sicurezza locali comunque va avanti in vista del termine della missione Nato, prevista a fine 2014.
La politica - Mentre il ministro della Difesa, Mario Mauro, segue in presa diretta gli sviluppi della situazione in Afghanistan, messaggi di solidarietà, di vicinanza e di riconoscenza ai due militari feriti arrivano da diverse forze politiche. Con il Pdl che chiede "sempre maggiore sicurezza per i nostri soldati" contro la "gravissima escalation di violenze" e il "ricatto dei talebani", e la Lega che invita il governo a "tenere alta l'attenzione su questa missione che sta per finire". Adriana Poli Bortone, presidente di Grande Sud, chiede invece che si verifichi "lo stato di sicurezza dei mezzi Lince".