Bergoglio si è insediato come vescovo di Roma nella Basilica di San Giovanni in Laterano. E ha scoperto la targa che intitola la piazza antistante a Wojtyla. Nell’omelia dice ai fedeli: “Per Dio non siamo numeri”
Più coraggio nel testimoniare la propria fede: l'appello arriva da Papa Francesco che al Regina Coeli ha invitato i fedeli a "non avere paura di essere e vivere da cristiani". E poi un invito ad amare, ad essere pazienti, perché troppo "spesso vogliamo tutto e subito". Si confida: "Anch'io ho visto tante volte la pazienza di Dio". Il Papa oggi, domenica 7 aprile, si è insediato come vescovo di Roma nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Un momento atteso per il quale ha espresso la sua "gioia" il Papa argentino, arrivato dalla fine del mondo, che quando parla di se stesso si definisce sempre vescovo di Roma. La mattina, in una gremita piazza San Pietro, aveva recitato il Regina Coeli invitando i centomila fedeli appunto ad avere coraggio ad essere cristiani. "Andate nelle piazze, annunciate Cristo, ma fatelo con rispetto e dolcezza", aveva aggiunto invitando alla delicatezza.
Domenica 7 aprile è stata anche la giornata del ricordo di Wojtyla. A San Pietro il Papa lo aveva citato per la Festa della Divina Misericordia, da lui voluta e che si celebra proprio oggi, la prima domenica dopo Pasqua. La piazza aveva risposto con un'ovazione e Papa Francesco si era interrotto per lasciare spazio all'omaggio della gente a Wojtyla. Nel pomeriggio invece, davanti al Palazzo del Vicariato, il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha scoperto, sempre alla presenza del pontefice, la targa dedicata al Papa polacco. Un pezzo di piazza san Giovanni da oggi si chiama "Piazza Giovanni Paolo II". Manca il titolo di 'beato' e qualche fedele resta deluso, ma è possibile sia una scelta in attesa della santificazione. E ancora Giovanni Paolo II torna alla memoria guardando il pastorale di Bergoglio che è quello usato per 27 anni dal papa polacco, dopo che lo aveva utilizzato Paolo VI.
L'accoglienza di Roma per il suo 'vescovo' è stata calorosa. Tanti i saluti, tanti i baci ai bambini prima della Messa nel giro in jeep con un vento tale che è costretto a togliere lo zucchetto. Poi Bergoglio si ferma per abbracciare un non vedente; in basilica si prende un bel po' di tempo e saluta, uno ad uno, tutte le persone disabili tra la commozione generale. Infine anche il saluto dalla Loggia con parole semplici, amicali: "buona sera", "grazie per la compagnia", "pregate per me, non lo dimenticate perché ne ho bisogno", "andiamo avanti vescovo e popolo". Ad accoglierlo anche le autorità: oltre al sindaco, il presidente della Regione Nicola Zingaretti, il ministro Andrea Riccardi, l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta.
Non è una semplice Messa quella a San Giovanni. Il Papa sale sulla Cattedra e la Chiesa di Roma fa il suo atto di obbedienza. Il primo omaggio è del cardinale vicario, Agostino Vallini. Poi seguono ecclesiastici e religiosi. Ma a salutare il Papa vanno anche i laici, due giovani e una famiglia con quattro bambini. Il più piccolo a salutare il Papa a nome dei romani è Paolo, 6 anni. Poi l'omelia. "Quante proposte mondane sentiamo attorno a noi, ma lasciamoci afferrare dalla proposta di Dio, la sua è una carezza di amore". E aggiunge: "Per Dio noi non siamo numeri, siamo importanti, anzi siamo quanto di più importante Egli abbia anche se peccatori". Poi l'elogio alla pazienza di Dio, dopo quello alla tenerezza, di cui aveva parlato fin dai primi discorsi. Il Signore ha sempre pazienza, "non è impaziente come noi che spesso vogliamo tutto e subito". E confida: "Nella mia vita personale ho visto tante volte la sua pazienza. Ma la pazienza di Dio deve trovare in noi il coraggio di tornare da Lui".
Domenica 7 aprile è stata anche la giornata del ricordo di Wojtyla. A San Pietro il Papa lo aveva citato per la Festa della Divina Misericordia, da lui voluta e che si celebra proprio oggi, la prima domenica dopo Pasqua. La piazza aveva risposto con un'ovazione e Papa Francesco si era interrotto per lasciare spazio all'omaggio della gente a Wojtyla. Nel pomeriggio invece, davanti al Palazzo del Vicariato, il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha scoperto, sempre alla presenza del pontefice, la targa dedicata al Papa polacco. Un pezzo di piazza san Giovanni da oggi si chiama "Piazza Giovanni Paolo II". Manca il titolo di 'beato' e qualche fedele resta deluso, ma è possibile sia una scelta in attesa della santificazione. E ancora Giovanni Paolo II torna alla memoria guardando il pastorale di Bergoglio che è quello usato per 27 anni dal papa polacco, dopo che lo aveva utilizzato Paolo VI.
L'accoglienza di Roma per il suo 'vescovo' è stata calorosa. Tanti i saluti, tanti i baci ai bambini prima della Messa nel giro in jeep con un vento tale che è costretto a togliere lo zucchetto. Poi Bergoglio si ferma per abbracciare un non vedente; in basilica si prende un bel po' di tempo e saluta, uno ad uno, tutte le persone disabili tra la commozione generale. Infine anche il saluto dalla Loggia con parole semplici, amicali: "buona sera", "grazie per la compagnia", "pregate per me, non lo dimenticate perché ne ho bisogno", "andiamo avanti vescovo e popolo". Ad accoglierlo anche le autorità: oltre al sindaco, il presidente della Regione Nicola Zingaretti, il ministro Andrea Riccardi, l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta.
Non è una semplice Messa quella a San Giovanni. Il Papa sale sulla Cattedra e la Chiesa di Roma fa il suo atto di obbedienza. Il primo omaggio è del cardinale vicario, Agostino Vallini. Poi seguono ecclesiastici e religiosi. Ma a salutare il Papa vanno anche i laici, due giovani e una famiglia con quattro bambini. Il più piccolo a salutare il Papa a nome dei romani è Paolo, 6 anni. Poi l'omelia. "Quante proposte mondane sentiamo attorno a noi, ma lasciamoci afferrare dalla proposta di Dio, la sua è una carezza di amore". E aggiunge: "Per Dio noi non siamo numeri, siamo importanti, anzi siamo quanto di più importante Egli abbia anche se peccatori". Poi l'elogio alla pazienza di Dio, dopo quello alla tenerezza, di cui aveva parlato fin dai primi discorsi. Il Signore ha sempre pazienza, "non è impaziente come noi che spesso vogliamo tutto e subito". E confida: "Nella mia vita personale ho visto tante volte la sua pazienza. Ma la pazienza di Dio deve trovare in noi il coraggio di tornare da Lui".