Femen, protesta per Amina davanti alle ambasciate tunisine

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Amina Tyler. Credit foto: gruppo Facebook Femen Ucraina
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La ragazza ha pubblicato sul web una sua foto a seno nudo con lo slogan "il corpo mi appartiene e non è di nessuno": per questo ha ricevuto minacce di morte. Il 4 aprile le femministe hanno indetto la giornata internazionale "Topless Jihad". STORIFY

di Pamela Foti

"Il mio corpo mi appartiene e non è di nessuno". Amina Tyler ha voluto urlare il suo messaggio a tutto il mondo. Ma non ha usato la voce, ha preferito l'immagine, quella più provocatoria per una giovane ragazza che vive in Tunisia: ha scritto quelle parole sul seno nudo e ha pubblicato la sua immagine in Rete. Voleva aderire al gruppo Femen, nato nel 2008 in Ucraina per proclamare l'autodeterminazione della donna, e lanciare la protesta nel suo Paese (tutte le foto).
La notizia è circolata in fretta a Tunisi, che dopo la primavera araba affronta i fermenti dell'estremismo religioso e dove le associazioni femministe denunciano un regresso nei diritti delle donne con l'arrivo al potere del partito islamico Ennahda. La 19enne ha partecipato a talk show televisivi e ha diviso l'opinione pubblica. La sua azione, però, le è costata anche una fatwa dell'imam Adel Almi, un predicatore che ha auspicato per lei la quarantena (trattandosi a suo dire di una malattia che potrebbe divenire epidemia e quindi potenzialmente coinvolgere altre ragazze), la fustigazione (dieci frustate alla schiena, magari in pubblico, per dare l'esempio) e infine la lapidazione: "Finché morte non sopraggiunga". Amina è poi sparita. Il gruppo Femen e l'opinione pubblica internazionale hanno temuto per la sua vita. Secondo alcune fonti, Amina potrebbe essere stata segregata dalla famiglia in una località poco distante da Tunisi, forse in un manicomio. Settimana scorsa, però, il legale della famiglia, la celebre avvocata tunisina e militante femminista, Bochra Belhaj Hmida, aveva assicurato che Amina stava bene e "a casa sua".

Le Femen, che continuano a seguire il suo caso, hanno chiesto a tutte le donne del mondo di inviare foto a seno nudo in segno di solidarietà con la 19enne tunisina e hanno indetto per il 4 aprile la giornata internazionale Topless Jihad, invitando a manifestare sotto i consolati della Tunisia.
Per questa ragione, nei giorni scorsi, il sito delle attiviste ucraine è stato oggetto di due attacchi hacker che per qualche ora hanno bloccato il sito e lasciato in home page una minaccia: "Venite in Tunisia, vi taglieremo i seni". LO STORIFY per conoscere la storia di Amina Tyler.

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