Marò in Italia. Il governo indiano: "Fermo disaccordo"
MondoDura reazione delle autorità del Kerala dopo la decisione della Farnesina di non fare ripartire i due militari accusati di omicidio. Proteste dei pescatori dello Stato del Sud. Secondo un quotidiano, l'ambasciatore italiano sarebbe stato convocato
L'India prenderà le misure necessarie per riportare indietro i due fucilieri di Marina italiani accusati di aver ucciso due pescatori indiani scambiati per pirati, dopo che il governo di Roma ha annunciato che i due militari resteranno in patria, in seguito a un permesso per poter votare in Italia alle ultime elezioni.
Lo dice PC Chacko, un parlamentare del Kerala, riferendo le parole del primo ministro, Manmohan Singh, che ha incontrato una delegazione di deputati.
"Abbiamo parlato della questione con il primo ministro e lui ha detto che si tratta di una questione importante con gravi implicazioni per lo Stato [del Kerala] ed ha assicurato che riferirà subito al ministro degli Esteri". "La questione sarà affrontata con le autorità italiane attraverso i canali diplomatici. Saranno prese tutte le misure necessarie per riportarli nel nostro Paese", ha spiegato il parlamentare.
India: "Fermo disaccordo" - Posizione ribadita anche all'ambasciatore italiano in India Daniele Mancini convocato dal ministero degli Esteri di Nuova Delhi, a cui è stato manifestato il "fermo disaccordo" sulla posizione dell'Italia e gli è stato comunicato che ci si aspetta che essa rispetti l'impegno preso per il loro ritorno davanti alla Corte Suprema indiana.
Rabbia in Kerala - E c'è rabbia in Kerala per la decisione del governo italiano di non rinviare i marò. I pescatori dello Stato del sud del Paese minacciano di bruciare le foto di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone all'esterno della sede del governo a Trivandrum, capitale del Kerala. Non solo.
La Ue: "Si trovi soulzione" - La Ue intanto "prende nota della dichiarazione del ministro" Terzi e "spera che si trovi una soluzione nel pieno rispetto della convenzione Onu sul diritto del mare e delle leggi internazionali e nazionali". A dirlo, il portavoce dell'alto rappresentante della politica estera della Ue Catherine Ashton.
La nota della Farnesina - Lunedì 11 marzo una nota della Farnesina ha annunciato che i due marò resteranno in Italia, riportando il testo di una comunicazione alle autorità dell'India autorizzata dal ministro Giulio Terzi, in cui l'Italia si dice comunque disponibile anche a un arbitrato internazionale.
Nella nota, il ministro spiega che la decisione di non far tornare in India i due militari, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, è legata alla mancata risposta di New Delhi alla proposta italiana di un dialogo bilaterale sulla vicenda, sulla base della convenzione Onu sul diritto del mare (Unclos).
Nel febbraio 2012 i due marò erano impegnati in una missione anti-pirateria a bordo di una nave italiana quando avvenne l'episodio per i quale sono stati arrestati dalle autorità indiane.
Lo dice PC Chacko, un parlamentare del Kerala, riferendo le parole del primo ministro, Manmohan Singh, che ha incontrato una delegazione di deputati.
"Abbiamo parlato della questione con il primo ministro e lui ha detto che si tratta di una questione importante con gravi implicazioni per lo Stato [del Kerala] ed ha assicurato che riferirà subito al ministro degli Esteri". "La questione sarà affrontata con le autorità italiane attraverso i canali diplomatici. Saranno prese tutte le misure necessarie per riportarli nel nostro Paese", ha spiegato il parlamentare.
India: "Fermo disaccordo" - Posizione ribadita anche all'ambasciatore italiano in India Daniele Mancini convocato dal ministero degli Esteri di Nuova Delhi, a cui è stato manifestato il "fermo disaccordo" sulla posizione dell'Italia e gli è stato comunicato che ci si aspetta che essa rispetti l'impegno preso per il loro ritorno davanti alla Corte Suprema indiana.
Rabbia in Kerala - E c'è rabbia in Kerala per la decisione del governo italiano di non rinviare i marò. I pescatori dello Stato del sud del Paese minacciano di bruciare le foto di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone all'esterno della sede del governo a Trivandrum, capitale del Kerala. Non solo.
La Ue: "Si trovi soulzione" - La Ue intanto "prende nota della dichiarazione del ministro" Terzi e "spera che si trovi una soluzione nel pieno rispetto della convenzione Onu sul diritto del mare e delle leggi internazionali e nazionali". A dirlo, il portavoce dell'alto rappresentante della politica estera della Ue Catherine Ashton.
La nota della Farnesina - Lunedì 11 marzo una nota della Farnesina ha annunciato che i due marò resteranno in Italia, riportando il testo di una comunicazione alle autorità dell'India autorizzata dal ministro Giulio Terzi, in cui l'Italia si dice comunque disponibile anche a un arbitrato internazionale.
Nella nota, il ministro spiega che la decisione di non far tornare in India i due militari, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, è legata alla mancata risposta di New Delhi alla proposta italiana di un dialogo bilaterale sulla vicenda, sulla base della convenzione Onu sul diritto del mare (Unclos).
Nel febbraio 2012 i due marò erano impegnati in una missione anti-pirateria a bordo di una nave italiana quando avvenne l'episodio per i quale sono stati arrestati dalle autorità indiane.