Dopo il lungo ostruzionismo dei Repubblicani il Senato ha dato il via libera alla nomina voluta da Obama. Al centro del dibattito l'uso dei droni
John Brennan - ex consigliere di Barack Obama per l'antiterrorismo - è il nuovo capo della Cia. Il Senato ha dato il via libera definitivo alla sua nomina dopo il prolungato ostruzionismo dei repubblicani: alla fine i voti a favore sono stati 63, quelli contrari 34. Succede al'ex generale David Petraeus, dimessosi a causa di uno scandalo sessuale. "Con la conferma bipartisan di Brennan il Senato ha riconosciuto le sue qualità che io ritengo determinanti per mantenere sicura l'America", esulta il presidente americano, sottolineando come "una tempestiva e accurata intelligence sia essenziale contro gli attacchi terroristici, per smantellare Al Qaida e per far fronte alle sfide di sicurezza che abbiamo di fronte".
Settimane di polemiche - L'ok dei senatori all'ex 'zar' dell'antiterrorismo è arrivato dopo settimane di polemiche da parte del Grand Old Party, i cui parlamentari hanno messo sotto torchio Brennan considerato il padre della teoria sull'uso dei droni elaborata sotto l'amministrazione Obama. Teoria in base alla quale anche i cittadini americani coinvolti con le attività dei gruppi del terrorismo islamico possono essere colpiti. Come già avvenuto in Afghanistan e Pakistan.
In discussione l'uso di droni - In particolare, il senatore repubblicano Rand Paul per bloccare la nomina di Brennan si è reso protagonista di un intervento in aula durato ben tredici ore, costringendo il ministro della giustizia, Eric Holder, a precisare la posizione dell'amministrazione Obama sull'uso dei droni in terra americana. Holder - in una lettera - ha spiegato che questi non possono essere utilizzati (e il presidente non ha l'autorità per ordinarlo) contro cittadini americani sul suolo Usa se le persone sospettate di terrorismo non sono coinvolte in complotti o 'combattimenti' in corso. Un'ipotesi che per i repubblicani sarebbe incostituzionale. Una dichiarazione che ha spianato di fatto la strada al via libera per Brennan.
Dibattito sul waterboarding - Al nuovo numero uno della Cia era stato anche contestato di non aver mai compiuto nel suo passato presso l'agenzia (dove ha gia' lavorato per anni) passi concreti contro alcune pratiche estreme di interrogatorio che sono state vietate con l'arrivo alla Casa Bianca di Barack Obama: pratiche come quella del 'waterboarding', l'annegamento simulato. Il nuovo capo della Cia ha ammesso non aver "mai tentato di fermare la Cia sul ricorso a queste tecniche", e se l'è cavata precisando che non era "in quella catena di comando". "Espressi le mie obiezioni al waterboarding, alle umiliazioni personali, solo in privato, a livello personale", ha detto davanti ai senatori.
Settimane di polemiche - L'ok dei senatori all'ex 'zar' dell'antiterrorismo è arrivato dopo settimane di polemiche da parte del Grand Old Party, i cui parlamentari hanno messo sotto torchio Brennan considerato il padre della teoria sull'uso dei droni elaborata sotto l'amministrazione Obama. Teoria in base alla quale anche i cittadini americani coinvolti con le attività dei gruppi del terrorismo islamico possono essere colpiti. Come già avvenuto in Afghanistan e Pakistan.
In discussione l'uso di droni - In particolare, il senatore repubblicano Rand Paul per bloccare la nomina di Brennan si è reso protagonista di un intervento in aula durato ben tredici ore, costringendo il ministro della giustizia, Eric Holder, a precisare la posizione dell'amministrazione Obama sull'uso dei droni in terra americana. Holder - in una lettera - ha spiegato che questi non possono essere utilizzati (e il presidente non ha l'autorità per ordinarlo) contro cittadini americani sul suolo Usa se le persone sospettate di terrorismo non sono coinvolte in complotti o 'combattimenti' in corso. Un'ipotesi che per i repubblicani sarebbe incostituzionale. Una dichiarazione che ha spianato di fatto la strada al via libera per Brennan.
Dibattito sul waterboarding - Al nuovo numero uno della Cia era stato anche contestato di non aver mai compiuto nel suo passato presso l'agenzia (dove ha gia' lavorato per anni) passi concreti contro alcune pratiche estreme di interrogatorio che sono state vietate con l'arrivo alla Casa Bianca di Barack Obama: pratiche come quella del 'waterboarding', l'annegamento simulato. Il nuovo capo della Cia ha ammesso non aver "mai tentato di fermare la Cia sul ricorso a queste tecniche", e se l'è cavata precisando che non era "in quella catena di comando". "Espressi le mie obiezioni al waterboarding, alle umiliazioni personali, solo in privato, a livello personale", ha detto davanti ai senatori.