La Tunisia si ferma per l'addio a Belaid

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Oltre un milione di persone avrebbe partecipato alle esequie del leader dell'opposizione ucciso il sei febbraio. Intanto il Paese è rimasto bloccato per lo sciopero generale proclamato dal principale sindacato. A Gafsa riesplode la violenza

E' stato sepolto al cimitero di El-Jellaz a Tunisi Chokri Belaid, il leader dell'opposizione laica tunisina assassinato mercoledì 6 febbraio. Un'autentica marea umana ha accompagnato le spoglie e ha assistito alle esequie mentre tutto il Paese nordafricano si fermava per lo sciopero generale. Secondo fonti giornalistiche tunisine, riportate da Arabiya e Al Jazeera, addirittura un milione e 400mila persone avrebbe partecipato al rito funebre.

Nonostante il forte vento e la pioggia battente, la folla ha accompagnato il feretro avvolto nella bandiera rossa tunisina e ricoperto di fiori nei tre chilometri e mezzo di tragitto dal centro culturale di Djebel Jelloud, su cui erano stati disegnati i grandi baffi neri simbolo del leader del Movimento dei patrioti democratici, fino al cimitero. Scaramucce e scontri si sono registrati lungo il percorso del corteo funebre, con la polizia che ha usato i gas lacrimogeni per disperdere la folla. Onunque c'erano centinaia, migliaia di bandiere, ma solo della Tunisia.

Mentre la salma veniva inumata, migliaia di persone hanno gridato "Allah è grande", prima di cantare l'inno nazionale tunisino e recitare il primo versetto del Corano.
Le esequie hanno assunto a tratti il tono di una manifestazione contro il partito islamista al governo, Ennahda, accusato di essere il mandante dell'assassinio. Tra i partecipanti, numerosi esponenti politici (ma nessuno - secondo al-Arabiya - degli uomini di spicco di Ennahda) e la vedova di Belaid, Besma, che ha innalzato le due dita in segno di vittoria quando, a più riprese, si è levato dai dimostranti il grido: "Il popolo vuole un'altra rivoluzione". La figlia di otto anni di Belaid è anche svenuta per qualche attimo per l'emozione.

Tunisi ha vissuto una giornata surreale, con quasi tutte le attività bloccate dallo sciopero generale proclamato dal principale sindacato, l'Unione Generale dei Lavoratori Tunisini (Ugtt). Il Paese è rimasto virtualmente isolato: l'aeroporto di Tunisi-Cartagine ha reso nota la cancellazione per l'intera giornata di tutti i voli in arrivo e in partenza dallo scalo, sia interni sia internazionali.

La violenza è però nel frattempo già riesplosa a Gafsa, nella Tunisia centrale (MAPPA): giovani dimostranti hanno aggredito un poliziotto, che è stato trascinato a forza fuori dalla sua auto e picchiato selvaggiamente: adesso è in stato di coma. Gli assalitori hanno anche appiccato il fuoco a un commissariato e hanno messo in fuga le forze di sicurezza.

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