Germania, la crisi dei pirati tedeschi va online
MondoDopo i successi nelle elezioni locali nel 2012 e i sondaggi nazionali al 13%, gli scontri interni hanno provocato un calo dei consensi. E in Bassa Sassonia è arrivato il primo flop. Sul web scatta l'autocritica: "Ci siamo comportati come dei bambini"
di David Saltuari
"Ci hanno portato a giocare al tavolo dei grandi, ma noi abbiamo continuato a comportarci da bambini". A scriverlo sul suo blog è Klaus Peukert, membro del consiglio direttivo federale del Partito dei Pirati tedesco. Dopo un 2012 che ha visto la formazione politica, spesso associata da molti al Movimento 5 Stelle italiano, trionfare in tutte le elezioni locali in Germania, facendola diventare uno dei protagonisti della scena politica tedesca, il 2013 è iniziato con un brutto risveglio.
Il 2012, un anno di successi - Il movimento, da molti associato al Movimento 5 Stelle di Grillo per la sua carica di sfiducia nella politica tradizionale e le sue istanze di democrazia diretta in rete, è reduce da un anno di grandi successi elettorali. Già nel settembre 2011 aveva ottenuto un sorprendente 8,9% nelle elezioni locali di Berlino. Un risultato da molti liquidato come un'eccentricità dell'elettorato anticonformista e un po' bohemien della capitale tedesca. Ma i successivi successi nella primavera 2012, in due Laender prettamente agricoli e più tradizionali come il piccolo Saarland (7,4%) e il nordico Schleswig Holstein (8,2%) hanno affermato i Pirati tedeschi come una realtà con la quale gli altri partiti dovevano fare i conti. Realtà ulteriormente confermata e rafforzata dal successo elettorale nel Nordreno Westfalia, il land che da solo produce un quinto di tutto il Pil tedesco, dove hanno ottenuto il 7,8% dei consensi. La parabola discendente iniziata nei sondaggi a partire dall'autunno e confermata dal risultato in Bassa Sassonia, dove hanno fallito l'ingresso al parlamento locale, fermandosi a un misero 2,1% ha ora aperto la più tradizonale delle fasi di recriminazioni, accuse e autocritiche. Una fase che in questo caso avviene tutta online.
Autocritica online - Sulla loro pagina Facebook il partito dei Pirati ha infatti invitato i propri simpatizzanti a linkare post e articoli che analizzino in modo critico il risultato in Bassa Sassonia. E i primi a rispondere all'appello sono stati i "quadri" del movimento come Klaus Peukert. Che continua nella sua analisi, scrivendo che "abbiamo fallito nelle nostre responsabilità. Pensavamo di poter continuare a comportarci come nel 2009: in modo supponente, arrogante, saccente e spiegando tutto con metafore prese dalla rete". Continua Pokert: "Sui temi importanti abbiamo taciuto. Ci bastava linkare al sito kein-programm.de (una url che si può tradurre come Non-programma.de) per poi lamentarci che i media si occupassero solo dei nostri sconti interni anziché stampare il nostro programma." C'è bisogno di una nuova partenza, scrive sul suo blog il pirata Jan Leutert . "Basta dare la colpa agli altri. Se i cittadini e la stampa non ci capiscono, dobbiamo cercare qual è il nostro errore". Leutert mette anche in discussione molti dei punti di forza dei pirati, accusando di superficialità i suoi colleghi: "Combattiamo per la trasparenza in politica, ma la trasparenza non è semplicemente mettere il proprio curriculum in rete". Il capogruppo dei Pirati al parlamento locale di Berlino, Christopher Lauer, teme invece che molti tra gli elettori vedano in questo insuccesso una forma di purezza autoconsolatoria. E cita il tweet della tesoriera del partito: "Finalmente ho di nuovo il mio partito del 2%. Mi mancava così tanto". Scherzoso, ma non troppo. Una visione la loro che in per molti versi è più avanti di quella ufficiale del partito. Su Flaschenpost (il messaggio in bottiglia), l'organo ufficiale del movimento titola "Non abbiamo vinto, ma non abbiamo neanche perso" e mininizza il risultato elettorale, confrontandolo con quello di 5 anni fa, anziché con i sondaggi degli ultimi mesi e nell'immediato dopo voto il segretario federale del partito Bernd Schlömer aveva dato la colpa dell'insuccesso alle cattive condizioni atmosferiche.
I Pirati? "Una terapia di gruppo infinta" - Ma che il partito dei Pirati stesse attraversando una crisi profonda è una realtà ben chiara per i giornali tedeschi. Nei tradizionali sondaggi settimanali della Forsa per Stern, dove aprile 2012 il movimento aveva toccato uno storico 13%, oggi i Pirati veleggiano intorno a un misero 4%, un punto sotto la fatidica soglia che permette l'ingresso al Bundestag. Una parabola iniziata già lo scorso autunno e che ha trovato nelle urne della Bassa Sassonia il suo principio di realtà. Già lo scorso ottobre la bavarese Sueddeutsche Zeitung definiva il partito dei pirati "una terapia di gruppo infinita". Il quotidiano rilevava come, dopo i successi elettorali locali, nati soprattutto grazie all'ondata di sentimenti anti partiti, popolari anche in Germania, ai Pirati fosse mancata la capacità di articolare una proposta politica seria e coerente. Troppi i temi sui quali la risposta era "non ci abbiamo ancora pensato", troppe le domande a cui si dice "lo dobbiamo ancora decidere". E invece che entrare nel dibattito politico con gli altri partiti, i Pirati si sono gettati in un dibattito interno continuo, in una discussione solo su se stessi. Anziché giocare al tavolo dei grandi, appunto, si sono comportati come bambini.
Mesi di scontri pubblici - Nell'ottobre del 2012 Julia Schramm, uno dei membri più in vista del consiglio direttivo del partito (e una delle poche donne presenti) viene costretta alle dimissioni. Il suo peccato essersi rifiutata di rendere disponibile online gratuitamente il suo libro, dopo che la sua casa editrice aveva bloccato una copia pirata che girava in Internet. Alla piratessa il rifiuto era costato uno shitstorm, un attacco di massa sui suoi account social. Nella stessa settimana lasciava il popolare Matthias Schrade per dissidi irreparabili con il segretario federale Johannes Ponader. Tutti scontri avvenuti online, ripresi dai giornali e che non hanno aiutato alla popolarità del partito. Come non aiuta l'obbligo che il movimento si è dato di discutere pubblicamente ogni proposta venga fatta sul programma. E così i pirati della Bassa Sassonia, lo scorso autunno, hanno dovuto discutere sulla proposta di uno di loro di rendere obbligatoria a scuola la lettura del Mein Kampf di Hitler. Nessun risvolto nostalgico: secondo il proponente il modo migliore per costruire una coscienza anti nazista è quello di leggerne i testi. Ma bloccare l'assemblea locale del partito per una lingua discussione, pubblica, su questo tema non li ha certo aiutati nei sondaggi. E così via, in una serie di scontri interni, dibattiti online il cui unico tema erano loro stessi e l'incapacità di partecipare al dibattito politico che intanto andava avanti, i pirati hanno visto il loro seguito diminuire sempre più, fino alla delusione sassone.
A settembre le elezioni federali - Le elezioni federali si svolgeranno il prossimo 13 settembre. Nove mesi di tempo per cercare di invertire la rotta e tornare a guadagnare consensi per conquistare qualche seggio al Bundestag. O, come osservano alcuni, per tornare a compiacersi della sicura e calda irrilevanza della propria nichia.
"Ci hanno portato a giocare al tavolo dei grandi, ma noi abbiamo continuato a comportarci da bambini". A scriverlo sul suo blog è Klaus Peukert, membro del consiglio direttivo federale del Partito dei Pirati tedesco. Dopo un 2012 che ha visto la formazione politica, spesso associata da molti al Movimento 5 Stelle italiano, trionfare in tutte le elezioni locali in Germania, facendola diventare uno dei protagonisti della scena politica tedesca, il 2013 è iniziato con un brutto risveglio.
Il 2012, un anno di successi - Il movimento, da molti associato al Movimento 5 Stelle di Grillo per la sua carica di sfiducia nella politica tradizionale e le sue istanze di democrazia diretta in rete, è reduce da un anno di grandi successi elettorali. Già nel settembre 2011 aveva ottenuto un sorprendente 8,9% nelle elezioni locali di Berlino. Un risultato da molti liquidato come un'eccentricità dell'elettorato anticonformista e un po' bohemien della capitale tedesca. Ma i successivi successi nella primavera 2012, in due Laender prettamente agricoli e più tradizionali come il piccolo Saarland (7,4%) e il nordico Schleswig Holstein (8,2%) hanno affermato i Pirati tedeschi come una realtà con la quale gli altri partiti dovevano fare i conti. Realtà ulteriormente confermata e rafforzata dal successo elettorale nel Nordreno Westfalia, il land che da solo produce un quinto di tutto il Pil tedesco, dove hanno ottenuto il 7,8% dei consensi. La parabola discendente iniziata nei sondaggi a partire dall'autunno e confermata dal risultato in Bassa Sassonia, dove hanno fallito l'ingresso al parlamento locale, fermandosi a un misero 2,1% ha ora aperto la più tradizonale delle fasi di recriminazioni, accuse e autocritiche. Una fase che in questo caso avviene tutta online.
Autocritica online - Sulla loro pagina Facebook il partito dei Pirati ha infatti invitato i propri simpatizzanti a linkare post e articoli che analizzino in modo critico il risultato in Bassa Sassonia. E i primi a rispondere all'appello sono stati i "quadri" del movimento come Klaus Peukert. Che continua nella sua analisi, scrivendo che "abbiamo fallito nelle nostre responsabilità. Pensavamo di poter continuare a comportarci come nel 2009: in modo supponente, arrogante, saccente e spiegando tutto con metafore prese dalla rete". Continua Pokert: "Sui temi importanti abbiamo taciuto. Ci bastava linkare al sito kein-programm.de (una url che si può tradurre come Non-programma.de) per poi lamentarci che i media si occupassero solo dei nostri sconti interni anziché stampare il nostro programma." C'è bisogno di una nuova partenza, scrive sul suo blog il pirata Jan Leutert . "Basta dare la colpa agli altri. Se i cittadini e la stampa non ci capiscono, dobbiamo cercare qual è il nostro errore". Leutert mette anche in discussione molti dei punti di forza dei pirati, accusando di superficialità i suoi colleghi: "Combattiamo per la trasparenza in politica, ma la trasparenza non è semplicemente mettere il proprio curriculum in rete". Il capogruppo dei Pirati al parlamento locale di Berlino, Christopher Lauer, teme invece che molti tra gli elettori vedano in questo insuccesso una forma di purezza autoconsolatoria. E cita il tweet della tesoriera del partito: "Finalmente ho di nuovo il mio partito del 2%. Mi mancava così tanto". Scherzoso, ma non troppo. Una visione la loro che in per molti versi è più avanti di quella ufficiale del partito. Su Flaschenpost (il messaggio in bottiglia), l'organo ufficiale del movimento titola "Non abbiamo vinto, ma non abbiamo neanche perso" e mininizza il risultato elettorale, confrontandolo con quello di 5 anni fa, anziché con i sondaggi degli ultimi mesi e nell'immediato dopo voto il segretario federale del partito Bernd Schlömer aveva dato la colpa dell'insuccesso alle cattive condizioni atmosferiche.
I Pirati? "Una terapia di gruppo infinta" - Ma che il partito dei Pirati stesse attraversando una crisi profonda è una realtà ben chiara per i giornali tedeschi. Nei tradizionali sondaggi settimanali della Forsa per Stern, dove aprile 2012 il movimento aveva toccato uno storico 13%, oggi i Pirati veleggiano intorno a un misero 4%, un punto sotto la fatidica soglia che permette l'ingresso al Bundestag. Una parabola iniziata già lo scorso autunno e che ha trovato nelle urne della Bassa Sassonia il suo principio di realtà. Già lo scorso ottobre la bavarese Sueddeutsche Zeitung definiva il partito dei pirati "una terapia di gruppo infinita". Il quotidiano rilevava come, dopo i successi elettorali locali, nati soprattutto grazie all'ondata di sentimenti anti partiti, popolari anche in Germania, ai Pirati fosse mancata la capacità di articolare una proposta politica seria e coerente. Troppi i temi sui quali la risposta era "non ci abbiamo ancora pensato", troppe le domande a cui si dice "lo dobbiamo ancora decidere". E invece che entrare nel dibattito politico con gli altri partiti, i Pirati si sono gettati in un dibattito interno continuo, in una discussione solo su se stessi. Anziché giocare al tavolo dei grandi, appunto, si sono comportati come bambini.
Mesi di scontri pubblici - Nell'ottobre del 2012 Julia Schramm, uno dei membri più in vista del consiglio direttivo del partito (e una delle poche donne presenti) viene costretta alle dimissioni. Il suo peccato essersi rifiutata di rendere disponibile online gratuitamente il suo libro, dopo che la sua casa editrice aveva bloccato una copia pirata che girava in Internet. Alla piratessa il rifiuto era costato uno shitstorm, un attacco di massa sui suoi account social. Nella stessa settimana lasciava il popolare Matthias Schrade per dissidi irreparabili con il segretario federale Johannes Ponader. Tutti scontri avvenuti online, ripresi dai giornali e che non hanno aiutato alla popolarità del partito. Come non aiuta l'obbligo che il movimento si è dato di discutere pubblicamente ogni proposta venga fatta sul programma. E così i pirati della Bassa Sassonia, lo scorso autunno, hanno dovuto discutere sulla proposta di uno di loro di rendere obbligatoria a scuola la lettura del Mein Kampf di Hitler. Nessun risvolto nostalgico: secondo il proponente il modo migliore per costruire una coscienza anti nazista è quello di leggerne i testi. Ma bloccare l'assemblea locale del partito per una lingua discussione, pubblica, su questo tema non li ha certo aiutati nei sondaggi. E così via, in una serie di scontri interni, dibattiti online il cui unico tema erano loro stessi e l'incapacità di partecipare al dibattito politico che intanto andava avanti, i pirati hanno visto il loro seguito diminuire sempre più, fino alla delusione sassone.
A settembre le elezioni federali - Le elezioni federali si svolgeranno il prossimo 13 settembre. Nove mesi di tempo per cercare di invertire la rotta e tornare a guadagnare consensi per conquistare qualche seggio al Bundestag. O, come osservano alcuni, per tornare a compiacersi della sicura e calda irrilevanza della propria nichia.