Suicida l’attivista Aaron Swartz, rabbia e dolore in Rete

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Aaron Swartz in uno scatto di Rage Ross. Credits: Flickr - Creative Commons
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Dopo la morte dell'hacker 26enne, considerato un paladino della libertà di informazione online, amici e colleghi si mobilitano: un "ragazzo geniale", "uno dei migliori della generazione Internet". La famiglia accusa la giustizia Usa: lo hanno perseguitato

di Nicola Bruno

"L'informazione è potere. E come per tutti i poteri, c'è chi vuole tenerselo tutto per sé". Così scriveva nel 2008 Aaron Swartz, il programmatore prodigio suicidatosi lo scorso venerdì all'età di 26 anni. Per molti aspetti queste parole ricordano quelle di Julian Assange, altro hacker protagonista degli ultimi anni. Come il fondatore di Wikileaks, anche Swartz ha portato avanti diverse battaglie sui temi legati all'informazione online, scontrandosi a sua volta con la giustizia. A differenza dell'attivista australiano, Swartz però ha sempre mostrato un atteggiamento più generoso (e, forse, meno narcisista) che l'ha portato a essere tra i protagonisti di molte delle innovazioni della cultura 'open' dell'ultimo decennio: dal formato RSS alle licenze Creative Commons, passando per il sito di informazione condivisa Reddit e OpenLibrary. Grazie a queste battaglie si è presto affermato come un paladino del web libero, ma si è anche imbattuto in alcuni guai con la legge. E proprio quest'ultimi, secondo la dichiarazione rilasciata dai familiari dopo la morte, hanno contribuito a portare Swartz a compiere il tragico gesto. Secondo altri osservatori, un ruolo l’ha avuto anche la depressione d cui Swartz soffriva da diversi anni, come aveva spiegato pubblicamente sul suo blog.

Programmatore precoce - A 14 anni già figurava tra gli autori del formato RSS 1.0, poi utilizzato da quasi tutti i siti web e blog per permettere l'abbonamento in automatico ai contenuti. Più tardi, nel 2002, lo troviamo accanto a Lawrence Lessig, docente all'Harvard University, nel lancio di Creative Commons, le licenze create per dar vita una nuova definizione legale delle opere digitali.
Ma non finisce qui: Swartz è stato anche uno dei cofondatori di Infogami, la startup da cui sarebbe poi nata Reddit, la popolare community online di recente salita alla ribalta per l'AMA (Ask Me Anything) tenuto da Barack Obama. Swartz ha poi lavorato al lancio di OpenLibrary.org, la gigantesca biblioteca digitale che è parte dell'Internet Archive e mette a disposizione migliaia di opere di pubblico dominio. Dopo un rapporto di amore-odio con le Università, nel 2010 è diventato un Fellow dell'Edmond J. Safra Center for Ethics dell'Università di Harvard. E negli ultimi anni ha creato l'associazione Demand Progress per protestare contro la legge anti-pirateria SOPA.

I problemi con la giustizia - Nel 2009 Swartz si è imbattuto nei primi problemi con la giustizia quando, attraverso un software automatico, ha scaricato il 20% dei documenti presenti su PACER, il database del sistema giudiziario statunitense che all'epoca chiedeva 10 centesimi per l'accesso a ogni documento. Secondo diversi attivisti questi documenti dovevano essere liberamente accessibili, dal momento che erano stati finanziati con fondi pubblici. Dopo la pubblicazione online dell'archivio, l'FBI ha avviato un'indagine contro di lui (che poi ha deciso di archiviare). Ma è stato nel 2011 che Swartz è salito di nuovo alla ribalta, quando ha scaricato 4,8 milioni di articoli scientifici dall'archivio online JSTOR attraverso un account falso creato attraverso il network del campus del MIT. Dopo essere stato denunciato dallo stesso MIT e arrestato, le autorità hanno aperto un procedimento giudiziario nei suoi confronti con l'accusa di frode. Swartz rischiava 31 anni di carcere e una multa di 1 milione di dollari. E proprio a quest'ultimo caso fa riferimento la famiglia di Swartz nella dura dichiarazione rilasciata dopo il suicidio: "La morte di Aaron non è solo una tragedia personale. E' il prodotto di un sistema di giustizia criminale che si muove con l'intimidazione e la persecuzione. Le decisioni dell'ufficio del Massachusetts US Attorney e dal MIT hanno contribuito alla sua morte".

I ricordi dei colleghi - "Era brillante e divertente. Un ragazzo geniale (…) La fonte di una domanda che mi sono posto milioni di volte: Cosa avrebbe pensato Aaron?". Così scrive in un lungo post Larry Lessig, ora docente all'Università di Stanford e padre delle licenze Creative Commons. Prima ancora in un tweet Lessig aveva confessato che "non c'è nessun modo per esprimere questa tristezza".



Anche il padre del world wide web Tim Berners-Lee si è affidato a Twitter per ricordare Swartz.



Dello stesso avviso anche Cory Doctorow, altro noto attivista per le libertà digitali che, prima con un tweet e poi con un lungo post, ha ricordato un'amicizia iniziata quando Swartz aveva 14 anni: "Aaron aveva ideali molto forti e profondi, ma era anche un ragazzo impressionabile, uno che veniva facilmente travolto dalle passioni. Sembrava sempre alla ricerca di un maestro, e nessuno di quelli che incontrava sembrava corrispondere ai suoi standard impossibili".



"Aaron era saldo nel suo impegno per costruire un mondo migliore e più aperto. Altruista. Desideroso di produrre un cambiamento. E' uno dei migliori spiriti della generazione Internet. Sono distrutto dalla sua scomparsa, ma sarò sempre illuminato dal suo lavoro e dalla sua dedizione. Possa un eroe e un fondatore del nostro mondo open riposare in pace" ha scritto in un post Brewster Kahle, fondatore dell'Internet Archive, con cui Swartz ha collaborato per la creazione della biblioteca digitale OpenLibrary.org. Il sito web Public Resource, gestito dall'attivista Carl Malamud, altro collaboratore di Swartz, nella giornata di sabato si è del tutto oscurato, con la sola scritta: "Aaron ha reso il nostro mondo più libero. Sii libera Internet".

"Un'ispirazione, che ha rinunciato alla sua libertà per combattere per quella degli altri", scrive il direttore dell'Electronic Frontiers Foundation Trevor Timm, segnalando un lungo “coccodrillo” dell'editorialista di The Guardian Glenn Greenwald.



Swartz era un "prodigio complicato", "i più anziani si avvicinavano a lui con stupore" ha dichiarato al New York Times Susan Crawford, docente alla Cardozo School of Law di New York e consulente tecnologico dell'amministrazione Obama: "Aaron ha costruito molte cose sorprendenti che hanno cambiato il flusso dell'informazione intorno al mondo".

Parole di commiato sono arrivate anche da esponenti dei colossi del web. Bradley Horowitz di Google ha ricordato gli ultimi scambi di email con Swartz, mentre Alex Macgillivray, general counsel di Twitter, ha scritto: "Aaron ha reso Internet migliore", aggiungendo poi una foto con Swartz quindicenne in compagnia di Larry Lessig.
Moltissimi i ricordi anche su Reddit, la community che Swartz ha contribuito a creare. The Guardian ha selezionato diversi commenti e discussioni ancora in corso.

Per finire, segnaliamo questo post pubblicato da Aaron Swartz nel 2002 dal titolo: "Se mai andrò sotto un camion" che rappresenta una sorta di testamento tecnologico. Dopo aver dato tutte le disposizioni da seguire in caso di morte (il sito da aggiornare, le email automatiche da impostare), alla fine scrive: "Ad ogni modo, mi mancherete tutti".

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