Siria, le potenze internazionali riconoscono l'opposizione
MondoDopo l'annuncio del presidente Obama, i 130 Paesi del "Gruppo Amici", riuniti a Marrakesh, hanno firmato un documento con cui "ritengono la coalizione il legittimo rappresentante del popolo siriano”. Critiche dalla Russia
Il gruppo Amici della Siria, di cui fanno parte anche 130 rappresentanti internazionali tra cui Usa, Francia e Italia, riconosce la coalizione di opposizione nel Paese come "rappresentante legittimo del popolo siriano": è quanto emerge dalla bozza di dichiarazione del gruppo riunito a Marrakesh. Ma la Francia non è pronta a fornire armi all'opposizione e monitorerà la situazione. La coalizione comprende vari gruppi di opposizione al regime del presidente Bashar al-Assad.
La bozza - Secondo l'agenzia di stampa Reuters, nella bozza si legge anche: "Bashar al-Assad ha perso la sua legittimità e deve farsi da parte per consentire una transizione politica sostenibile". A proposito dei recenti report di intelligence secondo cui Assad potrebbe utilizzare armi chimiche e biologiche nel conflitto, la potenze hanno chiarito che "qualsiasi utilizzo di armi chimiche in Siria sarebbe ripugnante e che ciò provocherebbe una risposta seria da parte della comunità internazionale".
I membri del gruppo hanno inoltre annunciato la creazione di un fondo di aiuti "per sostenere il popolo siriano" sollecitando gli Stati e le organizzazioni a dare dei contributi.
Il primo riconoscimento da parte di Obama - A dare il la al riconoscimento è stato il presidente Usa Barack Obama che, in un'intervista alla Abc alla vigilia dell'incontro a Marakkesh, ha annunciato che il suo governo ha preso la decisione del riconoscimento perché il gruppo, la Coalizione Nazionale delle Forze della Rivoluzione e dell'Opposizione Siriana, è ora "sufficientemente inclusivo" e ha avvertito che "ovviamente con questo riconoscimento arrivano le responsabilità”.
Un annuncio, quello di Obama, che ha subito scatenato la dura reazione della Russia. Il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov si è detto "stupito" dal riconoscimento Usa della coalizione di opposizione come "unico rappresentante legittimo del popolo siriano", definendolo in contrasto con gli accordi di Ginevra.
Combattimenti in corso - Intanto i combattimenti si avvicinano alla residenza di Assad nel cuore di Damasco e, secondo gli attivisti, nella giornata del 12 dicembre le forze governative hanno colpito con l'artiglieria e i missili quartieri della capitale vicini all'aeroporto militare Mezzeh. Testimoni oculari, citati dai comitati locali di coordinamento, riferiscono di un'esplosione nel centro di Damasco, nei pressi del Palazzo di Giustizia, che ha causato danni materiali.
La bozza - Secondo l'agenzia di stampa Reuters, nella bozza si legge anche: "Bashar al-Assad ha perso la sua legittimità e deve farsi da parte per consentire una transizione politica sostenibile". A proposito dei recenti report di intelligence secondo cui Assad potrebbe utilizzare armi chimiche e biologiche nel conflitto, la potenze hanno chiarito che "qualsiasi utilizzo di armi chimiche in Siria sarebbe ripugnante e che ciò provocherebbe una risposta seria da parte della comunità internazionale".
I membri del gruppo hanno inoltre annunciato la creazione di un fondo di aiuti "per sostenere il popolo siriano" sollecitando gli Stati e le organizzazioni a dare dei contributi.
Il primo riconoscimento da parte di Obama - A dare il la al riconoscimento è stato il presidente Usa Barack Obama che, in un'intervista alla Abc alla vigilia dell'incontro a Marakkesh, ha annunciato che il suo governo ha preso la decisione del riconoscimento perché il gruppo, la Coalizione Nazionale delle Forze della Rivoluzione e dell'Opposizione Siriana, è ora "sufficientemente inclusivo" e ha avvertito che "ovviamente con questo riconoscimento arrivano le responsabilità”.
Un annuncio, quello di Obama, che ha subito scatenato la dura reazione della Russia. Il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov si è detto "stupito" dal riconoscimento Usa della coalizione di opposizione come "unico rappresentante legittimo del popolo siriano", definendolo in contrasto con gli accordi di Ginevra.
Combattimenti in corso - Intanto i combattimenti si avvicinano alla residenza di Assad nel cuore di Damasco e, secondo gli attivisti, nella giornata del 12 dicembre le forze governative hanno colpito con l'artiglieria e i missili quartieri della capitale vicini all'aeroporto militare Mezzeh. Testimoni oculari, citati dai comitati locali di coordinamento, riferiscono di un'esplosione nel centro di Damasco, nei pressi del Palazzo di Giustizia, che ha causato danni materiali.