Sette profili in sette lingue. Benedetto XVI esordisce sul sito di microblogging dove già cinguettano monsignor Ravasi e Timothy Dolan, cardinale di New York. Ma tra i capi religiosi, il leader buddhista è il più seguito con oltre 5 mln di follower
Se ci fosse una classifica dei leader religiosi presenti su Twitter sarebbe il Dalai Lama a vincere a mani basse il primo premio. Con più di cinque milioni di follower, a cui vanno ad aggiungersi quasi altrettanti contatti Facebook, il leader buddhista stacca di diversi ordini di grandezza personaggi come l'ayatollah Khamenei o l'arcivescovo di Canterbury. Pur dichiarandosi sempre poco "tecnologico", il Dalai Lama ha un vero e proprio team di esperti informatici incaricati di tenere aggiornati i suoi profili, che hanno visto un vero e proprio boom di associati, cresciuti di più di tre milioni di unità solo nell'ultimo anno, e conta anche un seguitissimo canale YouTube.
Totalmente diverse le cifre di un account non ufficiale dell'Ayatollah Khamenei, che riporta soprattutto i link ai discorsi ufficiali del leader iraniano, e che conta poco più di 7mila follower. Ancora meno risultano i contatti del leader dei Fratelli Musulmani Mohamed Badie, che ne ha appena 700. Anche l'altra religione monoteista, l'ebraismo, non ha grandi esponenti dal punto di vista della popolarità, anche se il sito di microblogging conta diverse decine di rabbini, soprattutto statunitensi, e anche il capo della Sinagoga di Roma Riccardo Di Segni ha un suo profilo, anche se con meno di 200 followers.
Va meglio ai diversi esponenti delle Chiese Cristiane: l'account ufficiale di Lambeth Palace, sede dell'Arcivescovo di Canterbury ha quasi 7mila persone che seguono i discorsi e le massime postati su Twitter, mentre fra i cattolici la "star" è Timothy Dolan, cardinale di New York, che sfiora i 70mila follower, il doppio rispetto a Monsignor Angelo Ravasi. Non va molto forte neanche il profilo ufficiale del Vaticano, VaticanCommunication, con appena 11mila 600 followers. Cifre molto più grandi sono quelle fatte dai leader cristiani evangelici che fioriscono negli Usa, che non solo raggiungono le decine di migliaia di follower: secondo uno studio fatto dallo stesso social network ogni loro tweet genera un traffico di risposte e retweet 30 volte superiore a quello di un messaggio di una pop star come Lady Gaga.
Totalmente diverse le cifre di un account non ufficiale dell'Ayatollah Khamenei, che riporta soprattutto i link ai discorsi ufficiali del leader iraniano, e che conta poco più di 7mila follower. Ancora meno risultano i contatti del leader dei Fratelli Musulmani Mohamed Badie, che ne ha appena 700. Anche l'altra religione monoteista, l'ebraismo, non ha grandi esponenti dal punto di vista della popolarità, anche se il sito di microblogging conta diverse decine di rabbini, soprattutto statunitensi, e anche il capo della Sinagoga di Roma Riccardo Di Segni ha un suo profilo, anche se con meno di 200 followers.
Va meglio ai diversi esponenti delle Chiese Cristiane: l'account ufficiale di Lambeth Palace, sede dell'Arcivescovo di Canterbury ha quasi 7mila persone che seguono i discorsi e le massime postati su Twitter, mentre fra i cattolici la "star" è Timothy Dolan, cardinale di New York, che sfiora i 70mila follower, il doppio rispetto a Monsignor Angelo Ravasi. Non va molto forte neanche il profilo ufficiale del Vaticano, VaticanCommunication, con appena 11mila 600 followers. Cifre molto più grandi sono quelle fatte dai leader cristiani evangelici che fioriscono negli Usa, che non solo raggiungono le decine di migliaia di follower: secondo uno studio fatto dallo stesso social network ogni loro tweet genera un traffico di risposte e retweet 30 volte superiore a quello di un messaggio di una pop star come Lady Gaga.