Sale la tensione lungo la linea di demarcazione. Miliziani di Hamas sparano un razzo contro una Jeep, ferendo quattro soldati. La reazione israeliana provoca vittime civili
Israele e Hamas sono di nuovo in rotta di collisione dopo un'ulteriore giornata di scontri lungo la linea di demarcazione fra Gaza ed Israele in cui almeno cinque palestinesi, tutti civili secondo le autorità di Gaza, sono stati uccisi e altri trenta feriti. Quattro i militari israeliani feriti. Si è trattato della giornata più cruenta vissuta nella Striscia negli ultimi mesi, sostengono fonti di Gaza, mentre la popolazione israeliana che risiede nelle immediate vicinanze è stata di nuovo costretta a trascorrere la nottata nei rifugi per ripararsi da ripetuti lanci di razzi.
Colpita una "tenda di condoglianza" - La fiammata di violenze ha avuto inizio quando miliziani palestinesi appostati nella striscia di Gaza, nel rione Sajaya, hanno sparato un razzo Kornet di produzione iraniana contro una jeep militare che si trovava in territorio israeliano. Il veicolo è stato centrato e ha preso fuoco. Un militare è rimasto ferito in modo molto grave alla testa. La reazione di Israele è giunta nei minuti successivi quando carri armati hanno aperto il fuoco in direzione di "obiettivi di Hamas" nei rioni Zaitun e Sajaya (Gaza) e a Khan Yunes. Fonti locali riferiscono di scene di panico, specialmente quando la popolazione si è accorta che in una zona residenziale era stata colpita una affollata 'tenda di condoglianza'.
Razzi contro Israele - Espressioni di collera sono giunte allora dai portavoce di Hamas e di alcuni gruppi armati palestinesi, che hanno minacciato di sparare razzi contro Israele. In serata effettivamente le sirene sono risuonate nella città israeliana di Sderot, mentre in periferia esplodevano alcuni razzi che non hanno provocato altre vittime. In seguito le sirene di allarme sono risuonate anche ad Ashdod, Ghedera, Ashqelon e Kiryat Malachi, nel Sud di Israele: sette-dieci razzi Grad sono stati intercettati in volo dai sistemi di difesa aerea.
Settimana particolarmente violenta - Gli incidenti di sabato 10 novembre giungono al termine di una settimana costellata di violenze, di attacchi, di imboscate e di ritorsioni. Fra l'altro, miliziani di Hamas hanno fatto saltare un tunnel scavato sotto ai reticolati di confine, imbottito con centinaia di chilogrammi di esplosivo. Lungo la linea di demarcazione, in effetti, viene da mesi combattuta una guerra di attrito contro le pattuglie militari israeliane.
Gerusalemme pensa a un'operazione via terra - In serata il capo di stato maggiore generale Beny Gantz ha convocato a Tel Aviv una consultazione con i capi militari del Comando regionale meridionale. Hamas viene indicato in Israele come il responsabile dell'inasprimento della situazione. Come in occasioni passate, il ministro della difesa Ehud Barak pare propenso a ritorsioni "misurate", anche per non creare nuovi motivi di tensione con l'Egitto di Mohammed Morsi. Ma nel governo israeliano si avvertono anche espressioni di esasperazione. Fra queste quelle del ministro dell'ambiente Ghilad Erdan (Likud), secondo cui è giunto il momento di inasprire le reazioni israeliane mettendo nel mirino non solo i miliziani di Hamas ma anche i loro dirigenti militari e politici. "Devono sentirsi in pericolo costante..." ha aggiunto il ministro, secondo cui se neanche questo riportasse la calma, Israele dovrebbe allora tornare a progettare una vasta operazione di terra.
Colpita una "tenda di condoglianza" - La fiammata di violenze ha avuto inizio quando miliziani palestinesi appostati nella striscia di Gaza, nel rione Sajaya, hanno sparato un razzo Kornet di produzione iraniana contro una jeep militare che si trovava in territorio israeliano. Il veicolo è stato centrato e ha preso fuoco. Un militare è rimasto ferito in modo molto grave alla testa. La reazione di Israele è giunta nei minuti successivi quando carri armati hanno aperto il fuoco in direzione di "obiettivi di Hamas" nei rioni Zaitun e Sajaya (Gaza) e a Khan Yunes. Fonti locali riferiscono di scene di panico, specialmente quando la popolazione si è accorta che in una zona residenziale era stata colpita una affollata 'tenda di condoglianza'.
Razzi contro Israele - Espressioni di collera sono giunte allora dai portavoce di Hamas e di alcuni gruppi armati palestinesi, che hanno minacciato di sparare razzi contro Israele. In serata effettivamente le sirene sono risuonate nella città israeliana di Sderot, mentre in periferia esplodevano alcuni razzi che non hanno provocato altre vittime. In seguito le sirene di allarme sono risuonate anche ad Ashdod, Ghedera, Ashqelon e Kiryat Malachi, nel Sud di Israele: sette-dieci razzi Grad sono stati intercettati in volo dai sistemi di difesa aerea.
Settimana particolarmente violenta - Gli incidenti di sabato 10 novembre giungono al termine di una settimana costellata di violenze, di attacchi, di imboscate e di ritorsioni. Fra l'altro, miliziani di Hamas hanno fatto saltare un tunnel scavato sotto ai reticolati di confine, imbottito con centinaia di chilogrammi di esplosivo. Lungo la linea di demarcazione, in effetti, viene da mesi combattuta una guerra di attrito contro le pattuglie militari israeliane.
Gerusalemme pensa a un'operazione via terra - In serata il capo di stato maggiore generale Beny Gantz ha convocato a Tel Aviv una consultazione con i capi militari del Comando regionale meridionale. Hamas viene indicato in Israele come il responsabile dell'inasprimento della situazione. Come in occasioni passate, il ministro della difesa Ehud Barak pare propenso a ritorsioni "misurate", anche per non creare nuovi motivi di tensione con l'Egitto di Mohammed Morsi. Ma nel governo israeliano si avvertono anche espressioni di esasperazione. Fra queste quelle del ministro dell'ambiente Ghilad Erdan (Likud), secondo cui è giunto il momento di inasprire le reazioni israeliane mettendo nel mirino non solo i miliziani di Hamas ma anche i loro dirigenti militari e politici. "Devono sentirsi in pericolo costante..." ha aggiunto il ministro, secondo cui se neanche questo riportasse la calma, Israele dovrebbe allora tornare a progettare una vasta operazione di terra.