Usa 2012: caos in Florida per l'early vote

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Barack Obama durante un comizio in Florida
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Polemiche nello Stato annoverato tra quelli ancora in bilico, per le lunghe code e i problemi tecnici che hanno impedito a molti di votare entro i termini stabiliti per il voto anticipato. Il Partito democratico si è rivolto a un giudice

Le lunghe file ai seggi e una decisione, subito rientrata, di prolungare l"early vote' rischiano di trasformare nuovamente la Florida in un 'caso' delle elezioni presidenziali americane. Gli elettori dello Stato meridionale, che è uno di quelli decisivi della corsa alla Casa Bianca, sono incappati in una serie di problemi tecnici che hanno impedito a molti di votare entro sabato, l'ultimo giorno utile per farlo in anticipo su martedì prossimo. Il Partito democratico ha presentato una denuncia per i lunghi ritardi subiti da alcuni elettori che alla fine, nonostante le ore d'attesa, non sono riusciti a votare.

In Florida dalla settimana scorsa quasi 4 milioni e mezzo di persone hanno usufruito della possibilità di votare in anticipo, ma hanno dovuto attendere anche tre o quattro ore in fila per esercitare il loro diritto costituzionale. Questo ha spinto le organizzazioni degli elettori e il Partito Democratico a chiedere invano al governatore repubblicano, Rich Scott, di prolungare il numero di giorni a disposizione, periodo terminato ufficialmente sabato notte. Scott infatti ha firmato una legge lo scorso anno riducendo il numero di giorni di 'early vote' da 14 a 8 ed eliminando il voto anticipato la domenica precedente l'Election Day. Domenica però gli elettori della contea Miami Dade hanno saputo che era consentito loro di votare, tra le 13 e le 17 ora localie ma dopo appena un'ora l'apertura dei seggi, l'ufficio di Miami Dade ha chiuso le porte (intorno alle 14), dicendo che erano rimasti sorpresi dall'improvvisa enorme affluenza.

La decisione ha scatenato le proteste fuori dall'ufficio dove quasi 200 persone, secondo il Miami Herald, hanno cominciato a gridare "Vogliamo votare", "Fateci votare". "Siamo in America, non nel Terzo Mondo", ha denunciato Myrna Peralta, che ha raccontato di aver aspettato due ore, insieme al nipotino di 4 anni, e poi esser stata rispedita indietro: "Si dovevano preparare".

La querelle ha spinto i Democratici a chiedere a un giudice di costringere le tre contee meridionali della Florida (non solo Miami-Dade, ma anche Palm Beach e Broward) di consentire il voto. La Florida - che assegna 29 'grandi elettori'- è uno degli Stati in bilico. Secondo molti analisti, è particolarmente importante per le prospettive di vittoria di Mitt Romney.

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