Sul sito del Museum of the Moving Image è possibile rivedere i video delle campagne elettorali per le presidenziali Usa dal 1952 ad oggi. Un viaggio nel tempo alle origini del Sogno americano. Guarda i filmati
di David Saltuari
Oltre mezzo secolo di spot elettorali per le campagne presidenziali, dalle pubblicità di Ike Eisehower del 1952 fino ai video realizzati dai sostenitori di Barack Obama: dalle tremolanti immagini in bianco e nero degli anni Cinquanta fino ai video virali che si diffondono in tutto il mondo via web, tutto questo è disponibile sul sito del Museum of the Moving Image. Un viaggio straordinario nello stile e nel linguaggio televisivo dell'ultimo mezzo secolo. Una testimonianza del cambiamento di quelle che erano le speranze, le paure e le aspettative del popolo americano.
Gli anni '50 - Un viaggio che parte dagli anni '50, in un America appena uscita dalla guerra, in piena ripresa economica e gonfia di ottimismo. Il futuro presidente Eisenhower infatti si presenta con uno spot che sembra riprendere lo stile dei cartoni animati Disney e le atmosfere delle commedia di quegli anni. Un ottimismo che durerà tutto il decennio, tanto che lo stesso John F. Kennedy nel presentarsi nel 1960 sceglierà uno stile da commedia musicale. (guarda il video).
Lo spot di Eisenhower del 1952
L'incubo nucleare - Le prime crepe nel sogno americano si iniziano però a vedere negli anni '60. Lo scontro per i missili su Cuba fa tremare il mondo, gli Stati Uniti fanno i conti con il tema dei diritti civili, gli anni della contestazione si avvicinano. Temi che ovviamente fanno parte del dibattito politico e influenzano spot e campagne elettorali. Nei filmati del 1964, per esempio, i democratici accusano il candidato repubblicano Goldwater di avere l'appoggio del Ku Klux Klan (video), mentre i repubblicani rinfacciano a Lyndon Johnson il crescente anti americanismo nel mondo (video). Ma la vera paura si chiama incubo nucleare. Il più celebre spot di quegli anni è infatti quello realizzato per per il candidato democratico dall'agenzia Doyle Dane Bernbach. L'innocente gioco di una bambina si contrapponte a un insesorabile conto alla rovescia.
Lo spot per Johnson del 1964
L'edonismo reaganiano - Con il finire del decennio le certezze del passato sembrano scomparse e gli spot diventano decisamente più cupi. C'è la guerra in Vietnam (come ricorda questo spot di Nixon del 1968), non ci si risparmia in duri attacchi agli avversari (come questa secca ridicolizzazione del vicecandidato repubblicano Spiro Agnew fatta dai democratici). Bisognerà aspettare gli anni Ottanta per ritrovare toni e atmosfere rassicuranti. Ma lo sguardo sembra rivolto al passato, a un'età dell'oro che si cerca di ricreare. Sicurezza economica, ottimismo, i valori dei "bei tempi andati" segnano infatti la campagna elettorale di Ronald Reagan ideata dallo studio Tuesday Team. Uno stile che in Italia venne ribatezzato, non senza una punta di sarcasmo, edonismo reaganiano.
Lo spot di Reagan del 1984
Gli anni di Clinton - Negli anni Novanta anche Bill Clinton sceglie una campagna elettorale che richiama il passato. Rispetto alla mitologia repubblicana, però, l'universo simbolico di riferimento per il democratico sono gli anni '60 di Kennedy. In uno dei suoi spot più celebri l'ex governatore dell'Arkansas ripercorre la propria vita, dalla piccola cittadine di Hope fino alle soglie della Casa Bianca. Centrale, in questo video, l'incontro con il presidente ucciso a Dallas nel 1963. Per questo filmato Clinton non si affidò a un'agenzia di pubblicità ma a due autori televisivi, Harry Thomason and Linda Bloodworth-Thomason
Lo spot di Bill Clinton del 1992
Arriva Internet - Con il nuovo secolo cambiano anche le forme (e i formati) degli spot. Entra in scena Internet e le campagne elettorali diventano virali. Come dimostrano molti dei video pubblicati sul sito del Museum of the Moving Image, la maggior parte delle clip web sono un attacco all'avversario anziché un sostegno alla propria parte. Così nel 2004 i sostenitori di George W. Bush prendono in giro John Kerry, campionando alcune frasi e rimontandole in modo disacrante (video). I democratici non sono da meno e, sopra un filmato in cui il presidente in carica sostiene di non aver commesso errori, elencano tutte le sue negligenze (video)
A tutt'oggi però forse il video virale per la rete di maggior successo resta quello realizzato dal musicista Will.I. Am per Barack Obama nel 2008. Un successo in rete che andò ben oltre i confini americani dando un sicuro contributo alla conquista della Casa Bianca.
Will.I.Am per Barack Obama
Oltre mezzo secolo di spot elettorali per le campagne presidenziali, dalle pubblicità di Ike Eisehower del 1952 fino ai video realizzati dai sostenitori di Barack Obama: dalle tremolanti immagini in bianco e nero degli anni Cinquanta fino ai video virali che si diffondono in tutto il mondo via web, tutto questo è disponibile sul sito del Museum of the Moving Image. Un viaggio straordinario nello stile e nel linguaggio televisivo dell'ultimo mezzo secolo. Una testimonianza del cambiamento di quelle che erano le speranze, le paure e le aspettative del popolo americano.
Gli anni '50 - Un viaggio che parte dagli anni '50, in un America appena uscita dalla guerra, in piena ripresa economica e gonfia di ottimismo. Il futuro presidente Eisenhower infatti si presenta con uno spot che sembra riprendere lo stile dei cartoni animati Disney e le atmosfere delle commedia di quegli anni. Un ottimismo che durerà tutto il decennio, tanto che lo stesso John F. Kennedy nel presentarsi nel 1960 sceglierà uno stile da commedia musicale. (guarda il video).
Lo spot di Eisenhower del 1952
L'incubo nucleare - Le prime crepe nel sogno americano si iniziano però a vedere negli anni '60. Lo scontro per i missili su Cuba fa tremare il mondo, gli Stati Uniti fanno i conti con il tema dei diritti civili, gli anni della contestazione si avvicinano. Temi che ovviamente fanno parte del dibattito politico e influenzano spot e campagne elettorali. Nei filmati del 1964, per esempio, i democratici accusano il candidato repubblicano Goldwater di avere l'appoggio del Ku Klux Klan (video), mentre i repubblicani rinfacciano a Lyndon Johnson il crescente anti americanismo nel mondo (video). Ma la vera paura si chiama incubo nucleare. Il più celebre spot di quegli anni è infatti quello realizzato per per il candidato democratico dall'agenzia Doyle Dane Bernbach. L'innocente gioco di una bambina si contrapponte a un insesorabile conto alla rovescia.
Lo spot per Johnson del 1964
L'edonismo reaganiano - Con il finire del decennio le certezze del passato sembrano scomparse e gli spot diventano decisamente più cupi. C'è la guerra in Vietnam (come ricorda questo spot di Nixon del 1968), non ci si risparmia in duri attacchi agli avversari (come questa secca ridicolizzazione del vicecandidato repubblicano Spiro Agnew fatta dai democratici). Bisognerà aspettare gli anni Ottanta per ritrovare toni e atmosfere rassicuranti. Ma lo sguardo sembra rivolto al passato, a un'età dell'oro che si cerca di ricreare. Sicurezza economica, ottimismo, i valori dei "bei tempi andati" segnano infatti la campagna elettorale di Ronald Reagan ideata dallo studio Tuesday Team. Uno stile che in Italia venne ribatezzato, non senza una punta di sarcasmo, edonismo reaganiano.
Lo spot di Reagan del 1984
Gli anni di Clinton - Negli anni Novanta anche Bill Clinton sceglie una campagna elettorale che richiama il passato. Rispetto alla mitologia repubblicana, però, l'universo simbolico di riferimento per il democratico sono gli anni '60 di Kennedy. In uno dei suoi spot più celebri l'ex governatore dell'Arkansas ripercorre la propria vita, dalla piccola cittadine di Hope fino alle soglie della Casa Bianca. Centrale, in questo video, l'incontro con il presidente ucciso a Dallas nel 1963. Per questo filmato Clinton non si affidò a un'agenzia di pubblicità ma a due autori televisivi, Harry Thomason and Linda Bloodworth-Thomason
Lo spot di Bill Clinton del 1992
Arriva Internet - Con il nuovo secolo cambiano anche le forme (e i formati) degli spot. Entra in scena Internet e le campagne elettorali diventano virali. Come dimostrano molti dei video pubblicati sul sito del Museum of the Moving Image, la maggior parte delle clip web sono un attacco all'avversario anziché un sostegno alla propria parte. Così nel 2004 i sostenitori di George W. Bush prendono in giro John Kerry, campionando alcune frasi e rimontandole in modo disacrante (video). I democratici non sono da meno e, sopra un filmato in cui il presidente in carica sostiene di non aver commesso errori, elencano tutte le sue negligenze (video)
A tutt'oggi però forse il video virale per la rete di maggior successo resta quello realizzato dal musicista Will.I. Am per Barack Obama nel 2008. Un successo in rete che andò ben oltre i confini americani dando un sicuro contributo alla conquista della Casa Bianca.
Will.I.Am per Barack Obama