America 2012, una campagna tutta da videogiocare
Mondo“The Political Machine 2012” è un videogame che ti mette nei panni degli organizzatori della campagna elettorale di Obama o Romney, per conquistare punti a colpi di mosse strategiche sugli argomenti caldi che dividono gli americani. Ma non è il solo…
di Gabriele De Palma
Il presidente statunitense è uno zombie nel nuovo episodio, il sesto, della saga Resident Evil appena distribuito per Xbox e Play Station. Ma se la trasposizione horror del commander-in-chief Usa spaventa, non è più rilassante nemmeno l'esperienza di gioco della versione 2012 di The Political Machine, che segue le edizioni delle elezioni del 2008 e del 2004. Nessun mostro e nemmeno una goccia di sangue sparsa sullo schermo, ma la simulazione di un compito quantomai arduo: organizzare una campagna presidenziale, dimostrando spiccate capacità organizzative e di problem-solving.
Il trailer di Resident Evil 6
La macchina elettorale - Si tratta di un gioco di ruolo in cui le sembianze da assumere sono quelle di uno dei candidati alle elezioni 2012. Si possono scegliere non solo Obama o Romney, ma anche altre personalità dei rispettivi partiti come gli sconfitti alle primarie repubblicane Rick Santorum e Ron Paul o Michele Bachmann da una parte; Hillary Clinton o Al Gore dall'altra. Se proprio non ci si ritrova nei panni dei personaggi ritagliati sui politici reali e si vuole correre da libero battitore c'è sempre la possibilità di crearsi un candidato tutto nuovo a propria immagine e somiglianza.
La corsa digitale alla Casa Bianca inizia come quella vera e propria, ossia con la raccolta dei finanziamenti necessari a intraprendere l'agone. L'azione si svolge in unità temporali (che si chiamano 'turn') durante le quali si possono compiere diverse attività in base alla quantità di 'stamina' (energia) in dotazione a ciascun candidato. La campagna si conduce pianificando tutto, dall'organizzazione dei volontari agli spot elettorali sui media vecchi e nuovi. Ci si deve poi confrontare con i temi più caldi nel dibattito presidenziale, dal debito pubblico ai diritti degli omosessuali alla diplomazia internazionale. Per tener dietro ai nuovi argomenti che emergono nello scontro tra Repubblicani e Democratici vengono rilasciati a ciclo continuo aggiornamenti al gioco.
Si può giocare da soli, e quindi contro il computer, o contro un avversario in carne ed ossa via internet. In entrambi i casi per vincere le elezioni si dovranno convincere gli elettori prendendo decisioni simili a quelle che spettano ai candidati reali.
Il trailer ufficiale di The Political Machine 2012
Presidenti nei videogiochi – La figura del Presidente degli Stati Uniti, o dei candidati per diventarlo, è ricorrente nella storia dei videogiochi. A partire dalle ultime rappresentazioni dipinte da Fallout 2, dove è un obiettivo da eliminare per poter liberare degli innocenti, mentre nel sequel –Fallout 3 – è il salvatore del protagonista incarcerato ingiustamente. In Metal Gear, il presidente si chiama George 'Solidus' Sears ed è corrotto fino al midollo. Prigioniero dei rapitori ninja invece nella rappresentazione di Bad Dudes vs DragonNinja, e in questo caso è un presidente storico, anzi due: Ronald Reagan nella prima edizione del gioco, poi aggiornato a George Bush padre in quella successiva del 1988.
In Metal Wolf Chaos, uno sparatutto in terza persona del 2004 distribuito solo in Giappone, il rappresentante degli americani si veste di una corazza metallica per domare un'insurrezione in Arizona. Si deve invece usare il cervello, anziché le armi, in Commander in Chief in cui il giocatore si confronta con delicati problemi di geopolitica, il tutto ambientato nel 2009. Sempre spara-tutto ma in prima persona è Perfect Dark, realizzato nel 2000 e pubblicato per Nintendo 64, in cui il presidente da proteggere dagli alieni è curiosamente afroamericano.
Simulazione campagne elettorali - Anche i veri precursori di The Political Machine, quelli in cui il gioco è incentrato sulla campagna elettorale, non mancano. Andando a ritroso troviamo President Forever + Primaries 2008, aggiornato con i dati della corsa alla Casa Bianca delle elezioni che vanno dal 1960 al 2008, con relative primarie per determinare i candidati ufficiali dei due partiti. Venti anni prima, nel 1988 è uscito On the Campaing Trail, sviluppato a scopo educativo dall'Università Kent State in cui ai giocatori viene chiesto di prendere decisioni per vincere le elezioni che si sono realmente tenute tra il 1970 e il 1986, avvalendosi del consiglio di alcuni 'saggi'. Più indietro ancora c'è quello che forse è il capostipite del genere, President Elect del 1981, in cui si potevano rivivere, magari con esiti diversi, le elezioni dal 1960 al 1984 con i candidati che effettivamente se le sono contese. President Elect ha avuto nuove versioni aggiornate fino alla campagna del 1988, ma per avere un'idea di quanto tempo fa fosse, soprattutto nella storia dei videogiochi, basta ricordare le piattaforme per cui è stato sviluppato: Atari, Apple II e Comodore 64. Eppure il titolo – seppur con la grafica tipica dei videogame anni '80 – non differiva molto, nella sua impostazione, dal nuovo The Political Machine. In fondo quello delle elezioni presidenziali è un gioco che si fa da sempre con gli stessi ingredienti.
Il presidente statunitense è uno zombie nel nuovo episodio, il sesto, della saga Resident Evil appena distribuito per Xbox e Play Station. Ma se la trasposizione horror del commander-in-chief Usa spaventa, non è più rilassante nemmeno l'esperienza di gioco della versione 2012 di The Political Machine, che segue le edizioni delle elezioni del 2008 e del 2004. Nessun mostro e nemmeno una goccia di sangue sparsa sullo schermo, ma la simulazione di un compito quantomai arduo: organizzare una campagna presidenziale, dimostrando spiccate capacità organizzative e di problem-solving.
Il trailer di Resident Evil 6
La macchina elettorale - Si tratta di un gioco di ruolo in cui le sembianze da assumere sono quelle di uno dei candidati alle elezioni 2012. Si possono scegliere non solo Obama o Romney, ma anche altre personalità dei rispettivi partiti come gli sconfitti alle primarie repubblicane Rick Santorum e Ron Paul o Michele Bachmann da una parte; Hillary Clinton o Al Gore dall'altra. Se proprio non ci si ritrova nei panni dei personaggi ritagliati sui politici reali e si vuole correre da libero battitore c'è sempre la possibilità di crearsi un candidato tutto nuovo a propria immagine e somiglianza.
La corsa digitale alla Casa Bianca inizia come quella vera e propria, ossia con la raccolta dei finanziamenti necessari a intraprendere l'agone. L'azione si svolge in unità temporali (che si chiamano 'turn') durante le quali si possono compiere diverse attività in base alla quantità di 'stamina' (energia) in dotazione a ciascun candidato. La campagna si conduce pianificando tutto, dall'organizzazione dei volontari agli spot elettorali sui media vecchi e nuovi. Ci si deve poi confrontare con i temi più caldi nel dibattito presidenziale, dal debito pubblico ai diritti degli omosessuali alla diplomazia internazionale. Per tener dietro ai nuovi argomenti che emergono nello scontro tra Repubblicani e Democratici vengono rilasciati a ciclo continuo aggiornamenti al gioco.
Si può giocare da soli, e quindi contro il computer, o contro un avversario in carne ed ossa via internet. In entrambi i casi per vincere le elezioni si dovranno convincere gli elettori prendendo decisioni simili a quelle che spettano ai candidati reali.
Il trailer ufficiale di The Political Machine 2012
Presidenti nei videogiochi – La figura del Presidente degli Stati Uniti, o dei candidati per diventarlo, è ricorrente nella storia dei videogiochi. A partire dalle ultime rappresentazioni dipinte da Fallout 2, dove è un obiettivo da eliminare per poter liberare degli innocenti, mentre nel sequel –Fallout 3 – è il salvatore del protagonista incarcerato ingiustamente. In Metal Gear, il presidente si chiama George 'Solidus' Sears ed è corrotto fino al midollo. Prigioniero dei rapitori ninja invece nella rappresentazione di Bad Dudes vs DragonNinja, e in questo caso è un presidente storico, anzi due: Ronald Reagan nella prima edizione del gioco, poi aggiornato a George Bush padre in quella successiva del 1988.
In Metal Wolf Chaos, uno sparatutto in terza persona del 2004 distribuito solo in Giappone, il rappresentante degli americani si veste di una corazza metallica per domare un'insurrezione in Arizona. Si deve invece usare il cervello, anziché le armi, in Commander in Chief in cui il giocatore si confronta con delicati problemi di geopolitica, il tutto ambientato nel 2009. Sempre spara-tutto ma in prima persona è Perfect Dark, realizzato nel 2000 e pubblicato per Nintendo 64, in cui il presidente da proteggere dagli alieni è curiosamente afroamericano.
Simulazione campagne elettorali - Anche i veri precursori di The Political Machine, quelli in cui il gioco è incentrato sulla campagna elettorale, non mancano. Andando a ritroso troviamo President Forever + Primaries 2008, aggiornato con i dati della corsa alla Casa Bianca delle elezioni che vanno dal 1960 al 2008, con relative primarie per determinare i candidati ufficiali dei due partiti. Venti anni prima, nel 1988 è uscito On the Campaing Trail, sviluppato a scopo educativo dall'Università Kent State in cui ai giocatori viene chiesto di prendere decisioni per vincere le elezioni che si sono realmente tenute tra il 1970 e il 1986, avvalendosi del consiglio di alcuni 'saggi'. Più indietro ancora c'è quello che forse è il capostipite del genere, President Elect del 1981, in cui si potevano rivivere, magari con esiti diversi, le elezioni dal 1960 al 1984 con i candidati che effettivamente se le sono contese. President Elect ha avuto nuove versioni aggiornate fino alla campagna del 1988, ma per avere un'idea di quanto tempo fa fosse, soprattutto nella storia dei videogiochi, basta ricordare le piattaforme per cui è stato sviluppato: Atari, Apple II e Comodore 64. Eppure il titolo – seppur con la grafica tipica dei videogame anni '80 – non differiva molto, nella sua impostazione, dal nuovo The Political Machine. In fondo quello delle elezioni presidenziali è un gioco che si fa da sempre con gli stessi ingredienti.