Per un anno possibili azioni militari fuori dal confine. Gli Usa parlano di "reazione appropriata", mentre il segretario dell'Onu Ban ki-Moon si dice "allarmato" per il "rischio di un conflitto nella regione". Ma Erdogan assicura:"Non vogliamo una guerra"
Il parlamento turco ha approvato la mozione presentata dal governo: viene così concessa l'autorizzazione per un anno ad operazioni militari fuori dal confine nazionale. E' la risposta del premier Recep Tayyip Erdogan al colpo di mortaio sparato mercoledì 3 dal territorio siriano che ha ucciso 5 persone in una città turca. Una risposta che si va ad aggiungere ai bombardamenti dell'artiglieria turca sul confine che avrebbero ucciso diversi soldati siriani.
"La crisi in corso in Siria - si legge nella mozione approvata dal parlamento - mette in pericolo la stabilità e la sicurezza nella regione". "Una richiesta legittima", la definisce il ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi, mentre il segretario generale dell'Onu, Ban ki-Moon, in una nota si dice "allarmato" per l'escalation delle tensioni al confine tra Siria e Turchia, sottolineando i rischi di un propagarsi delle tensioni nei Paesi dell'area e di un "conflitto regionale". Ma il premier turco assicura: "Non vogliamo iniziare una guerra contro la Siria" , "l'autorizzazione ad operazioni militari è solo un deterrente".
Damasco intanto invita Ankara a comportarsi "in modo saggio e con responsabilità" e promette "una seria indagine sull'origine del fuoco che ha causato il martirio di una cittadina turca e dei suoi figli". La reazione ufficiale del regime è stata affidata al ministro dell'Informazione Omran Zoabi. Secondo il vicepremier turco, Besir Atalay, il regime di Assad si sarebbe scusato assicurando che un episodio come quello di mercoledì 3 non si ripeterà più.
Nella notte a Bruxelles si è svolto un vertice urgente della Nato - che si è schierata al fianco della Turchia, che ne è membro - per discutere dell'incidente, mentre a New York la Turchia ha chiesto al Consiglio di sicurezza Onu di prendere le "necessarie misure" per fermare l'aggressione siriana.
Una dura condanna dell'attacco siriano alla Turchia è giunta anche dal responsabile della Politica estera Ue Catherine Ashton e dal ministro degli Esteri francese Laurent Fabius.
E ancora, il ministro degli Esteri britannico William Hague - che ha condannato l'attacco siriano e definito comprensibile la risposta turca ad esso - ha auspicato che si eviti un'escalation, mentre l'omologo russo Sergrei Lavrov ha sollecitato la Siria ad affermare pubblicamente che l'attacco contro la Turchia è stato accidentale e che non si ripeterà.
E anche Washington è scesa al fianco della Turchia, giudicando "appropriata e proporzionata" la reazione militare turca. Lo ha riferito il Dipartimento di Stato americano, che per bocca della portavoce Victoria Nuland ha definito quella di Ankara la strada giusta per impedire future violazioni della sovranità da parte di Damasco.
"La crisi in corso in Siria - si legge nella mozione approvata dal parlamento - mette in pericolo la stabilità e la sicurezza nella regione". "Una richiesta legittima", la definisce il ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi, mentre il segretario generale dell'Onu, Ban ki-Moon, in una nota si dice "allarmato" per l'escalation delle tensioni al confine tra Siria e Turchia, sottolineando i rischi di un propagarsi delle tensioni nei Paesi dell'area e di un "conflitto regionale". Ma il premier turco assicura: "Non vogliamo iniziare una guerra contro la Siria" , "l'autorizzazione ad operazioni militari è solo un deterrente".
Damasco intanto invita Ankara a comportarsi "in modo saggio e con responsabilità" e promette "una seria indagine sull'origine del fuoco che ha causato il martirio di una cittadina turca e dei suoi figli". La reazione ufficiale del regime è stata affidata al ministro dell'Informazione Omran Zoabi. Secondo il vicepremier turco, Besir Atalay, il regime di Assad si sarebbe scusato assicurando che un episodio come quello di mercoledì 3 non si ripeterà più.
Nella notte a Bruxelles si è svolto un vertice urgente della Nato - che si è schierata al fianco della Turchia, che ne è membro - per discutere dell'incidente, mentre a New York la Turchia ha chiesto al Consiglio di sicurezza Onu di prendere le "necessarie misure" per fermare l'aggressione siriana.
Una dura condanna dell'attacco siriano alla Turchia è giunta anche dal responsabile della Politica estera Ue Catherine Ashton e dal ministro degli Esteri francese Laurent Fabius.
E ancora, il ministro degli Esteri britannico William Hague - che ha condannato l'attacco siriano e definito comprensibile la risposta turca ad esso - ha auspicato che si eviti un'escalation, mentre l'omologo russo Sergrei Lavrov ha sollecitato la Siria ad affermare pubblicamente che l'attacco contro la Turchia è stato accidentale e che non si ripeterà.
E anche Washington è scesa al fianco della Turchia, giudicando "appropriata e proporzionata" la reazione militare turca. Lo ha riferito il Dipartimento di Stato americano, che per bocca della portavoce Victoria Nuland ha definito quella di Ankara la strada giusta per impedire future violazioni della sovranità da parte di Damasco.