Il naufragio è avvenuto a 100 metri dalle coste occidentali del Paese. La metà delle vittime sono bambini siriani, palestinesi e iracheni
Ancora una strage di bambini: non sono stati massacrati come nelle ore scorse ad Aleppo ma sono annegati davanti alle coste occidentali della Turchia mentre scappavano dalla guerra e dalla fame, insieme a genitori e parenti, su una barca naufragata a 100 metri dalla salvezza.
I piccoli morti sono, secondo le prime ricostruzioni, 31 tra i quali 3 neonati; gli adulti 30, anche se proseguiranno per tre giorni le ricerche di altre possibili vittime e magari di qualche sopravvissuto.
Gli scampati sono 46 inclusi il capitano e il suo secondo, entrambi turchi ed entrambi arrestati.
Siriani, palestinesi, qualche iracheno: migranti che sognavano quell'Europa ormai incapace di occuparsi di qualcosa di diverso da spread e bond ma che rappresenta ancora una meta per chi non ne può più dell'inferno mediorientale.
Stipati, come sempre, in un peschereccio di 20 metri, sono finiti all'alba sugli scogli di Ahmetbeyli, piccola località turca all'altezza di Smirne, da dove si vedeva già Samos, isola greca e già Europa, porta d'ingresso verso Paesi più ricchi e, era la speranza dei migranti, in grado di accoglierli.
Dalla capitaneria di porto di Smirne sono partiti i soccorsi e i gommoni dei sommozzatori che stanno perlustrando le acque alla ricerca di qualcuno ancora vivo, anche se le speranze, con il passare delle ore, si affievoliscono sempre di più.
Sono circa 130mila i migranti che ogni anno oltrepassano le frontiere marine e terrestri della Grecia, in genere via Turchia, per poter poi raggiungere altri Paesi europei.
In molti arrivavano illegalmente in Grecia attraverso il confine settentrionale turco segnato dal corso del fiume Evros.
Ma da quando, poco più di un mese fa, il governo di Atene ha lanciato un massiccio giro di vite nei confronti degli illegali presenti nel Paese, il flusso è diminuito dell'84 per cento, secondo i dati della polizia greca.
I piccoli morti sono, secondo le prime ricostruzioni, 31 tra i quali 3 neonati; gli adulti 30, anche se proseguiranno per tre giorni le ricerche di altre possibili vittime e magari di qualche sopravvissuto.
Gli scampati sono 46 inclusi il capitano e il suo secondo, entrambi turchi ed entrambi arrestati.
Siriani, palestinesi, qualche iracheno: migranti che sognavano quell'Europa ormai incapace di occuparsi di qualcosa di diverso da spread e bond ma che rappresenta ancora una meta per chi non ne può più dell'inferno mediorientale.
Stipati, come sempre, in un peschereccio di 20 metri, sono finiti all'alba sugli scogli di Ahmetbeyli, piccola località turca all'altezza di Smirne, da dove si vedeva già Samos, isola greca e già Europa, porta d'ingresso verso Paesi più ricchi e, era la speranza dei migranti, in grado di accoglierli.
Dalla capitaneria di porto di Smirne sono partiti i soccorsi e i gommoni dei sommozzatori che stanno perlustrando le acque alla ricerca di qualcuno ancora vivo, anche se le speranze, con il passare delle ore, si affievoliscono sempre di più.
Sono circa 130mila i migranti che ogni anno oltrepassano le frontiere marine e terrestri della Grecia, in genere via Turchia, per poter poi raggiungere altri Paesi europei.
In molti arrivavano illegalmente in Grecia attraverso il confine settentrionale turco segnato dal corso del fiume Evros.
Ma da quando, poco più di un mese fa, il governo di Atene ha lanciato un massiccio giro di vite nei confronti degli illegali presenti nel Paese, il flusso è diminuito dell'84 per cento, secondo i dati della polizia greca.