Il fondatore di Wikileaks si dice disposto a rispondere in Rete ai magistrati svedesi, che vogliono interrogarlo circa le accuse di reati sessuali. Per il Daily Mail il presidio della polizia davanti alla sede ecuadoriana costa 50mila sterline al giorno
Asserragliato in una cameretta dell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, Julian Assange si dice pronto a deporre davanti ai magistrati svedesi via videolink (i giudici svedesi lo vogliono interrogare in relazione ad accuse di reati sessuali). La primula rossa di Wikileaks poi parlerà domenica 19 agosto ai suoi sostenitori, ma resta l'incognita sul dove, dato che se dovesse mettere mette il naso fuori dall'ambasciata, Scotland Yard lo arresterebbe immediatamente.
Il governo al Foreing office: moderare i toni - Intanto dalla Spagna, dove entrambi sono in vacanza, il primo ministro David Cameron e il suo numero due Nick Clegg avvertono il capo del Foreign Office William Hague che deve moderare i toni. "Calma e smorza la retorica", hanno mandato a dire i vertici del governo britannico a Hague rimasto a Londra a gestire gli affari correnti del Regno Unito.
E' la seconda estate di seguito che una crisi importante li sorprende in vacanza: l'anno scorso Cameron fu costretto a rientrare d'urgenza dalla Toscana per far fronte ai riots che stavano mettendo Londra a ferro e fuoco. Stavolta invece probabilmente il capo di Downing Street ce la farà a completare il periodo di riposo sulle spiagge di Maiorca: nonostante gli ammonimenti arrivati a Londra dal ministero degli Esteri russo a rispettare i principi diplomatici e la mozione depositata dall'Ecuador all'Organizzazione degli Stati Americani di Washington, il caso Assange pare entrato in stallo.
L'impasse in ambasciata potrebbe durare molto tempo - Julian "ha passato una buona notte" nell'ufficetto-dormitorio, ha raccontato una fonte dell'ambasciata ecuadoregna che si trova alle spalle di Harrods, in una palazzina che ospita anche la missione colombiana e gli appartamenti di membri della famiglia reale saudita. Va avanti così da due mesi, guardato a vista da Scotland Yard che presidia tutti gli ingressi, gli ascensori e l'accesso al tetto, con una spesa per il contribuente britannico stimata dal Daily Mail in 50mila sterline al giorno. Non sono noccioline per un paese in austerity, ma Gran Bretagna e Ecuador si sono infilati da giovedì 16 agosto in una partita a scacchi in cui il fattore tempo è essenziale: l'impasse potrebbe durare mesi se non anni. "Basta che i britannici aspettino con Scotland Yard fuori dalla porta e prima o poi o Assange o gli ecuadoregni si stancheranno", ha commentato con il Financial Times Carl Gardner, un ex avvocato del governo.
Dalla Svezia agli Usa, il timore di Assange - Il capo di Wikileaks teme di finire dalla Svezia negli Stati Uniti dove un Gran Giurì segretamente riunito in Virginia non aspetterebbe altro che incriminarlo per tradimento. Ma indubbiamente per l'hacker australiano, la cui parola più usata è stata finora "libertà", la situazione di questi giorni è più simile ad una prigione dorata a tempo indeterminato: Assange dorme da due mesi su un materasso ad aria, mangia pasti 'take-away' e in camera dispone anche di lampada solare e tapis-roulant per fare un po' di esercizio.
Il governo al Foreing office: moderare i toni - Intanto dalla Spagna, dove entrambi sono in vacanza, il primo ministro David Cameron e il suo numero due Nick Clegg avvertono il capo del Foreign Office William Hague che deve moderare i toni. "Calma e smorza la retorica", hanno mandato a dire i vertici del governo britannico a Hague rimasto a Londra a gestire gli affari correnti del Regno Unito.
E' la seconda estate di seguito che una crisi importante li sorprende in vacanza: l'anno scorso Cameron fu costretto a rientrare d'urgenza dalla Toscana per far fronte ai riots che stavano mettendo Londra a ferro e fuoco. Stavolta invece probabilmente il capo di Downing Street ce la farà a completare il periodo di riposo sulle spiagge di Maiorca: nonostante gli ammonimenti arrivati a Londra dal ministero degli Esteri russo a rispettare i principi diplomatici e la mozione depositata dall'Ecuador all'Organizzazione degli Stati Americani di Washington, il caso Assange pare entrato in stallo.
L'impasse in ambasciata potrebbe durare molto tempo - Julian "ha passato una buona notte" nell'ufficetto-dormitorio, ha raccontato una fonte dell'ambasciata ecuadoregna che si trova alle spalle di Harrods, in una palazzina che ospita anche la missione colombiana e gli appartamenti di membri della famiglia reale saudita. Va avanti così da due mesi, guardato a vista da Scotland Yard che presidia tutti gli ingressi, gli ascensori e l'accesso al tetto, con una spesa per il contribuente britannico stimata dal Daily Mail in 50mila sterline al giorno. Non sono noccioline per un paese in austerity, ma Gran Bretagna e Ecuador si sono infilati da giovedì 16 agosto in una partita a scacchi in cui il fattore tempo è essenziale: l'impasse potrebbe durare mesi se non anni. "Basta che i britannici aspettino con Scotland Yard fuori dalla porta e prima o poi o Assange o gli ecuadoregni si stancheranno", ha commentato con il Financial Times Carl Gardner, un ex avvocato del governo.
Dalla Svezia agli Usa, il timore di Assange - Il capo di Wikileaks teme di finire dalla Svezia negli Stati Uniti dove un Gran Giurì segretamente riunito in Virginia non aspetterebbe altro che incriminarlo per tradimento. Ma indubbiamente per l'hacker australiano, la cui parola più usata è stata finora "libertà", la situazione di questi giorni è più simile ad una prigione dorata a tempo indeterminato: Assange dorme da due mesi su un materasso ad aria, mangia pasti 'take-away' e in camera dispone anche di lampada solare e tapis-roulant per fare un po' di esercizio.