In una telefonata ripresa dall’emittente satellitare al Arabiya il carabiniere rapito a Sana’a rassicura sulle sue condizioni di salute attuali, ma confessa di aver vissuto momenti difficili nelle prime fasi del sequestro. Attesa per il suo rilascio
“Sto bene ma ho subito maltrattamenti”. Lo rivela in una telefonata ripresa dall’emittente satellitare pan araba al Arabiya Alessandro Spadotto, il 29enne carabiniere friulano rapito domenica 29 luglio a Sana'a, capitale dello Yemen, dove prestava servizio presso l'ambasciata d'Italia. I maltrattamenti, ha spiegato Spadotto, riguardano le prime fasi del sequestro: in particolare durante il trasferimento verso la provincia orientale di Maarib, in uno dei cui villaggi si troverebbe attualmente in attesa del rilascio, che potrebbe risolversi entro il 3 agosto. Lo stesso rapitore dell’italiano, Ali Naser Huraikdan, membro della tribù al-Jalal, ha infatti parlato di sviluppi rapidi e promettenti del sequestro.
Per la liberazione di Spadotto non c’è però ancora un accordo. Secondo l'agenzia yemenita Maareb Press – che cita fonti tribali – nella serata del 1 agosto i vari capi tribali si sono incontrati con i sequestratori ma non hanno trovato un compromesso. La mediazione, tuttavia, continua. Ali Naser Huraikdan, accusato di banditismo e omicidio, pretende di essere eliminato dalla lista dei ricercati, oltre a un indennizzo di 70mila dollari.
Per la liberazione di Spadotto non c’è però ancora un accordo. Secondo l'agenzia yemenita Maareb Press – che cita fonti tribali – nella serata del 1 agosto i vari capi tribali si sono incontrati con i sequestratori ma non hanno trovato un compromesso. La mediazione, tuttavia, continua. Ali Naser Huraikdan, accusato di banditismo e omicidio, pretende di essere eliminato dalla lista dei ricercati, oltre a un indennizzo di 70mila dollari.