Siria: scontri ad Aleppo, Ban ki-Moon invia il suo vice

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Vanno avanti i combattimenti nella Capitale economica del Paese, dopo che l'Onu ha deciso di prorogare la missione degli osservatori internazionali. Due italiani sarebbero stati fermati mentre cercavano di lasciare il Paese. Farnesina: verifiche in corso

Continuano gli scontri tra ribelli ed esercito ad Aleppo, seconda città della Siria, mentre resta alta la tensione anche a Damasco. Secondo i Comitati locali di coordinamento, in alcuni quartieri di Aleppo si sta verificando un esodo di abitanti che temono bombardamenti del regime ed un'offensiva contro questa area nel centro della capitale economica del paese. A Damasco, attivisti riferiscono che due quartieri alla periferia sud, sono stati durante la notte sotto le bombe dell'esercito. Secondo l’Osservatorio dei diritti dell’uomo altre 180 persone sono morte negli scontri di venerdì.

I combattimenti ad Aleppo sono scoppiati venerdi, nel giorno della decisione unanime da parte dei 15 membri del Consiglio di Sicurezza dell'Onu di estendere di 30 giorni la missione di osservatori incaricata di vigilare sull'ormai inesistente 'cessate il fuoco' previsto dal piano di pace di Kofi Annan. Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon ha inviato in Siria il suo vice per le operazioni di pacekeeping per valutare la situazione, e il primo consigliere militare per guidare la missione degli osservatori "in queste fase critica".

Intanto è in corso di verifiche da parte della Farnesina la notizia di due italiani fermati in Siria. "I contorni della vicenda sono ancora da definire", ha spiegato la Farnesina, confermando comunque il fermo dei due. Si tratta di dipendenti di una società genovese subappaltatrice dell'Ansaldo, fermati mentre cercavano di lasciare il paese per rientrare in Italia. Secondo una fonte del Secolo XIX, i connazionali sarebbero stati "rapiti da ribelli armati" mentre viaggiavano con altri otto colleghi. "Stavano cercando di rientrare in Italia con un aereo da Damasco, via Beirut – spiega l'edizione online del quotidiano genovese - viaggiavano con altri otto colleghi. La loro auto è stata bloccata sulla strada per l'aeroporto da un gruppo di uomini armati".

I fatti risalirebbero a mercoledì scorso ma se ne è saputo qualcosa solo venerdì sera. L'Unità di crisi della Farnesina, in costante raccordo con l'ambasciata a Beirut, sta seguendo la vicenda fin dall'inizio, in stretto contatto con le famiglie e l'azienda.

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