Siria, l'America si prepara al dopo Assad

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Dopo l'attentato che ha ucciso il ministro della Difesa, e mentre i ribelli annunciano nuovi attacchi, l'amministrazione Obama pensa a un'azione coordinata con Israele per distruggere le armi chimiche del regime

Gli Stati Uniti si preparano al crollo del regime siriano. A poche ore dall'attentato che ha ucciso il ministro della Difesa e il cognato di Assad, e mentre i ribelli annunciano che si  "preparano ad attaccare la sede della tv di Stato", l'amministrazione Obama lavora a piani d'emergenza, concentrandosi sulle armi chimiche in possesso della Siria e che Bashar al Assad potrebbe cercare di usare contro l'opposizione e i civili.
Secondo quanto riportato dal New York Times, contatti sarebbero stati avviati fra il Pentagono e il ministero della Difesa israeliano sulla possibilità che Israele si muova per distruggere le armi in possesso di Damasco.
Un'ipotesi che - riferiscono al New York Times alcune fonti americane - lascerebbe scettica l'amministrazione perché ci sarebbe il rischio di concedere ad Assad l'opportunità di guadagnare sostegno contro l'interferenza di Israele.

Dietro le quinte l'amministrazione americana lavora a piani per mettere a punto cosa fare dopo la caduta del governo Assad. Uno dei maggiori timori degli Usa è che Assad, preso dalla disperazione, possa usare le armi chimiche per reprimere la rivolta.
I benefici di un eventuale raid israeliano sui depositi di armi siriane dovrebbe essere - afferma Martin S. Indyk, ex ambasciatore americano in Israele e direttore del programma di politica estera della Brooking Institution - attentamente pesato e valutato, perché potrebbe consentire ad Assad di usarlo a suo vantaggio.
Secondo Indyk e alcuni altri rappresentanti dell'amministrazione, Assad potrebbe usare le armi chimiche solo come ultima risorsa. Rob Malley, dell'International Crisis Group, ritiene che l'amministrazione debba anche preoccuparsi che l'arsenale in possesso di Assad finisca in altre mani, incluse quelle di Al Qaida. Così come paventato, dai microfoni della Cnn, anche dal Re di Giordania Abdallah II. Il governo siriano è responsabile della sicurezza delle armi chimiche e chi, fra i rappresentanti siriani, non rispetterà gli obblighi per la sicurezza sarà ritenuto responsabile davanti alla comunità internazionale, ha intanto affermato il portavoce del Dipartimento di Stato, Patrick Ventrell, sottolineando che al momento non c'è‚ nulla che indichi che le munizioni non siano nelle mani delle autorità siriane.

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