Urne chiuse in Libia: liberali in testa sugli islamici

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(Credits: Getty Images)

Concluse le prime elezioni libere del dopo-Gheddafi: ha votato il 60% degli elettori. Il Paese potrebbe essere il primo, tra quelli della Primavera araba, in cui i religiosi vengono sconfitti dal voto popolare

Finita l'euforia dopo una giornata "storica", la Libia adesso è in attesa dei risultati delle prime elezioni libere nel Paese che potrebbero portare a una vittoria a sorpresa dei moderati, a scapito degli islamici: sarebbero avanti in diversi seggi a Tripoli e nell'Est. Se le indiscrezioni fossero confermate, si tratterebbe del primo Paese della Primavera araba con gli islamici sconfitti alle urne.

In mattinata, domenica 8, il partito di Giustizia e Costruzione, braccio politico dei Fratelli Musulmani, ha annunciato che l'Alleanza delle Forze Nazionali (la coalizione dei 'moderati' guidati dall'ex primo ministro del Consiglio Nazionale Transitorio, Mahmud Jibril) era "nettamente in testa" a Tripoli e a Bengasi. Così come gli stessi liberali hanno cantato vittoria per bocca del segretario della Coalizione, Faisal al-Krekshi: "Siamo avanti nella maggior parte delle circoscrizioni".

Ma la notizia è stata subito smentita dalla commissione elettorale. "Stiamo ancora aspettando i risultati. Non ci sono indicazioni sul vantaggio di nessun partito", ha smentito il presidente dell'Alta Commissione elettorale libica, Nuri Al Abbar. "Non siamo responsabili di qualsiasi annuncio sui risultati a meno che non venga da noi", ha proseguito, precisando che le informazioni "diffuse fino ad ora sono solo speculazioni". Abbar ha anche aggiunto che "si è votato nel 98% dei seggi e che l'affluenza alle urne è stato del 66%, (1,7 milioni sui 2,7 aventi diritto, ndr)". "Questo per noi e' un risultato soddisfacente". Coloro che non hanno votato fanno comunque parte di questa democrazia", ha detto Abbar.

I primi risultati "parziali" sono attesi per domani, lunedì 9 ("al massimo martedì mattina", secondo Abbar) ed entro mercoledì quelli definitivi, secondo quanto ha annunciato la commissione. Ma anche quella data rischia di slittare in quanto in almeno 8 seggi, nell'est del Paese, le operazioni di voto sono proseguite anche oggi dopo i casi di sabotaggio. "I seggi aperti sono otto, sei a Sidra e due nella regione di Kufra", dove "il materiale elettorale è giunto in ritardo dopo gli episodi di vandalismo", ha confermato ancora il presidente della Commissione, il quale ha espresso soddisfazione per l'andamento delle operazioni di voto definendolo "un successo".

Comunque sia, sembra chiaro ormai chiaro che la partita si gioca fra la coalizione dei moderati di Jibril (che riunisce 40 partiti liberali e politici indipendenti) e i Fratelli Musulmani, mentre il partito Al-Watan, guidato da Abdel Hakim Belhaj, ex leader del Gruppo Combattente dei Libici Islamici (Lifg), sembrerebbe escluso dalle prime posizioni. Se i risultati fossero confermati, la Libia farebbe eccezione rispetto alla Tunisia e all'Egitto, dove gli islamici hanno preso il potere dopo le prime elezioni seguite alla caduta dei rispettivi regimi.

E mentre lo spoglio dei voti prosegue, ci si chiede come funzionerà l'Assemblea e come riuscirà a gestire il crescente malumore della Cirenaica, dove i dissidenti continuano a far sentire la loro voce per una maggiore autonomia. Inizialmente al Congresso era stato affidato il compito di designare i 60 membri dell'Assemblea Costituente. Ma la scorsa settimana, con una mossa a sorpresa, il Consiglio Nazionale transitorio ha approvato una legge che gli ha tolto questo ruolo e ha deciso che i costituenti saranno eletti anche loro direttamente dal popolo in un secondo momento. Cosi' facendo, è stato accontentata la richiesta dei federalisti di Bengasi secondo i quali la Cirenaica avrebbe dovuto avere un egual numero di rappresentanti rispetto alla Tripolitania.

Qualunque sia il risultato, resta da vedere se le divisioni che hanno caratterizzato l'andamento del voto nel Paese, con i disordini nella Cirenaica, prenderanno il sopravvento. Nel frattempo pero' Europa e America plaudono, con il presidente Usa Barack Obama che ha definito la tornata elettorale in Libia come "un'altra straordinaria pietra miliare verso la democrazia": "Dopo pi- di 40 anni nei quali la Libia è stata in balia di un dittatore - afferma Obama - queste storiche elezioni dimostrano come il futuro della Libia sia oramai nelle mani del suo popolo".

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