#OccupyAbay, il movimento russo che occupa le piazze

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Mosca, foto della giornalista Julia Ioffe
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Conquistano i parchi di Mosca e resistono agli sgomberi della polizia. Sono il nuovo volto della protesta, non violenta e itinerante. "Ma manifestare non basta" dice il noto attivista Denis Bilunov. "Serve un partito in grado di opporsi a Putin"

di Pamela Foti

Sono muniti di tende e tappetini, chitarre e megafoni. Chiedono il rispetto dei diritti fondamentali, libertà di stampa, elezioni oneste e la liberazione dei prigionieri politici. Vogliono una Russia senza Putin. E sono disposti a restare in piazza giorno e notte pur di essere ascoltati. Sono il nuovo volto della protesta russa (GUARDA IL VIDEO). Un'occupazione pacifica, sullo stile di quella newyorkese di Zuccotti Park e battezzata su Twitter con l'ashtag #OccupyAbay e #barrikadnaya. La polizia interviene con arresti e sgomberi e loro sono pronti a trovare nuove piazze da occupare.
Hanno eletto come foto simbolo della protesta uno scatto che ritrae un bambino in bicicletta, con tanto di rotelle, mentre osserva uno schieramento di Omon in tenuta antisommossa. L'autrice dell'immagine è la giornalista americana Julia Ioffe: si intitola “La Tienammen russa” ed è stata scattata qualche attimo prima dei violenti scontri tra manifestanti e polizia del 6 maggio scorso.
Tutto è iniziato proprio con la “marcia dei milioni”, la manifestazione organizzata in occasione dell'insediamento al Cremlino dello zar di Russia e terminata con violenti scontri tra la piazza e la polizia e l'arresto di centinaia di persone tra le quali il blogger Alexej Navalny e il leader del Fronte di Sinistra Serghej Udaltsov condannati a 15 giorni di fermo per resistenza a pubblico ufficiale. Qualche giorno dopo un centinaio di attivisti ha deciso di accamparsi a Chistye Pudy, zona centrale della città, all'ombra della statua del poeta kazako  Abai Kunanbaev (da qui il nome #OccupyAbay). Sono stati sgomberati dalla polizia la notte tra il 15 e il 16 maggio e hanno subito dopo dato vita a un nuovo campo nel parco sotto il grattacielo staliniano nei pressi della stazione metropolitana moscovita Barrikadnaya. La polizia è arrivata anche là.



Obiettivo: creare un nuovo partito - "Ma manifestare non basta - dice Denis Bilunov, membro esecutivo di Solidarnost, uno dei gruppi di protesta più attivi in Russia. Lo abbiamo incontrato a Milano, durante un incontro sulla Russia del terzo mandato di Putin: "Bisogna creare un partito in grado di fare opposizione alla sua leadership" ha spiegato. I lavori di mediazione tra le varie anime del movimento sono già iniziati. "In tutto il Paese, non solo a Mosca, esistono gruppi di attivisti che si stanno interrogando su come dar vita a un nuovo soggetto politico. L'idea è quella di organizzare elezioni primarie interne per poi scegliere un unico leader.". Una recente riforma del governo ha infatti snellito le procedure per costituire un partito. Fino a novembre servivano almeno 45mila firme provenienti da 43 diversi Paesi della Federazione russa. Oggi ne bastano solo 500.
Mettere insieme tutte le anime del movimento che si oppone a Putin però non è facile. L'opposizione gira attorno a tre leader, tre uomini forti con tre storie differenti: un blogger, Aleksej Navalnij, il leader del Fronte di Sinistra, Serghej Udaltsov e il volto noto della politica russa Boris Nemtsov, ex delfino di Boris Elt'sin e ora a capo del movimento d'opposizione Solidarnost'. "E non possiamo dimenticare l'area ecologista del movimento - aggiunge Bilunov - guidata dall'ambientalista Yevgenia Chirikova" che ha condotto una lunga battaglia in difesa della foresta di Kimki, nella periferia moscovita. Impegno che le è valso il Premio Goldman, considerato il Nobel per l'ambiente. Non sarà semplice, ma trovare una soluzione è possibile. Ne è certo Bilunov, protagonista dei lavori di mediazione.

Per molti politica significa corruzione  - A questo si aggiunge un'altra questione: "La gente non ha più fiducia nella politica" dice l'attivista. Per molti politica significa corruzione, "anche per questo il colore simbolo delle manifestazioni di dicembre era il bianco, segno di purezza non macchiato dallo sporco della politica". La maggior parte delle persone scese in piazza lo scorso inverno in occasione delle elezioni dei membri della Duma e in marzo per le presidenziali non aveva mai partecipato a manifestazioni e non appartiene a nessun partito, racconta Denis Bilunov. E spiega: "Quando poi Putin è stato eletto al Cremlino per il terzo mandato, la gente rassegnata ha deciso di tornare a casa. E' finita, ha pensato. Ma la dimostrazione del 6 maggio ha dato nuovo vigore alla protesta". L'obiettivo, precisa, è riuscire a dare voce al malcontento ed essere in grado di farci carico delle richieste della piazza. Anche per evitare i violenti scontri di dieci giorni fa. "I leader dell'opposizione, Navalny, Udaltsov e Nemtsov sono stati arresati proprio mentre cercavano di parlare alla folla e prevenire gli scontri con la polizia dotata di manganelli, fumogeni e idranti" (GUARDA IL VIDEO). L'intenzione era anche quella di prendere le distanze da gruppi di provocatori pronti a trasformare il confronto in rissa. "Per raggiungere la piazza, i manifestanti dovevano passare da metal detector" aggiunge Bilunov. Non si spiega allora come alcuni fossero in possesso di molotov.

I video degli scontri su YouTube  - In questi giorni circolano in Rete video pubblicati dai manifestanti che denunciano l'uso della violenza della polizia per disperdere la folla. E fa discutere un filmato che mostrerebbe un Omon mentre prende a calci in pancia una donna incinta. In molti però sostengono che in realtà la persona a terra sia un uomo (GUARDA IL VIDEO). Il 12 maggio, intanto, le autorità hanno aperto un'inchiesta per far luce sul caso. Il poliziotto, che potrebbe essere accusato abuso di potere, rischia fino a 10 anni di carcere.




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