Algeria, accuse di brogli: sconfitta degli islamici
MondoIl risultato delle elezioni di giovedì 10 maggio premia il Fronte Nazionale di Liberazione, partito di governo del premier Boutefilka. Sconfitti gli islamici moderati: pagano la forte astensione oltre ai presunti brogli
La primavera non è mai arrivata in Algeria. A differenza dei suoi ex colleghi di Tunisia ed Egitto, il presidente Abdelaziz Boutefilka, 75 anni, è ancora saldo al potere, riconfermato anche dalle ultime elezioni presidenziali di giovedì 10 maggio. Il suo partito, Fronte Nazionale di Liberazione, ha ottenuto 220 seggi su 462, surclassando l’Alleanza verde degli islamici moderati, che ha ottenuto solo 66 seggi. Meglio di loro anche il partito alleato di governo, Rdn, che ha conquistato 68 seggi.
Ma la tornata elettorale è stata tutt’altro che scontata. I partiti religiosi e il fronte laico gridano allo scandalo, denunciando pesanti manipolazioni. Contestano anche il tasso di partecipazione che, secondo il dato ufficiale, è stato del 42 per cento, mentre per gli oppositori si attesterebbe intorno al 18 per cento. La campagna per il boicottaggio era stata forte, portata avanti dai giovani e dagli intellettuali del Paese magrebino. Lo stesso strato sociale che altrove, nel nord Africa, ha trascinato le proteste della "primavera araba" e ha portato al potere i partiti islamici dopo la caduta dei regimi.
Il Fronte Nazionale di Liberazione è al governo da 50 anni, da quando prese il potere dopo la cacciata dei francesi nel 1962. Per scongiurare le rivolte che hanno investito tutto il mondo arabo, Boutefilka ha introdotto riforme per contenere il dissenso, come una maggiore libertà di parola sui media e le quote rosa in Parlamento, anche se le opposizioni pensano che sia cambiato ben poco. Il ministro degli interni Ould Kablia ha tagliato corto sulle polemiche: “Se il popolo ha scelto gli stessi partiti per governare è un loro diritto farlo”. Nei prossimi giorni il presidente Boutefilka, potrebbe esercitare la sua prerogativa di nominare un primo ministro. Con molta probabilità l’incarico sarà affidato a Abdelaziz Belkhadem, personalità di spicco del Fronte Nazionale di Liberazione che ha già ricoperto la carica in passato.
Ma la tornata elettorale è stata tutt’altro che scontata. I partiti religiosi e il fronte laico gridano allo scandalo, denunciando pesanti manipolazioni. Contestano anche il tasso di partecipazione che, secondo il dato ufficiale, è stato del 42 per cento, mentre per gli oppositori si attesterebbe intorno al 18 per cento. La campagna per il boicottaggio era stata forte, portata avanti dai giovani e dagli intellettuali del Paese magrebino. Lo stesso strato sociale che altrove, nel nord Africa, ha trascinato le proteste della "primavera araba" e ha portato al potere i partiti islamici dopo la caduta dei regimi.
Il Fronte Nazionale di Liberazione è al governo da 50 anni, da quando prese il potere dopo la cacciata dei francesi nel 1962. Per scongiurare le rivolte che hanno investito tutto il mondo arabo, Boutefilka ha introdotto riforme per contenere il dissenso, come una maggiore libertà di parola sui media e le quote rosa in Parlamento, anche se le opposizioni pensano che sia cambiato ben poco. Il ministro degli interni Ould Kablia ha tagliato corto sulle polemiche: “Se il popolo ha scelto gli stessi partiti per governare è un loro diritto farlo”. Nei prossimi giorni il presidente Boutefilka, potrebbe esercitare la sua prerogativa di nominare un primo ministro. Con molta probabilità l’incarico sarà affidato a Abdelaziz Belkhadem, personalità di spicco del Fronte Nazionale di Liberazione che ha già ricoperto la carica in passato.