Lo ha stabilito la Cassazione che ha confermato la sentenza di condanna per il reo confesso con uno sconto: nel 2009 i giudici avevano deciso il carcere a vita. L’artista milanese era stata violentata e uccisa mentre faceva l’autostop
La Cassazione turca ha convalidato una condanna a 30 anni reclusione per il reo confesso dell'omicidio di Pippa Bacca, l'artista milanese violentata e uccisa mentre faceva l'autostop in Turchia nel 2008. Lo riferisce il quotidiano turco Milliyet sottolineando che la sentenza ha dovuto accogliere uno sconto di pena di sei anni concesso da un tribunale di grado inferiore nonostante l'omicida non sia pentito.
"Non c'è il pentimento ma c'è lo sconto", titola il giornale in pagina interna riferendo del pronunciamento: "la Corte di cassazione, nell'approvare la sentenza definitiva sull'assassinio, ha criticato la diminuzione della pena stabilita dal tribunale locale", scrive Milliyet. "La Corte di cassazione ha sottolineato che l'assassino non ha mostrato alcun segno di pentimento - aggiunge il quotidiano - però non ha potuto modificare la sentenza finale non avendo il diritto di cambiarla a svantaggio" dell'imputato.
Pippa Bacca, nome d'arte di Giuseppina Pasqualino di Marineo, fu uccisa da Murat Karatash, all'epoca di 37 anni. La donna era partita in autostop l'8 marzo da Milano insieme con un'amica - entrambe vestite da sposa - per realizzare una performance artistica che avrebbe dovuto portarle in Israele attraversando Paesi dei Balcani e del Medio Oriente. Il 31 marzo, dopo essersi divisa dalla compagna di viaggio, Giuseppina era scomparsa dopo aver accettato un passaggio dall'uomo che ha poi confessato di averla violentata e strangolata. Il cadavere della giovane era stato rinvenuto l'11 aprile, senza vestiti e nascosto sotto un sottile strato di terra e rami in un'area disabitata presso l'autostrada Istanbul-Ankara.
Al momento della sentenza, il 25 giugno del 2009, era stata annunciata una condanna al carcere a vita da parte della Corte d'Assise di Kocaeli, circa 100 km a est di Istanbul, territorialmente competente per il caso. In una prima reazione, l'avvocato della famiglia aveva riferito che il calcolo degli anni che Karatash avrebbe dovuto scontare non era stato ancora fatto ma aveva stimato che non sarebbero stati meno di 40. La madre della vittima, Elena Manzoni (sorella del celebre artista Piero), si era detta "soddisfatta della giustizia turca".
"Non c'è il pentimento ma c'è lo sconto", titola il giornale in pagina interna riferendo del pronunciamento: "la Corte di cassazione, nell'approvare la sentenza definitiva sull'assassinio, ha criticato la diminuzione della pena stabilita dal tribunale locale", scrive Milliyet. "La Corte di cassazione ha sottolineato che l'assassino non ha mostrato alcun segno di pentimento - aggiunge il quotidiano - però non ha potuto modificare la sentenza finale non avendo il diritto di cambiarla a svantaggio" dell'imputato.
Pippa Bacca, nome d'arte di Giuseppina Pasqualino di Marineo, fu uccisa da Murat Karatash, all'epoca di 37 anni. La donna era partita in autostop l'8 marzo da Milano insieme con un'amica - entrambe vestite da sposa - per realizzare una performance artistica che avrebbe dovuto portarle in Israele attraversando Paesi dei Balcani e del Medio Oriente. Il 31 marzo, dopo essersi divisa dalla compagna di viaggio, Giuseppina era scomparsa dopo aver accettato un passaggio dall'uomo che ha poi confessato di averla violentata e strangolata. Il cadavere della giovane era stato rinvenuto l'11 aprile, senza vestiti e nascosto sotto un sottile strato di terra e rami in un'area disabitata presso l'autostrada Istanbul-Ankara.
Al momento della sentenza, il 25 giugno del 2009, era stata annunciata una condanna al carcere a vita da parte della Corte d'Assise di Kocaeli, circa 100 km a est di Istanbul, territorialmente competente per il caso. In una prima reazione, l'avvocato della famiglia aveva riferito che il calcolo degli anni che Karatash avrebbe dovuto scontare non era stato ancora fatto ma aveva stimato che non sarebbero stati meno di 40. La madre della vittima, Elena Manzoni (sorella del celebre artista Piero), si era detta "soddisfatta della giustizia turca".