Francia, contro l’astensionismo vince solo la satira online
MondoMentre tutti i sondaggi delle presidenziali danno come vincitore assoluto il partito del non voto, in Rete si ride dei candidati di destra e sinistra. Da Charlotte, la bebé che dice di non voler votare per nessuno, alle parodie in stile Puffi
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Tutte le notizie sulle presidenziali francesi
Il Twitter che non ti aspetti per la corsa all'Eliseo
di Eva Perasso
A meno di tre settimane dall’apertura dei seggi, gli unici interessati alle elezioni sembrano i sondaggisti, impegnati, giorno per giorno, a dare il loro responso sulla corsa all’Eliseo. A oggi Nicolas Sarkozy sembra in vantaggio, almeno al primo turno tallonato da Francois Hollande, dato vincitore al ballottaggio, e dietro di loro gli altri candidati importanti: Jean Luc Mélenchon, Marine Le Pen, Francois Bayrou e così via. Ma il vincitore assoluto, almeno per ora, è un altro: il partito del non voto, dato al 32% secondo le ultime rilevazioni dell’istituto Ifop, ben al di sopra delle preferenze che dovrebbero raccogliere i favoriti Sarkozy (28,5%) e Hollande (27%).
Mentre i cittadini francesi guardano svogliati le ultime battute delle loro campagne giudicate le più noiose di sempre, in Rete, per rallegrare il momento, iniziano a circolare i primi video parodia di queste presidenziali, e loro sì, al contrario dei comizi dei singoli, accendono interessi e sorrisi della popolazione.
Charlotte dice no – La vera star tra le campagne virali diventate hit è Charlotte (il nome è di fantasia), una piccola bimba, di poco più di 6 mesi, che, subito dopo il bagnetto, al solo nominarle uno per uno i potenziali nuovi presidenti non fa altro che girare la testa in segno di diniego ed esclamare, forte e chiaro, NON!. No, lei di certo non voterà per nessuno dei nomi pronunciati da papà. E il video, dopo aver snocciolato i candidati, si chiude con un messaggio forte per i francesi: “Reimparate a dire no”. In Rete è tormentone: lanciato da un sito impegnato a monitorare le elezioni, in poco tempo ha raggiunto oltre 320mila visite. In verità, si tratta di una rivisitazione di un precedente video, datato dicembre 2010, girato da una coppia americana che ha voluto riprendere la loro simpatica bimba, in fase di relax nella vasca da bagno dopo un lungo viaggio in macchina: il video originale su YouTube ha superato i 13,5 milioni di visite. A maggio 2011 poi, anche la casa produttrice francese Citroen aveva usato lo stesso video, traducendolo in francese, per pubblicizzare una nuova auto.
Il video di “Charlotte dit non”
Difetti fisici e politici – Ma ci sono video che si occupano, più nello specifico, dei contenuti delle campagne elettorali e delle idee politiche dei candidati. Come quello firmato da Zlatko, che ha messo in rima e note difetti fisici e argomenti deboli, insieme al passato da dimenticare, di tutti i candidati. Il risultato è l’irriverente e bontempona “Chanson des élections presidentielles”. Dalle magre imprese di Hollande in vari ministeri, alle condotte della signora Marine Le Pen, troppo simile ai modi del padre, passando per i difetti fisici come il muso equino di Morin o il primo piano davvero poco generoso di Eva Joly, che di “jolie”, carino, non ha proprio nulla. Fino al classico paragone tra Sarkozy e il puffo, con la battuta “alto tre mele o poco più”.
Ecco il video e l’animazione della Chanson des élections presidentielles di Zlatko
Mashup e vignette – Peraltro, a proposito dei piccoli puffi, anche il noto cartoonist Plantu, matita tagliente della prima pagina di Le Monde, piange già la mancanza del suo bersaglio preferito, Sarkozy, dedicandogli una vignetta da presidente uscente, con tanto di corona, e immancabile il suo vestitino da puffo. Recita la vignetta, ricordando il motto della rivoluzione del 1789: Liberté, égalité, Schtroumph premier” (Schtroumph vuol dire puffo in francese). Mentre le migliori parodie dei temi della campagna elettorale del presidente uscente Sarkozy si trovano su un blog di satira, dove ogni frase da lui pronunciata è pretesto per riderci su. Un esempio di inizio mese: “Se mi eleggerete, mi dimezzo lo stipendio. Pesce d’aprile!”. Si occupa anche delle presidenziali un noto blog belga, che interpreta l’avvio delle campagne ufficiali come una grande corsa con tanto di polverone. Mentre per chi vuol far lottare i candidati faccia a faccia, il sito Googlefight propone una speciale sezione dedicata ai futuri presidenti: in questo caso, dopo la lotta a vincere è il candidato che ha ottenuto il numero maggiore di risultati sul motore di ricerca Google. Per finire, poi, Nicolas Sarkozy, resta il bersaglio preferito anche dei mashup su Facebook, dove si possono trovare diversi album con tutti i manifesti ritoccati del presidente in carica: il suo slogan “La France Forte” diventa ora “Alla deriva”, ora “A maggio offritemi delle vacanze”.
Les bobos – E poi ci sono loro, “Les bobos des urnes” (il bobo, in francia, è il cosiddetto bourgeois-bohémien, una sorta di via di mezzo tra un hippie e uno yuppie), un gruppo di personaggi noti e meno noti a Parigi, che hanno girato un video e cantato una delle hit più cliccate del momento (superato abbondantemente il milione di visualizzazioni), diventato l’inno satirico delle presidenziali. Il gruppo di mezz’età ha impersonato tutti i candidati e rivisto un classico della musica pop francese, “Que la montagne est belle” di Jean Ferrat, trasformandola in “Que la campagne est belle”, dove la campagna, questa volta, è quella elettorale. Nelle loro gag, la Francia si trasforma in Titanic e l’iceberg è il debito pubblico, Marine Le Pen diventa Giovanna d’Arco, Bayrou un pastore che con le sue pecore cerca il miracolo a Lourdes s così via.
Guarda il video di “Que la campagne est belle”
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di Eva Perasso
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Mentre i cittadini francesi guardano svogliati le ultime battute delle loro campagne giudicate le più noiose di sempre, in Rete, per rallegrare il momento, iniziano a circolare i primi video parodia di queste presidenziali, e loro sì, al contrario dei comizi dei singoli, accendono interessi e sorrisi della popolazione.
Charlotte dice no – La vera star tra le campagne virali diventate hit è Charlotte (il nome è di fantasia), una piccola bimba, di poco più di 6 mesi, che, subito dopo il bagnetto, al solo nominarle uno per uno i potenziali nuovi presidenti non fa altro che girare la testa in segno di diniego ed esclamare, forte e chiaro, NON!. No, lei di certo non voterà per nessuno dei nomi pronunciati da papà. E il video, dopo aver snocciolato i candidati, si chiude con un messaggio forte per i francesi: “Reimparate a dire no”. In Rete è tormentone: lanciato da un sito impegnato a monitorare le elezioni, in poco tempo ha raggiunto oltre 320mila visite. In verità, si tratta di una rivisitazione di un precedente video, datato dicembre 2010, girato da una coppia americana che ha voluto riprendere la loro simpatica bimba, in fase di relax nella vasca da bagno dopo un lungo viaggio in macchina: il video originale su YouTube ha superato i 13,5 milioni di visite. A maggio 2011 poi, anche la casa produttrice francese Citroen aveva usato lo stesso video, traducendolo in francese, per pubblicizzare una nuova auto.
Il video di “Charlotte dit non”
Difetti fisici e politici – Ma ci sono video che si occupano, più nello specifico, dei contenuti delle campagne elettorali e delle idee politiche dei candidati. Come quello firmato da Zlatko, che ha messo in rima e note difetti fisici e argomenti deboli, insieme al passato da dimenticare, di tutti i candidati. Il risultato è l’irriverente e bontempona “Chanson des élections presidentielles”. Dalle magre imprese di Hollande in vari ministeri, alle condotte della signora Marine Le Pen, troppo simile ai modi del padre, passando per i difetti fisici come il muso equino di Morin o il primo piano davvero poco generoso di Eva Joly, che di “jolie”, carino, non ha proprio nulla. Fino al classico paragone tra Sarkozy e il puffo, con la battuta “alto tre mele o poco più”.
Ecco il video e l’animazione della Chanson des élections presidentielles di Zlatko
Mashup e vignette – Peraltro, a proposito dei piccoli puffi, anche il noto cartoonist Plantu, matita tagliente della prima pagina di Le Monde, piange già la mancanza del suo bersaglio preferito, Sarkozy, dedicandogli una vignetta da presidente uscente, con tanto di corona, e immancabile il suo vestitino da puffo. Recita la vignetta, ricordando il motto della rivoluzione del 1789: Liberté, égalité, Schtroumph premier” (Schtroumph vuol dire puffo in francese). Mentre le migliori parodie dei temi della campagna elettorale del presidente uscente Sarkozy si trovano su un blog di satira, dove ogni frase da lui pronunciata è pretesto per riderci su. Un esempio di inizio mese: “Se mi eleggerete, mi dimezzo lo stipendio. Pesce d’aprile!”. Si occupa anche delle presidenziali un noto blog belga, che interpreta l’avvio delle campagne ufficiali come una grande corsa con tanto di polverone. Mentre per chi vuol far lottare i candidati faccia a faccia, il sito Googlefight propone una speciale sezione dedicata ai futuri presidenti: in questo caso, dopo la lotta a vincere è il candidato che ha ottenuto il numero maggiore di risultati sul motore di ricerca Google. Per finire, poi, Nicolas Sarkozy, resta il bersaglio preferito anche dei mashup su Facebook, dove si possono trovare diversi album con tutti i manifesti ritoccati del presidente in carica: il suo slogan “La France Forte” diventa ora “Alla deriva”, ora “A maggio offritemi delle vacanze”.
Les bobos – E poi ci sono loro, “Les bobos des urnes” (il bobo, in francia, è il cosiddetto bourgeois-bohémien, una sorta di via di mezzo tra un hippie e uno yuppie), un gruppo di personaggi noti e meno noti a Parigi, che hanno girato un video e cantato una delle hit più cliccate del momento (superato abbondantemente il milione di visualizzazioni), diventato l’inno satirico delle presidenziali. Il gruppo di mezz’età ha impersonato tutti i candidati e rivisto un classico della musica pop francese, “Que la montagne est belle” di Jean Ferrat, trasformandola in “Que la campagne est belle”, dove la campagna, questa volta, è quella elettorale. Nelle loro gag, la Francia si trasforma in Titanic e l’iceberg è il debito pubblico, Marine Le Pen diventa Giovanna d’Arco, Bayrou un pastore che con le sue pecore cerca il miracolo a Lourdes s così via.
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